Cinesi nel Belpaese, avanti tutta. Ma ogni caso è storia a sé. Prendi il caso di Omoda-Jaecoo. È notizia dei primi di luglio che il brand ''bicefalo'' del Gruppo Chery, dopo l'approdo in Spagna (mercato pilota dell'ambiziosa ''campagna d'Europa'') sbarca ufficialmente pure sul mercato Italia. Primi modelli importati nello Stivale saranno i SUV Omoda 5 e Jaecoo 7. Per il compatto Omoda 5, da noi vista in anteprima i mesi scorsi, già aperti gli ordini della motorizzazione 1.6 TGDI turbo benzina, alla quale presto verrà affiancata una versione full electric: prezzi a partire da 27.900 euro. Per le prenotazioni del più massiccio Jaecoo 7 (idem: guarda la nostra video preview), inizialmente in formato benzina e successivamente anche in versione ibrida plug-in, bisogna invece attendere il mese di settembre. Le prime impressioni sul prodotto sono positive. Ora: quali eventuali riflessi sulla scena nazionale SUV-crossover in senso più ampio? Lasciamo che a suggerire la risposta siano alcune cifre (ma non solo quelle).
Omoda 5, via alle vendite
BIG ''C'' Sin dal suo esordio, Omoda-Jaecoo può già contare su una capillare rete di vendita e assistenza con oltre 40 dealer di 28 società partner. La precoce ramificazione della rete non deve in fondo sorprendere: Geely è un Gruppo che, a oggi, è presente in 5 Continenti con 6 centri di Ricerca e Sviluppo, 17 stabilimenti, oltre 4 mila concessionari e più di 80 mila addetti in tutto il mondo. Nel 2023, i volumi di vendita del Gruppo Chery hanno raggiunto 1,88 milioni di auto. Con 940 mila vetture esportate nel 2023, Chery ha confermato per il ventunesimo anno consecutivo una stabile presenza sul podio dei maggiori esportatori cinesi. Tutti numeri e statistiche che esprimono una vocazione e un intento naturali all’apertura internazionale, d'accordo. Tuttavia, la chiave per una penetrazione efficace anche in Italia potrebbe risiedere in un altro fattore ancora. Ovvero?
Gruppo Chery, un player globale
FAMMI CAPIRE Ovvero, in quel fattore che Omoda-Jaecoo definisce ''la comprensione delle dinamiche dei mercati esteri''. Il cliente italiano non è il cliente cinese e Zangshan Zhang, vicepresidente di Chery Automobile, dimostra di averlo ben chiaro in mente. ''Non si conquista l'automobilista locale - spiega Zhang, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione in pompa magna all'Hotel Gallia a Milano, cerimonia della quale alleghiamo alcuni scatti - senza l’ascolto, la capacità di accoglierne e interpretarne le reali esigenze, la velocità di risposta, l'assunzione in definitiva di una enorme responsabilità sociale d'impresa''. A proposito di esigenze ''reali'': Omoda 5 e Jaecoo 7 debuttano con motore a benzina, non con propulsore elettrico. E se al momento Omoda-Jaecoo è un fenomeno di importazione, presto anche quest'espressione potrebbe non essere più del tutto corretta. Eh già, perché...
Jaecoo 7: da settembre. Si comincia col benzina
DOPPIO PASSAPORTO Perché se il 2024 segna l’ingresso in Europa e la costruzione di una rete vendita e di assistenza, nel medio lungo termine Omoda-Jaecoo sostiene di voler diventare ''un'azienda europea in tutto e per tutto''. Cioè un'azienda con un centro Ricerca e Sviluppo locale, una produzione on-site, un approvvigionamento efficace su tutto il Continente. Un progetto ben riassunto dallo slogan “In Europe for Europe”. Connettersi col tessuto industriale e commerciale, conquistare la fiducia degli utenti, ma senza un approccio da ''invasore''. Bensì, con in mente l'obiettivo di entrare in simbiosi, col tessuto stesso. Stabilimenti anche in Italia? Sì, no, forse. I mesi che verranno ci restituiranno un'idea più precisa circa il modus operandi di un colosso che ha intenzioni serie, ha una strategia ben strutturata, ma dimostra pure un senso di complicità, cooperazione, consapevolezza. Determinante, infine, sarà il grado di soddisfazione dei primi clienti. La soddisfazione per la qualità dell'auto e la qualità dei servizi. Inizia un ciclo?
Omoda-Jaecoo, comincia una nuova avventura