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Mitsubishi i


Avatar Redazionale, il 26/05/05

19 anni fa - Mi si è ristretta la citycar.

Sembra una concept ma stavolta l'apparenza inganna. Questa è infatti la prima immagine ufficiale della citycar tascabile che la Mitsubishi ha studiato per il mercato interno giapponese, dove verrà venduta nel 2006. Le sue caratteristiche però potrebbero farne un successo anche in Europa

DA GUINNESS Se farà o meno parlare di sé per i risultati vendita è ancora presto per dirlo, dato che sarà commercializzata solo l'anno prossimo. Quel che è certo sin d'ora è però che questa Mitsubishi un posto nel Guinness dei primati lo ha già prenotato ed è quello per l'auto di serie con il nome più cort "i". Una scelta curiosa, motivata però dal fatto che "i" è l'iniziale di "innovazione" e soprattutto dal fatto che in inglese "i" sta per "io". Alla faccia della modestia...

INTELLIGENTE Lo stesso nome "i" era arrivato agli onori della cronaca già nel 2003, quando la Casa nipponica aveva svelato al Salone di Francoforte un'omonima concept cui questa citycar ora vagamente si ispira. Il disegno è caratterizzato soprattutto dalla linea vagamente a uovo definita dal padiglione e dai montanti. La presenza di un ampio parabrezza inclinato dà poi alla "i" una fronte ampia e spaziosa. Un segno d'intelligenza, si suol dire, e che la piccola Mitsubishi sia furba lo conferma la sistemazione delle ruote ai quattro angoli del pianale, voluta per ottimizzare lo sfruttamento degli spazi nell'abitacolo.

PICCOLA... COSI' La cellula abitativa occupa così in toto la lunghezza della "i", di cui tuttavia non si conoscono le dimensioni al millimetro. Di questa Mitsubishi si sa comunque che rispetta i limiti imposti dalla legge giapponese per rientrare nella categoria di mercato "kei", letteralmente "leggero", e per accedere alle conseguenti agevolazioni fiscali. Lunghezza e larghezza non superano dunque i 340 e i 148 cm, mentre è scontato in partenza che l'altezza sia inferiore ai 2 metri fissati in modo bizzarro come soglia dalla legge.

INDIETRO TUTTA L'altro aspetto definito dalla normativa nipponica per le citycar kei (che meriterebbe magari di essere copiata anche dalle nostre parti...) è la cilindrata massima, che sulla "i" non supera dunque certamente i 660 cc. Se non si conoscono altre caratteristiche tecniche del motore, si sa però che, per la prima volta su una Mitsubishi, questo viene montato in posizione posteriore.

SMART DOCET Se è vero che tanti indizi non fanno una prova, resta comunque il fatto che la disposizione degli organi meccanici e lo stile della carrozzeria fanno sospettare l'esistenza di qualche contaminazione Smart nel progetto della Mitsubishi "i". Non serve certo essere gran fisionomisti per cogliere infatti come la citycar nipponica sembri sorella della fortwo ben più della forfour, la quale forse avrebbe avuto maggior successo se solo avesse imboccato proprio quella strada che ora segue la "i".


Pubblicato da Paolo Sardi, 26/05/2005
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