Una coupé per disegnare il futuro Opel: è la GTC, alias Gran Turismo Compatta. Linee molto appuntite - anche troppo, qualche soluzione futuristica e niente motore su un'auto che si guarda soltanto. Per ora.
Ogni stand ha la sua primadonna. Come in ogni esposizione che si rispetti anche a Ginevra sono le concept che fanno scena fra gli altri modelli, e sotto il logo del Blitz la concept è lei. Una bella coupé argentata, con i passaruota "segnati" come da tradizione Opel, ruote da 19 pollici (un must al Salone) e dettagli che sembrano sagomati con una sciabolata.
I gruppi ottici affilati sono montati sugli angoli (cioè sono "tridimensionali" come li chiamano a Rüsselsheim) e nascondono particolari molto techno come i led dietro, mentre una sottile modanatura cromata (stile Agila e ultima Vectra) collega i fari posteriori. Per il terzo stop i designer devono essersi lasciati influenzare da qualche prototipo "spaziale" degli Anni Sessanta o forse la tv ha ricominciato a passare «Thunderbird» anche in Germania, perché quei due faretti a goccia separati, inseriti all’esterno nello spoiler sul lunotto, fanno proprio Shuttle prima maniera.
Meglio, molto meglio aprire idealmente la porta e ammirare l’abitacolo elegante, addirittura con rivestimenti in pelle e Cashmere. E questo abbinamento inedito non è l’unica originalità a bordo: parte della plancia, per esempio, si può definire "brunita", con un termine da tuning, ovvero trattata con una particolare colorazione scura che dovrebbe suggerire un’idea di sportività. Senza cadere nel "classico" alluminio, s’intende, troppo semplice, anche se qualche particolare silver c’è sempre.
Non mancano neppure lo schermo d’ordinanza e il bel tetto trasparente a tutta lunghezza. A proposito, la GTC raggiunge i 4,35 metri, per 1 e 77 di larghezza e 1,35 in verticale. Quote da due porte che vuole comunque offrire un’abitabilità soddisfacente.
Un po’ come un’altra sportiva «compatta», la Mercedes Classe C Sportcoupé: tutta un’altra classe ma paragonabile nelle forme, soprattutto da certe angolazioni. Che le Opel stiano perdendo quel tipico family feeling "sostanzioso", fatto di linee squadrate e razionali come quelle delle varie Zafira, Vectra o Meriva? Forse il messaggio del prototipo è proprio questo. E nel Bcc c’è scritto Astra.