All'alba della rivoluzione elettrica l'evoluzione e la ricerca sui motori tradizionali non si fermano. Prova ne sia che Nissan ha depositato una richiesta di brevetto per un propulsore a pistoni fatto... di plastica (o, per meglio dire, di resina). La parte più esposta al calore, come spiegato nel brevetto, rimane in materiali metallici: canne dei cilindri e camere di scoppio, insomma, non cambiano. Cambia però che la parte esterna del blocco cilindri è realizzata in materiali compositi e saldata alla parte interna, con un intercapedine tra i due materiali, per consentire la circolazione dell'acqua di raffreddamento.
I PRECEDENTI Quali possano essere i vantaggi di una simile soluzione, al momento, non è del tutto chiaro. Di certo si potrà apprezzare un'ovvia riduzione di peso. Del resto, esperimenti per sostituire alcune componenti dei motori a scoppio con parti realizzate in tecnopolimeri sono in corso fin dagli anni Settanta. Parliamo, per esempio, dei propulsori Polimotor realizzati dall'americano Matthew Holtzberg: con il supporto, a partire dal 2015, dall'industria chimica Solvay. Propulsori ad alto rendimento che hanno visto anche applicazioni pratiche (dimostrative) nel mondo delle competizioni.
PILLOLE DI STORIA In Germania, il Fraunhofer Institute for Chemical Technology ICT, in collaborazione con Sumitomo Bakelite avevano sviluppato un blocco cilindri in composito rinforzato con fibre di vetro, da impiegare in un motore monocilindrico, e non mancano aziende che realizzano pistoni e bielle in carbonio forgiato (per esempio AWA Composites), per ridurre le masse in movimento e migliorare le prestazioni. Nel caso del brevetto Nissan l'alleggerimento riguarderebbe solo la parte esterna e nessun componente in movimento. Ma allora a che cosa serve?
I VANTAGGI (PRESUNTI) Con l'innovazione Nissan, si potrebbe forse apprezzare un miglior contenimento delle vibrazioni e del rumore, oltre - si suppone - a una miglior gestione dell'energia termica: i compositi sono cattivi conduttori di calore, al contrario dei metalli, e un miglior isolamento delle parti calde comporterebbe forse minori dispersioni e un maggiore rendimento del propulsore. Chissà. Resta poi da capire se l'eventuale nuova generazione di motori endotermici arriverà anche in Europa o sarà destinata a quei mercati dove l'elettrificazione totale rimane una prospettiva lontanissima e per nulla scontata. Staremo a vedere.
Fonte: WIPO (World Intellectual Patent Organization)