Dopo tanto vociferare arriva la conferma: la spider con la Z perde la capote in tela e guadagna un tetto robotico. Ammorbidite anche le lamiere tagliate con la spada, quasi un ritorno verso stili classicheggianti. E sotto il cofano, motori a sei cilindri e cambi a doppia frizione per unire tradizione e innovazione.
SEMPRE Z4 Questa volta il passaggio generazionale non richiede aumenti numerici come accaduto al tempo di dire addio alla Z3. Il badge rimane Z4 ma cambia molto, per non dire quasi tutto, anche a livello filosofico. Cofano lungo, trazione posteriore e due posti secchi come prima. Le tipiche proporzioni da roadster appartengono al capitolo delle certezze. Ma arriva il tetto retrattile in metallo, un carico di tecnologia multimediale e meccanica, con il cambio a doppia frizione, per una spider più disposta ai compromessi senza perdere carattere. Su strada a primavera con propulsori a sei cilindri e in anteprima metallica - questa volta è proprio il caso di dirlo - al Salone di Detroit. Eccone in anteprima tutti i dettagli.
METALLICA Gli avvistamenti fotografici e il chiacchiericcio lo davano per certo. Dopo lo sbarco sulla Serie 3 anche la Z4 avrebbe conosciuto l'onta o la comodità, dipende dai punti di vista, del tetto metallico ripiegabile. Comunque la si pensi, il mercato sembra apprezzare e molto, nella vita di tutti i giorni, le certezze e la praticità di avere due vere auto in una. Aveva iniziato Mercedes con la SLK all'alba degli Anni 90. Poi recentemente ha capitolato anche la spiderina all'inglese per eccellenza, la giapponesissima MX-5. Quindi niente sorprese e spazio alla novità, che mette in soffitta in un amen le parola tela, hard top e probabilmente pure l'amatissima (da una nicchia di fan) versione coupè delle ultime generazioni.
ADDOMESTICATA Inevitabile partire dall'impatto estetico. Ancora inconfondibilmente Z4 nelle proporzioni e nel portamento, con i tipici segni del DNA Bangle, la nuova generazione della scoperta bavarese esibisce uno stile più maturo, morbido e conciliante. Che riesce ad essere unico, impossibile confonderla con qualsiasi altra, senza spaventare i benpensanti. Il muso rimane cattivo, ma all'estremità diventa stondato e levigato come un sasso del mare. Gli occhi sono allungati sui fianchi e si accompagnano dolcemente verso il doppio rene di Casa. Una delle poche famiglie a non aver ceduto alla moda dilagante di mascherone grandi quanto piatti di portata.
MA SUADENTE L'armonia regna sovrana anche nellalinea laterale del cofano, che prima sale e poi scende in prossimità del parabrezza, con una solcatura riecheggiata da un taglio gemello verso l'asfalto a movimentare le lamiere. Subito dietro la portiera l'onda muscolare si alza nuovamente fin quasi a nascondere, con le ruotone in bella evidenza, il bagagliaio posteriore. Il pozzetto abitativo, con i due sedili a guscio appoggiati quasi sul treno posteriore, esibisce una plancia simile a quella dell'attuale produzione BMW e molto meno incline allo spirito minimalista. Rimangono i due orologi accucciati sotto il cockpit di fronte al pilota. Ma ci sono anche il display panoramico in formato 16:9, i comandi al volante, la manopolona dell'iDrive (esordio su una spider di casa...) e tanta tecnologia di bordo esibita in bella vista.
LE UNGHIE NELLA CODA Stacco netto al posteriore, con la copertura del cofano che scende verso il basso fino ad innalzarsi un breve accenno di spoiler. Paraurti ben profilato e doppio scarico che sbuca ai lati. Con gruppi ottici che ricordano alla lontana quelli della Serie 6 e abbandonano le stravaganze, a parte le unghiate rosse ben visibili in modalità notturna. Difficile prendere posizione nel classico discorso da esteti - le spider erano sono e rimarranno sempre auto goderecce - sul fatto che sia più convincente o meno in modalità aperta o chiusa.
SPAZI EQUILIBRATI Sembra che anche con il tetto in posizione "invernale" (si apre in 20 secondi) la Z4 metallica mantenga proporzioni giuste. Senza sederoni da PaguroBernardo a rovinare lo spirito essenziale. Buona la capacità del bagagliaio a tetto chiuso, 310 litri, che si riducono a 180 ripiegandolo sotto le coperte. Non manca il lunotto termico in vetro, dettaglio solo per chi non ha mai utilizzato una spider d'inverno.
CARICO DI MOTORISotto il cofano della nuova Bmw Z4 ci saranno - almeno inizialmente - solo dei sei cilindri in linea con basamento in alluminio e magnesio. Con potenza dai 204 ai 306 cavalli. Tutte con controllo variabile delle valvole e iniezione diretta di benzina e gli accorgimenti EfficientDynamics: recupero dell'energia in frenata, controllo dei gruppi secondari compresa la pompa dell'olio in base al fabbisogno, indicatore del momento ottimale per cambiare marcia. Tutte le motorizzazioni soddisfano la normativa Euro 5 mentre forse a livello di naming a Monaco... potevano fare meno gli strani.
ESSESENZASPAZI Modello di ingresso la Z4 sDrive23i, scritto tutto attaccato, con il 2,5 litri da 204 cavalli a 6200 giri e 250 Nm di coppia motrice. Quanto basta per muoversi velocemente (6,6 secondi nello 0-100) e raggiungere i 242 km/h di punta massima. Via mediana la Z4 sDrive30icon 258 cavalli a e 310 Nm di coppia. Punta velocistica di 250 Km/h e solo 5,8 secondi per lo 0-100. Poi si arriva al top, con la Z4 sDrive35i con 306 cavalli, 400 Nm di coppia e velocità sempre limitata a 250, ma accelerazione da 0 a 100 in 5,2 secondi. E soprattutto solo con la versione più prestante si può avere il cambio a doppia frizione.
CON E SENZA FRIZIONE La trasmissione a doppia frizione offre sette rapporti e soprattutto cambi di marcia senza interruzione della forza motrice, per un perfetto equilibrio - anche qui come nel caso del tetto - tra utilizzo sportivo e giornaliero. Accelerazione e consumo migliorano rispetto al cambio manuale. Per i motori di cubatura inferiore rimane lo Steptronic a cambio automatico sportivo a sei rapporti. In ogni caso non mancano i paddle al volante per giocare fare i Kubica.
SUPERDOTATA Ma forse, quello che conta davvero nel passaggio generazionale è il generale affinamento e arricchimento di contenuti con una Spider che sarà pure metallica ma a cui non sembra mancare davvero nulla. Sia sotto il profilo telaistico che elettronico. Ci sono la trazione posteriore con servosterzo elettromeccanico e sospensioni anteriori a doppio snodo con braccio tirante, al posteriore con braccio unico centrale e molle e ammortizzatori separati.
ELETTRONICA AL POTERE E soprattutto il Driving Dynamic Control che offre la possibilità di regolare su tre livelli l'intonazione della vettura. Intervenendo su sospensioni, risposta del pedale dell'acceleratore, curva di erogazione del motore, soglia di ingresso del controllo di stabilità, sistema di servoassistenza, velocità di cambiata. Disponibili come optional anche l'assetto sportivo "M". E ogni forma di diavoleria multimediale con prese USB, Hi-Fi e Smartphone integrati a farla da padrone.
Z DI ZORRO Non mancano altre raffinatezze come gli pneumatici Runflat con sensori di pressione, fari Bixeno, airbag frontali e laterali e sedili con pelle trattata per ridurre l'assorbimento del calore fino a venti gradi. Ultima nota sulla produzione, che non avverrà più nello stabilimento americano di Spartanburg, riservato alla famiglia X, ma nei pressi di Regenburg in terra di Germania. Dove, guarda caso, viene assemblata anche la Serie 3 con tetto metallico. La notizia però è che la spider con la Z come Zorro è tornata, più in forma di sempre.
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