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Porsche Boxster Anniversary


Avatar Redazionale, il 24/11/03

21 anni fa -

Sei cavalli in più nel motore, un impercettibile maquillage sui passaruota e pochi piccoli ritocchi alla meccanica: tutto qui. La Casa di Zuffenhausen celebra i 50 anni della 550 Spyder con una versione della Boxster pensata più per vendere che per rendere davvero omaggio alla famosa antenata. Di speciale c'è ben poco. Soprattutto al confronto con il prestigio sportivo della gloriosa roadster.

MISSION Ottobre 1953: la Porsche presenta la 550 Spyder, roadster a due posti a motore centrale con una missione ben precisa, correre e vincere sulle strade di mezzo mondo. Come poi fece. Novembre 2003: nasce la Boxster "50 year of the 550 Spyder". Con una missione un po' meno nobile: vendere.

CHILI PICCANTE La Boxster S del cinquantesimo riceve un po’ di pepe che non ne altera, in realtà, i tratti salienti. Il motore da 3.2 cc aumenta di sei cavalli la propria potenza, raggiungendo i 266, che le permettono di arrivare a 266 km/h di velocità massima, due in più rispetto a prima. Migliora, ovviamente, l’accelerazione: ci vogliono 5,7 secondi per raggiungere i cento all’ora, e la meccanica viene adattata alle prestazioni (lievemente) superiori. Carreggiate più larghe, cerchi da 18 pollici, sospensioni più rigide, freni più potenti. Insomma, cose buone, ma non esaltanti. 

TRENDERIA

E poi: colori nuovi, cornici cromate di qua e di là, targhette celebrative e tappezzerie di pregio. Tutto bello, per carità, ma proprio non riusciamo ad assimilare l’immagine leggiadra di una Spyder 550 che si invola verso la vittoria su una polverosa strada messicana a quella di una Boxster parcheggiata ostentatamente davanti all’aperitivo di moda in centro. Ottima macchina la Boxster S, ma basterebbe il dato sul peso per far sparire ogni traccia di dubbio: 1320 kg contro 550, quasi due volte e mezzo. Non è una macchina da corsa, né lo vuole essere.

NATALI POVERI La 550 Spyder venne presentata al pubblico per la prima volta al Motor Show di Parigi di cinquanta anni fa, prima auto sportiva di casa Porsche ad essere sviluppata per le gare. I primi esemplari di pre-serie, infatti, seguendo quella che era stata sino ad allora la strada intrapresa da Ferdinand Porsche, il fondatore, utilizzavano il motore della 356, di derivazione Volkswagen.

PESO PIUMA

Quando uscì, la 550 faceva sfoggio di un motore a quattro cilindri contrapposti a quattro alberi a camme in testa, inserito in posizione centrale, immediatamente alle spalle del guidatore, l'opposto della 356 che ce l’aveva appeso dopo le ruote posteriori. Era un motore sportivo, per quei tempi, anche se i dati riguardanti cilindrata, 1498 cc, e potenza, 110 cavalli, farebbero sorridere anche un’utilitaria. Quello che fa "drizzare le antenne" ancora oggi è il peso, che non superava i 550 chili. In caso stiate pensando che il nome derivi da questo dato, vi dobbiamo fermare subito: molto più semplicemente, si trattava del 550esimo progetto della Casa. Logico, no?

LE MANS

La piccola barchetta venne prodotta in novanta esemplari, fino al 1957, uno dei quali finì nelle sciagurate mani del povero James Dean, che trovò la morte proprio a bordo di una di esse. Però in soli quattro anni diede un’impronta ben definita alla forza della Porsche come costruttrice di auto da corsa, conquistandosi una solida reputazione sulle piste dell’epoca. Si spaziava da Le Mans alla Carrera Panamericana in Messico: sulla pista francese la Spyder vinse nella sua classe nel 1955, riportando un quarto posto assoluto contro auto ben più dotate in fatto di cavalleria, e si ripeté l’anno seguente, con un quarto posto in classifica generale.

MEXICO!

Ma è alla Carrera Panamericana che sono legati i ricordi più dolci: nel 1954 la 550 vinse la propria classe, e si classificò sul terzo gradino assoluto del podio. Il nome Carrera andò a fregiare i modelli che montavano i quattro cilindri vittorioso, per poi finire ad indicare i modelli più sportivi della Casa. Il resto è storia recente, fino alla Carrera GT.

PARAGONE FORZATO?

E quindi, cosa c’entra una "plebea" Boxster, al cospetto di cotanta nobiltà? C'entra, per alcuni versi. Non c’entra, per altri. Senza dubbio, l’impostazione generale dell’attuale piccola Porsche ha tratto ispirazione dall’illustre antenata, con i suoi cilindri (sei) in posizione centrale e una linea che effettivamente ricorda la Spyder, se non altro nella proporzione tra i volumi.

MITICO

L’ufficio marketing di Zuffenhausen ha pensato bene di sfruttare queste analogie, oltre al compleanno della 550, per sfornare una versione speciale della Boxstera lei dedicata, appunto. Ci spiace che sia stato scomodato un mito, di quelli che hanno fatto la storia dell’automobile: tempi di eroi del volante, con caschetto e occhialoni, di corse sulle strade e ruspante entusiasmo. Cose che una Boxster non può capire…

Pubblicato da Simone Coggi, 24/11/2003
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