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Peugeot 307 SW


Avatar Redazionale, il 12/02/02

22 anni fa - La coda del Leone

Si chiama 307 station wagon ma ormai i nomi di battesimo lasciano il tempo che trovano. Sul fatto che sia una Peugeot e faccia parte della famiglia 307 - quella dell'Auto dell'anno 2002 - pochi dubbi; qualche perplessità sul fatto che sia una station, quello sì. Dal 15 marzo impareremo a convivere con la nuova ibrida.

Ci provano in Peugeot a farla passare per station, ci provano a non dare nell’occhio, a non fare troppo rumore dietro alla prima realizzazione concreta della tendenza assaporata all’ultimo salone di Detroit. Parola d’ordine contaminazione: tra linee esterne compatte, abitacolo da sette posti, segmento di appartenenza indecifrabile. Bene, non sembra una station, questo è certo, nonostante il nome, ma non è neppure una monovolume fatta e finita. Contaminazioni appunto.

Partiamo dalle dimensioni, per mettere subito le cose in chiaro: 4,42 metri di lunghezza, per 1,75m di larghezza e 1,57m di altezza con un passo di 2,71m. Tradotto: più lunga delle due concorrenti francesi Citroen Picasso (4,28m) e Renault Scenic (4,17m), ma più bassa (rispettivamente 1,64m e 1,67m per le due competitor) ed è qui il trucco da station. Aggiungici poi le barre sul tetto che corrono longitudinalmente per 1,75m e il gioco è fatto.

La faccia è quella della berlina eletta regina d’Europa 2002, con la calandra di Casa, i gruppi ottici allungati e la presa d’aria inferiore. La nuova coda invece è fatta di un paraurti rivisto con la soglia di carico ridotta il più possibile, per ottimizzare l’accessibilità al bagagliaio (560 litri il volume di carico), e una zona d’appoggio rivestita in nero che protegge da eventuali graffi. Una curiosità: la serratura del portellone si blocca automaticamente quando la velocità scende sotto i 10 km/h, per custodire i bagagli in vista di una sosta al semaforo.

La contaminazione si spinge talmente in là che, con un po’ di fantasia, potrebbe sembrare di viaggiare su una cabrio: merito del tetto panoramico effetto cielo in vetro, di 1,33 metri quadri, che prolunga il parabrezza fino a metà tetto, in pratica fino alla seconda fila di sedili. Una tendina elettrica può comunque oscurare il tutto con le tre sezioni a sipario che si chiudono in quindici secondi. Mentre, grazie alle caratteristiche dei vetri interni ed esterni, la trasmissione termica attraverso il padiglione è limitata al 12 per cento e l’energia irraggiata dal sole al 4 per cento.

Sono addirittura un centinaio le differenti configurazioni degli interni, con la possibilità di coordinare le tre file a proprio piacimento. I due sedili anteriori sono regolabili lateralmente, in altezza e in profondità; quelli della seconda fila sono scorrevoli, reclinabili e ripiegabili a tavolino o a portafoglio, ma possono anche essere spostati sulla terza fila, chiudono i due posti singoli supplementari in coda, anch'essi ripiegabili, reclinabili e smontabili.

Quattro le motorizzazioni, due a benzina e due turbodiesel HDi. Sono il 1.600 cc da 110 cv (80 kW) e il 2.000 cc da 138 cv (100 kW) che portano al 307 sw rispettivamente a 182 e 200 km/h con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 11.5 e 9.5 secondi. I turbodiesel di 2.0 litri vanno dal 90 cv (66 kW) al 110 cv (79 kW), quest'ultimo dotato del filtro antiparticolato FAP. Prestazioni: 174 km/h e 183 km/h con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 13.3 e 11.3 secondi. Il cambio è meccanico a cinque rapporti.

Le sospensioni saranno a quattro ruote indipendenti: McPherson davanti, traversa deformabile a U dietro. Il controllo dinamico della stabilità ESP è di serie sul 2.0 benzina e il 2000 Hdi (in opzione sulle altre due versioni). Climatizzatore, volante regolabile in altezza e in profondità, autoradio con CD, retrovisori esterni a comando elettrico, vetri elettrici anteriori, chiusura centralizzata, sono alcune delle dotazioni di serie.


Pubblicato da Ronny Mengo, 12/02/2002
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