LA CRISI CONTINUA La crisi globale dei semiconduttori è lungi dal vedere la fine: il 2020, che verrà ricordato come l’anno della pandemia di coronavirus, ha fatto salire alle stelle la richiesta di dispositivi elettronici. I mesi di lockdown e i cambiamenti nelle abitudini e negli stili di vita di gran parte della popolazione mondiale hanno portato nelle case molti più computer portatili, ma anche webcam, telefoni cellulari, console per videogiochi, e in generale molta più elettronica di consumo.
La crisi dei semiconduttori colpisce anche Nissan
POVERA AUTO In questo clima, il settore dell’automobile ha pescato, come si suol dire, la pagliuzza corta: dopo gli stop alla produzione per contenere la pandemia, il crollo delle vendite durante i mesi di lockdown, adesso ci si mette pure lo shortage di microchip, in un periodo storico in cui le automobili non sono mai state così tecnologicamente avanzate, e quindi più vincolate proprio a quei componenti elettronici che è diventato quasi impossibile recuperare.
La crisi dei semiconduttori colpisce anche Nissan
STOP ALLA PRODUZIONE Il risultato? Lo stiamo vedendo in queste settimane: case che devono rinunciare ad alcuni allestimenti sulle proprie vetture (come nel caso di Peugeot e Renault), Honda che chiude - provvisoriamente - tre stabilimenti, Volkswagen e BMW che tagliano la produzione. L’ultima casa - ma solo in ordine cronologico - colpita da questa crisi mondiale è Nissan, che per voce del suo amministratore delegato Makoto Uchida fa sapere che “l’impatto che prevediamo sulla produzione di quest’anno è di circa 500mila unità”. Per capire di che cifre stiamo parlando, nel 2019 Nissan (che ha appena presentato il nuovo Qashqai) ha venduto negli Stati Uniti circa 1 milione e 250mila automobili, mentre nel 2020 solo 820mila. La situazione stava lentamente migliorando nei primi mesi del 2021, ma pensate di dover togliere mezzo milione al totale: significa più o meno dimezzare le vendite.
La crisi dei semiconduttori colpisce anche Nissan
GLI SCENARI La crisi dei semiconduttori potrebbe durare tutto il 2021, e secondo alcuni analisti potrebbe andare avanti anche per tutto il 2022. L’industria dell’automobile dovrà in qualche modo farci i conti. Come, non è dato sapere. Il punto di pareggio tra costo di una vettura elettrica - con più semiconduttori al suo interno - e una con motore termico tradizionale, previsto per il 2027, potrebbe slittare di qualche mese. Più concretamente, i rallentamenti nella produzione influenzeranno la disponibilità di automobili nuove presso i concessionari, con una prevedibile ripresa del mercato dell’usato.