Opel continua a seguire la strada del glamour. Anche la Insignia per grandi carichi segue le regole dell'eleganza e delle linee cesellate. Lontana dalla semplicità della middle class, sfrontatamente ammiccante a casati degni dell'anello. A Parigi in passerella, a primavera 2009 su strada.
GLAMOUR WAGON Se in format berlina e fastback la Insignia era sembrata piacente ecco la conferma del trend: Opel ha imboccato senza ritorno la strada del glamour. Anche la versione station wagon, Sport Tourer l'appellativo ufficiale che funziona da dichiarazione d'intenti, taglia i ponti col passato. Completamente dimenticate le linee sobrie e prive di emozioni dell'ultima Vectra la si concederà in passerella a Parigi, mentre su strada arriverà a primavera 2009, con due nuovi motori aggiuntivi e la stessa dote tecnologia delle sorelle avanguardiste.
BELA L'È BELA Guardandola da fuori, niente da dire, i lineamenti tratteggiati da Mark Adams seguono l'imprinting della Insignia berlina per pulizia, levigatura delle forme, giochi di inseguimenti ammiccanti tra curve e tagli. Tutte ispirazioni anticipate due anni or sono dal concept GTC. Ma c'è pure molto di nuovo, la Sport Tourer condivide tratti somatici della tre volumi solo fino al montante centrale: subito dopo la portiera anteriore design e progettazione sono esclusivi.
INVESTIMENTI Argomento di marketing sottolineato dal comunicato stampa Opel d'accordo, ma anche dimostrazione di fiducia: siccome riprogettare costa, significa che per l'auto del riscatto il reparto finanziario non ha avuto il braccino. La consapevolezza di non poter sbagliare, chiusi nella morsa del lusso da una parte, e del low cost dall'altra, ha evidentemente imposto di non lesinare in investimenti.
UN FILO DI Q7Ridisegnare portiere e tutto il resto significa maggiore libertà per il designer di regalare personalità indipendente, originale e soprattutto equilibrata al prolungamento del tetto. Esul fatto che la Insignia si presenti proporzionata e fascinosa nessuno potrà discutere. Così come nessuno potrà negare che la "musa" del portellone posteriorerisponde al nome di Q7: taglio delle luci, portellone avvolgente che corre ad abbracciare tutta l'apertura. Un lato B convincente, quasi suadente.
VECTRA A CHI? Detto questo rimangono da apprezzare una serie di dettagli sportivi che non sfigurerebbero su una coupé. Come l'arco del padiglione che degrada dolcemente, la terza luce appena accennata, quasi a voler far dimenticare quella infinita della precedente generazione Vectra. E poi le ruote ai quattro angoli estremi, la linea di cintura alta che si inarca dolcemente in accordo con le linee del tetto allungato, le maniglie messe in basso come su una sportiva e pure le frecce, gradevoli e al posto giusto sulla fiancata.
ALMANACCO Nessun dettaglio sembra fuori posto, a parte la mascherona cromata, ma si tratta di gusti. Il passo resta lo stesso della berlina: 274cm, mentre la lunghezza misura otto centimetri in più e arriva ad un totale di 491cm. Se prendete un almanacco scoprirete che la Omega station, ammiraglia di casa Opel nel 1998 era 9 centimetri più corta, mentre la Vectra station misurava 449cm. La strada segnata dall'ultima Audi A4 sembra trovare imitatori e le medie stanno facendo stretching senza timori.
COME LA BERLINATanto di guadagnato per il bagagliaio e per le misure di abitabilità in generale.Qui lo spazio per valigie, attrezzatura da immersioni o per trousse da make-up ammonta a 540 litri. Completamente disegnata e progettata in Europa, la Insignia si caratterizza poi per le attenzioni destinate alla dinamica di guida ed ai ripieni tecnologici. C'è tutto quello che ci si aspetta da un'auto moderna e anche di più.
FLEXRIDE Come la soluzione meccatronica battezzata Flexride, ovvero il classico bottoncino magico che regala più auto in una e che si sta diffondendo anche su piccole dal cuore sportivo, come l'Alfa Mito per esempio. In questo caso la scelta di tre livelli di tono muscolare spazia dal comfort allo sport e interagisce con sospensioni, sterzo, risposta all'acceleratore e...colorazione luci del cruscotto. Anche la Sport Tourer offrirà (optional) la scelta tra la classica trazione anteriore e la 4x4.
SENZA ESITAZIONI E come già raccontato per la berlina, i tech-addicted non mancheranno di trovare pane per i loro denti tra dotazione di serie e lista degli optional: fari adattivi in base alle condizioni del traffico, telecamera sul parabrezza che legge e rimanda segnali/limiti di velocità lungo la carreggiata sul display del guidatore, sistema "anti-salto" di corsia e sedili con particolare cura ortopedica per le schiene del pretenzioso guidatore europeo. Forma estetica e sostanza tecnologica.
BELTADE Bella la station dunque. Anche se, forse, la regola non scritta che voleva sgraziate (e neglette dai clienti) le tre volumi e, aggiustate da mirabili matite le station wagon sembra infranta. Belle tutte e due, anche se per una volta la berlina diremmo ancor di più.Appuntamento a Parigi per toccarla in metallo e ossa e, soprattutto, per scoprire le due novità motoristiche turbocompresse, una a benzina verde e una a gasolio, annunciate da Opel che andranno ad abitare sotto i cofani di tutte le Insignia.