Il nome sembra dire tutto: Nissan è in cerca di tranquillità. E se per quanto riguarda il conto economico sembra averla trovata, grazie all'aiuto di mamma Renault e all'impegno dell'amministratore delegato Carlos Ghosn, dal punto di vista del design c'è ancora un po' di confusione e di tensione nell'aria.
A dispetto del nome, il prototipo Serenity è un tripudio di linee tese, spigolose e molto marcate. Non viene seguita l’ispirazione che ha dato vita alla Micra da poco rinnovata, tutta curve e sorrisini, in cambio di una fredda e decisa razionalità da Samurai.
Il concetto è quello della berlina monovolume multiuso: se alcune Case hanno cercato di farlo accettare utilizzando l’arma dell’eleganza e delle linee armoniose (la Lexus LF-X, per esempio) i designer Nissan lo hanno sviluppato con una ricercatezza di linee molto d’impatto, che lascia un filo sconcertati.
Il profilo è filante come volumetria, ma la linea di cintura rischia di essere ricordata più per il suo bizantino andamento (nelle intenzioni dei designer, un ventaglio dispiegato), che per la sensazione di serenità trasmessa.
Frontale molto appuntito, con la doppia griglia stilizzata a riecheggiare i trucchi facciali del teatro giapponese, e i fari allungati e verticali. Come verticale, quasi tagliato con l’accetta, è il portellone posteriore, dominato da due gruppi di dimensioni "importanti".
Per ritrovare la perduta serenità non resta che sperare nell’interno, presentato come un’oasi zen di armonia e confort. Non ci troveremo pietre tonde e ruscelli new age, ma sedili ergonomici e arredamenti chic come un dipinto a china.