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Limiti di velocità

Milano va lenta: dal 2024 tutti a 30 km/h


Avatar di Claudio Todeschini, il 10/01/23

1 anno fa - Milano, dal 2024 il limite di velocità verrà portato a 30 km/h: come cambierà la città

Milano, dal 2024 il limite di velocità verrà portato a 30 km/h: come cambierà la città
Entrerà in vigore il prossimo anno il limite di velocità di 30 km/h in (quasi) tutta la città: i benefici per sicurezza e inquinamento

Seguendo l’esempio di Bruxelles, Parigi e Zurigo, nel 2024 anche Milano inizierà il cammino per diventare una cosiddetta “Città 30”, dove il limite di velocità per tutti i veicoli a motore viene abbassato dagli attuali 50 a 30 km/h, con l’eccezione di alcune strade e arterie di grande scorrimento. In Italia delibere analoghe sono state prese nelle scorse settimane anche da Parma e Bologna.

PROVVEDIMENTO SHOCK?

LA DECISIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE La delibera del Consiglio Comunale di Milano è stata approvata ieri, grazie a un ordine del giorno depositato e sottoscritto da ventisette consiglieri, primo firmatario Marco Mazzei, insieme a Giulia Pastorella, Lisa Noja, Daniele Nahum, Gabriele Rabaiotti e Valerio Pedroni. La delibera impegna il sindaco Beppe Sala e la giunta del capoluogo lombardo a istituire il nuovo limite di velocità a partire dal primo gennaio del prossimo anno.

E IL TRAFFICO? Di primo acchito, una notizia del genere rischia di far storcere il naso (a dir poco): già in città c’è tantissimo traffico e ci si muove piano, se non pianissimo... Che senso ha limitare ancor di più la velocità delle auto? Il nocciolo della questione sta proprio qui: la velocità media, in ambito urbano, “già si attesta sui 10/12 km/h, ha dichiarato Mazzei durante la discussione in Consiglio Comunale. 

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VELOCITÀ NEL TRAFFICO

SI VA DAVVERO PIÙ PIANO? Un report dell’Ufficio Prevenzione Infortuni della Svizzera - qui il link allo studio - mostra come la riduzione del limite di velocità non ha un “impatto significativo sui tempi di viaggio”, che si allungano di circa 2 secondi ogni 100 metri in condizioni ideali (quindi di circa un minuto e mezzo ogni 5 km), e che restano sostanzialmente invariati nel traffico più intenso e nelle ore di punta. Più che dalla velocità, infatti, il traffico dipende da altri fattori come il coordinamento dei semafori (le mitologiche “onde verdi”), i passaggi pedonali e le fermate delle linee di trasporto pubblico. Upi cita alcuni studi che dimostrano come il traffico in realtà a 30 km/h scorra meglio, perché diminuiscono frenate e accelerazioni continue.

I VANTAGGI Il primo vantaggio di questa decisione (ma non certo nuova o inaspettata: le zone a 30 km/h sono una realtà sempre più diffusa in tutte le città) riguarda inevitabilmente la sicurezza di pedoni e ciclisti. Già il Piano nazionale per la sicurezza stradale, presentato dal Ministero dei Trasporti lo scorso aprile, dice testualmente che “dove ci possono essere impatti che coinvolgono veicoli e pedoni, la velocità dovrebbe essere ridotta a trenta chilometri orari”, in accordo con quanto già stabilito lo scorso anno dal Parlamento Europeo, che indica una serie di proposte per rendere le strade più sicure e raggiungere l’obiettivo di zero morti su strada entro il 2050.

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AUMENTA LA SICUREZZA

I dati ACI / Istat parlano chiaro, e dicono che in città gli incidenti per eccesso di velocità sono responsabili del 43,9 per cento dei morti e del 69,7 per cento dei feriti. Andando più piano aumenta il campo visivo del conducente e si riducono sensibilmente gli spazi di arresto (che passano da circa 40 a 20 metri): le conseguenze di un impatto con un pedone o un ciclista sono molto meno gravi. Nel report di Upi si legge che “in caso di collisione con un veicolo che viaggia a 50 km/h il rischio di morte per un pedone è sei volte maggiore rispetto a un veicolo che viaggia a 30 km/h”. Ancora, “In caso di collisione con un veicolo che circola a 50 km/h tre pedoni su dieci non sopravvivono”. La riduzione della velocità porterebbe anche a una riduzione del 33% degli incidenti gravi: a Bruxelles, che è una “Città 30” dal gennaio 2021, nei primi sei mesi di quell’anno gli incidenti sono calati del 20% rispetto ai cinque anni precedenti, con una riduzione del 25% dei feriti gravi (fonte: Bruxelles Mobilité)

IMPATTO SULL'INQUINAMENTO

INQUINAMENTO ACUSTICO La riduzione della velocità porta a una diminuzione anche significativa del rumore complessivo in città, a tutto vantaggio della qualità della vita dei cittadini. A Bruxelles e Zurigo, due grandi città che hanno portato il limite a 30 km/h negli anni scorsi, si è registrata nelle zone più trafficate un calo di 1,7 dB(A), anche di notte.

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INQUINAMENTO Da ultimo, andare più piano potrebbe anche far inquinare meno: il Piano Area Clima della Città di Milano prevede - tra le tante cose - anche una sensibile riduzione nei prossimi anni delle polveri sottili che si sollevano dal manto stradale, cosa che la minor velocità delle auto contribuisce a ottenere. A questo si aggiunge anche il Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria (PRIA), che prevede la riduzione degli ossidi di azoto grazie alla maggior fluidità del traffico ottenuta dall’abbassamento della velocità in città.

Quella di trasformare Milano in una “Città 30” sarà una decisione difficile da far digerire ai cittadini, che già in questi ultimi due anni, complice anche la pandemia, hanno visto cambiamenti radicali nella mobilità cittadina. I prossimi mesi serviranno quindi al Comune per lanciare una campagna di informazione e comunicazione capace di spiegare i benefici di questa scelta

IL NODO DEL TRASPORTO PUBBLICO Il passaggio a “Città 30” ha come obiettivo secondario anche disincentivare l’uso dell’auto privata (come già i nuovi divieti di Area B), e per questo sarà fondamentale potenziare e rendere più appetibile l’uso dei trasporti pubblici, aspetto sul quale al momento l’Amministrazione Comunale non appare altrettanto impegnata.


Pubblicato da Claudio Todeschini, 10/01/2023
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