Non sarà prodotta a meno di una improvvisa pioggia di richieste dopo il palcoscenico di Francoforte, perchè trattasi di puro esercizio di stile nato con uno scopo ben preciso: celebrare la collaborazione tra Pininfarina e Ford, nata nel marzo del 2000, nel nome di StreetKa. Ecco perchè "Start": firma di Torino su base Ford.
I due nomi si legarono, meglio sfiorarono il legame, più di ottant’anni fa, durante il viaggio di un ventisettenne Pinin in quel di Detroit per far visita al colosso Ford, la creatura di Mister Henry da tremila vetture al giorno, che fece "trasecolare" l’allora responsabile di Stile e Progettazione degli stabilimenti Farina, come ebbe modo di annotare in seguito nelle sue memorie.
Ci fu la stretta di mano, la visione di alcuni disegni e addirittura l’offerta di un posto di lavoro: la lusinga iniziale del giovane carrozziere sfociò presto in un rifiuto ma rinsaldò un progetto: portare lo spirito delle tute blu statunitensi nell’azienda che avrebbe costruito, e così accadde dieci anni più tardi.
Start
, quindi. L’inizio di una collaborazione effettivamente nata con Ford of Europe: non un prototipo, non una futura commercializzazione, solo un’ipotesi creativa fatta di spigoli vivi che circondano 4,2 metri di coupé 2+2 in grado di trasformarsi in cabrio, grazie al tetto che scivola automaticamente nel vano posteriore. Basta un pulsante.Colpiscono alcune ricercatezze stilistiche, quali il parabrezza che dalla base larga si restringe verso l’alto, la pulizia del frontale con la presa d’aria inferiore a tre settori, il disegno sfuggente delle superfici vetrate laterali, i gruppi ottici posteriori verticali, la resina verde/azzurra di carrozzeria e tetto.
Dentro, sedili anteriori a vaschetta, ruota di scorta a vista sotto il lunotto, strutture a traliccio in acciaio, pelle marrone scuro con cuciture a punti eseguite a mano, plancia orizzontale con il contagiri a dominare il cruscotto. Il motore è il 2.0 Duratec con turbo Garrett da 200 cavalli di potenza massima.