La piccola anglo-tedesca passa dall'atelier di John Cooper, indossa la tuta ignifuga e si prepara a scendere in pista nella stagione 2008. Prima, però, farà passerella al Salone di Francoforte.
COOPER AT WORK A Francoforte la nuova Clubman non sarà l'unica attrazione dello stand Mini. A tenerle compagnia sotto i riflettori e a contenderle i flash dei fotografi ci sarà anche la versione da competizione della seconda serie, che nel 2008 animerà le gare del trofeo monomarca Mini Challenge in Austria, Belgio, Germania e Olanda, oltre che in Nuova Zelanda e Australia. A firmarla è nientemeno che John Cooper, che prende così confidenza con il motore 1.600 Twin-Scroll turbocompresso e sviluppa il suo celebre kit di potenziamento.
GIU' DA GUERRA Fatto outing e dichiarata la sua vocazione pistaiola, la Mini John Cooper Works Challenge sfodera un look da battaglia, senza mezze misure. L'elemento più vistoso è l'alettone posteriore regolabile, "fuori come un balcone" nel senso più letterale delle parole, visto quanto sporge dal tetto. Nella parte bassa della coda spiccano invece il doppio terminale di scarico a canne mozze e un diffusore, che lavora in sintonia con l'ampio spoiler anteriore per ottenere deportanza ad alta velocità. Colorazione a parte, si fa una certa fatica a non notare anche i nuovi cerchi da 17" Borbet che calzano gomme racing Dunlop.
INTERVENTO AL CUORE Il lavoro di John Cooper e soci si è però concentrato soprattutto lontano dagli sguardi dei curiosi. Presso l'atelier inglese hanno messo mano al 1.600 turbo Twin-Scroll realizzato a braccetto dai Gruppi BMW e PSA. Già di suo si tratta di un'unità molto moderna ed evoluta, a iniezione diretta, e dotata di soluzioni tecniche raffinate, come le valvole al sodio, la fasatura variabile sull'aspirazione e la sovralimentazione sdoppiata che pompa aria nei cilindri a due a due. Dai 175 cv e dai 240 Nm della Mini Cooper S base, i tecnici sono riusciti a salire fino a quota 210 cv, con un picco di coppia di 260 Nm pronti a diventare 280 grazie al temporaneo sforzo supplementare dell'overboost.
ALTOLA'! In attesa di misurare i tempi sui vari circuiti, il cronometro fa segnare 6,1 secondi nello scatto 0-100. Più o meno la metà, ovvero 3,1 secondi, è invece il tempo che la Mini John Cooper Works Challenge impiega a fermarsi viaggiando a 100 km/h, grazie all'impianto frenante da competizione con Abs tarato ad hoc. Lo spazio di frenata dichiarato in questa prova è di 31 metri. Quando s'insiste sul pedale di destra la velocità massima è di 240 km/h.
IN GABBIA Per scaricare meglio a terra tutta la potenza del motore, la Mini John Cooper Works Challenge utilizza il differenziale autobloccante, disponibile a richiesta anche per il modello di serie. L'assetto sfrutta ammortizzatori KW Automotive regolabili in compressione e in estensione, mentre a rinforzare il telaio e a proteggere il pilota c'è una gabbia tubolare. Neanche a dirlo, l'abitacolo è spoglio, con un unico sedile superavvolgente dotato di poggiatesta integrato e cinture a sei punti. Messa sulla bilancia insieme al pilota, la Mini John Cooper Works Challenge fa fermare l'ago a 1.150 kg, ovvero 30 kg meno della versione da corsa ricavata sulla base della prima generazione.
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