È americana, ha un look da giapponese, ma può piacere anche all'Europa. La vedremo sulle nostre strade? Difficile a dirsi, per ora accontentiamoci di rifarci gli occhi. Perché lo merita.
Di sicuro è stata sviluppata all’insegna dell’entusiasmo. Da una gestazione brevissima (la fase di progettazione ha richiesto solo quattro mesi) è nata una sportiva che non sembra prematura e che con tutta probabilità non avrà bisogno di incubatrice. Almeno questa è la convinzione di Robert Lutz, Presidente della General Motors per il Nord America.
La nuova creatura GM, presentata al Salone di Detroit, quasi certamente sarà ben presto sulle strade americane e la sensazione è che da quelle parti ne venderanno parecchie. Infatti, la roadster Pontiac ha tutti i numeri per ritagliarsi uno spazio consistente nella propria fascia di mercato, a partire da un prezzo d’attacco competitivo. E’ sempre Lutz a fare propaganda, affermando che la General Motors non finge di presentare auto per giovani per poi farle pagare 50.000 dollari: la Solstice costerà meno della metà. Si dice che sia un uomo di parola.
A farne una spider appetibile è però principalmente il look, caratterizzato dalle linee morbide ma slanciate, con le fiancate che sembrano ammiccare alla supercar BMW Z8 ed un retro più alto e bombato, che incattivisce la sagoma. A fugare eventuali dubbi sulle intenzioni bellicose della Solstice pensano i cerchi (gommati con estrema dovizia) da 19" davanti e addirittura da 20" dietro e, soprattutto, il motore, che non è la solita idrovora da otto o più cilindri, ma un leggero quattro in linea turbocompresso da 240 cavalli di 2200 cc di cilindrata, che per gli standard U.S.A. dovrebbe avere consumi modesti.
Il termine di paragone più vicino alla nuova Pontiac è per noi europei la Honda S2000, alla quale oltretutto somiglia anche un po’… Ciò che stupisce, comunque, è il fatto che la roadster americana sia in gran parte frutto di riciclaggio (ed è questo il motivo che dovrebbe mantenere il prezzo su livelli accettabili), ma non si tratta affatto di scarti: il cambio, ad esempio, è quello della Corvette, mentre il turbocompressore arriva dritto dritto da sotto il cofano della Impreza WRX (possedere il 20% della Subaru dovrà pure servire a qualcosa…).