L'erede della Vectra si presenta in alcuni scatti ancora mascherata, in attesa del lancio ufficiale al Salone di Londra 2008, il prossimo luglio. Sufficienti però a capire come sarà fatta. Grazie anche alla lezione sulle tecniche di camuffamento automobilistico svelate per la prima volta dalla stessa Opel.
SENZA FARSI NOTARE Ci sono animali che utilizzano il mimetismo criptico per sfuggire ai predatori. E ci sono i camuffamenti del mondo militare, per muoversi senza dare nell'occhio in ambienti ostili, nella savana come nel tessuto urbano. Poi ci sono anche le auto che si truccano, fino a deformarsi nei lineamenti, per sfuggire ai flash dei fotografi e alle ricostruzioni digitali su giornali o siti specializzati. Opel, dopo aver giocato a nascondino con l'erede della Vectra, fa outing in modo originale. Spiegando in un immaginario backstage i trucchi del mestiere. Quasi un bignami sul trasformismo a motore. Ma anche un modo diverso, con un comunicato stampa fuori dal burocratese, per ricordare al mondo che tra poco arriva la Insignia: tre volumi ditaglia medio-alta che tenta un salto nell'upper class.
AVVICINAMENTO La storia è quella di sempre, oramai una costante nel lancio delle auto: una strategia teasing che mira a svelare un poco alla volta i contorni della nuova nata, in modo da moltiplicare le attenzioni e le occasioni di comunicazione. Creando magari anche un certo alone glamour. Opel prima ha presentato ai saloni il concept GTC. Una coupé che anticipava i tagli curvilinei dei montanti, gli occhi affilati e il linguaggio stilistico della nuova berlina. Poi la foto in controluce della coda,accompagnata da un'altra novità: il cambio di nome, da Vectra a Insignia. Dopo tre generazioni la Vectra va in soffitta, come la Ascona che l'aveva preceduta, per lasciare spazio a un nuovo concetto di berlina media. Talmente diverso per intenzioni e obiettivi che la Casa madre ha optato per un cambio di appellativo, un segnale di rottura costoso, che richiede maggiori investimenti in comunicazione.
UFFICIALMENTE CAMUFFATA Ora arrivano le foto ufficiali della Insignia, ma in versione camuffata. Non troppo, per poterne definire le linee guida e apprezzarne i nuovi giochi di volumi e proporzione. Ma neppure troppo poco, in modo da lasciare ancora vivo l'ammiccamento "vedo non ti vedo". Scelta originale che riprende e traduce nell'era digitale le occasionali e inconfessate abitudini di alcune Case in tempi passati, che in via anonima inviavano ai giornali la foto dei loro futuri prodotti "sorpresi" in prova. Chi vuole vedere tutto dal vero deve ancora aspettare qualche mese: il lancio ufficiale è previsto al Salone di Londra a Luglio 2008. Per ingannare il tempo proviamo a capire come sarà l'Insignia Opel per i prossimi anni e quali trucchi sono stati usati per mascherarla nei lunghi mesi di collaudo.
NUOVO STILEPadiglione arcuato e rastremato come una coupé, terzo volume corto e raccolto fin quasi a nascondersi, tratto comune a molte berline di ultima generazione. E ancora, tagli delle portiere decisi, un frontale giocato su sfaccettature e mascherona d'ordinanza. Un insieme dilinee che sembrano levigate e gruppi ottici posticci che si intuiscono lontanissimi dalla squadrata semplicità dell'ultima Vectra. Una radicale opera di riposizionamento. Evoluzione sorprendente ma non imprevedibile; basta pensare alla mutazione della collega Mondeo. In un mercato popolato da proposte di nicchia anche le classiche tre volumi da famiglia devono strizzare l'occhio al lifestyle giovane di paparini cresciuti ma poco disposti alla normalità. I vertici GM parlano anche di un cambio di passo alla voce qualità e finiture per giustificare ambizioni da Champions league.
MIMETISMO Nel corso del world tour di prova l'auto si è camuffata, ha indossato il passamontagna e ha dovuto rispettare delle regole scritte nel manuale dell'incognito. Eran duecento, tutte mascherate e il lavoro è stato lungo. Tutto ha avuto inizio con la maquette in legno che riproduceva le forme dell'auto. Il modello serviva per fare da stampo ad appendici costruite in plastica per camuffare le vere forme agli occhi e agli obiettivi dei fotografi. Non quindi una banale opera di copertura ma un vero lavoro di disorientamento stilistico. Tutta questa fatica non è legata solo al gioco a nascondino. In un mercato automotive giocato tutto sulla competitività e sul continuo lancio di nuovi modelli, diventa cruciale non svelare le proprie armi per allungare i tempi di reazione dei concorrenti.
TECNICHE DI CAMUFFAMENTO Protesi e gobbe. Ma anche scotch, coperture di colore scuro per le parti topiche e gruppi ottici obnubilati da mascherone posticce con lampadine da auto giocattolo. E poi, tocco finale, la verniciatura fatta di striature continue fino a creare un motivo millefoglie. Tattiche mimetiche riprese dalle tute e dalle carrozzerie per uso militare, dove l'obiettivo rimane anche quello di sfuggire ai visori notturni che lavorano con i pixel. Sulle auto di produzione invece mirano non solo a confondere l'occhio ma anche a nascondere volumi e nervature, come il susseguirsi di superfici. E soprattutto a rendere ardue le opere di fotoritocco.
NEMICI PAPARAZZI Dopo la sala trucco arriva il galateo. Con un vero codice di comportamento per piloti dei prototipi: vietato frequentare strade troppo trafficate, insomma niente capatina in centro a salutare gli amici al bar. Vietatissimo lasciare l'auto aperta, i paparazzi potrebbero fotografare l'abitacolo. Ma soprattutto non viaggiare mai da soli: auto di scorta sempre al seguito in modo da poter effettuare un pronto soccorso. Un telo copriauto sempre pronto nel bagagliaio completa la dotazione di bordo. Inoltre nei trasferimenti da una parte all'altra del mondo (i prototipi devono essere provati in tutte le condizioni climatiche) si viaggia su camion chiusi invece che sulle usuali bisarche.
TRUCCHI E CONTROSPIONAGGIO Non mancano bluff e diversivi per ingannare, dichiarando il vero, occhi ben addestrati a riconoscere le auto camuffate. Le Insignia giravano con il logo Opel (o Vauxhall il marchio di commercializzazione sui mercati anglosassoni) in bella vista. Dimenticanza? No, scelta voluta: è abitudine delle Case utilizzare marchi di altri produttori sui prototipi. Quindi, l'equazione agli occhi dei ficcanaso diventava: ha il marchio Opel...quindi non lo sarà sicuramente. Roba da controspionaggio in tempi di guerra fredda. E tutto per una berlina con quattro porte e un nuovo nome. Dove andremo a finire?