Ginevra 1997: la prima apparizione in pubblico, tanto per tastare il polso ai visitatori. Parigi 2002: il debutto nelle vesti definitive, così come la troveremo dai concessionari la prossima estate. Il marchio tedesco della GM sceglie la politica dei piedi di piombo e dopo cinque anni di ripensamenti presenta la sua nuova ammiraglia. Eccola nelle prime foto ufficiali.
A guardare i tempi di sviluppo si direbbe un parto travagliato, ma la versione che andrà in produzione non si discosta molto dai temi visti in anteprima nella concept del 1997 e in quella successiva, la Signum2, esposta al Salone di Francoforte del 2001.
Questioni di opportunità probabilmente, in attesa di tempi più idonei al lancio, e di ritocchi qua e là per toglierle quell’aria da concept che rischiava di prendere un po’ in contropiede la tradizionale clientela del marchio tedesco. Senza però rinunciare a coinvolgere una clientela più giovane, più modaiola, più attenta ai nuovi stili di vita.
Qualche ritocco al frontale, ora meno aggressivo, un interno completamente ridisegnato, e in pochi mesi la Signum ha lasciato nel centro stile di Russelsheim quell’aria grintosa e sportiveggiante che aveva esibito a Francoforte in autunno. Resta comunque una moderna, nuova, originale, berlina di lusso.
Il profilo del corpo allungato, strecciato, il tetto a spiovere su un montante posteriore di grandi dimensioni, una coda slanciata quanto avvolgente, la linea di cintura alta e la lunga vetratura su cui è stato ricavato un finto terzo finestrino offrono una sensazione d’insieme snella e al contempo solida.
L’impressione, nonostante le misure di poco superiori a quelle della Vectra (4,64 m di lunghezza contro i 4,59) è di una via di mezzo tra una station, una monovolume e una coupé, così come vogliono le nuove tendenze del design introdotte da Renault Vel Satis e da altri modelli in arrivo il prossimo anno (leggi Chrysler Pacifica e Mercedes GST).
Il frontale imponente, i fari trapezioidali, il logo ben in vista e la mascherina attraversata da una grossa barra orizzontale sono i segni di appartenenza alla nuova famiglia Opel, introdotti per la prima volta dalla nuova Vectra. Ma la vera innovazione è all’interno, con quattro comode poltrone, un piccolo sedile centrale posteriore, tanto spazio per le gambe, la possibilità di far scorrere il divano posteriore e un bagaglio modulabile come nemmeno una familiare saprebbe offrire.
I tre sedili posteriori possono anche essere piegati in avanti trasformando il vano di carico in una superficie completamente piana. In questa configurazione la capacità del bagagliaio è di più di 1400 litri, mentre con tutte e cinque i sedili in uso ci sono fino a 480 litri di spazio utile.
A livelli inconsueti il comfort, con la poltroncina centrale posteriore che all’occorrenza si trasforma in tavolino su cui poggiare il DVD, e che cela all’interno un frigorifero, uno scomparto per i rifiuti, due supporti portabicchieri, una presa di corrente e i comandi separati di regolazione del sistema audio.
Una sezione comandi sul soffitto ricorda il cockpit di un aereo, con lampade di lettura per i passeggeri posteriori, cinque scomparti per sistemare occhiali e piccoli oggetti e la sensazione di vivere in un ambiente diverso da quello di ogni altra vettura di questo segmento.
Più contenute rispetto alle idee iniziali anche le prestazioni: azzerate le velleità corsaiole i motori oggi sono i nuovi Ecotec a benzina di 2,2 litri da 155 cv (il primo a iniezione diretta by Opel) e un nuovo 2.0 litri turbo da 175cv, a cui si aggiunge un diesel common rail V6 di 3.0 litri e 177cv.
L'illuminazione direzionale, un sedile ortopedico attraversato da getti d’aria condizionata e il sistema IDS, Interactive Driving System, già lanciato sulla Vectra per ottimizzare la qualità della guida, chiudono per ora l’elenco delle novità. Se ne saprà di più tra qualche settimana quando la Signum sarà sotto i riflettori del Mondial de l’Automobile parigino.