Volete risparmiare carburante senza pregiudicare le prestazioni? Michelin Energy Saver+ promette risparmi, sicurezza e longevità e si è messo alla prova in un viaggio di 34.480 chilometri attraverso l’Europa.
ROLLING STONES Con ruote di pietra forse si potrebbe risparmiare carburante, ma alla prima frenata o alla prima curva l’effetto non sarebbe piacevole e anche il comfort non sarebbe proprio il massimo, niente a che vedere con Sympathy for The Devil dei Rolling Stones. Per gli pneumatici le prestazioni sono antagoniste: per esempio, meno resistenza al rotolamento porta bassi consumi ma in teoria gomme più scorrevoli portano anche meno grip e quindi anche meno sicurezza. Michelin con il programma Total Performance sfida le leggi della fisica e presenta Michelin Energy Saver+.
LABELLING La gomma è importante nell’economia dell’auto. Innanzitutto sui consumi, con un pieno ogni cinque che se ne va per colpa degli pneumatici. E poi sulla sicurezza e in questo caso l’etichettatura obbligatoria degli pneumatici, come quella degli elettrodomestici, è un bel passo avanti nei confronti degli automobilisti anche se fornisce una valutazione soltanto sui consumi, la rumorosità e la frenata sul bagnato. Non sulla durata e sulla frenata su asciutto, condizione in cui si verifica il 70% degli incidenti. E frenata su asciutto e frenata su bagnato sono prestazioni antagoniste.
MENO CONSUMI, MENO METRI Michelin Energy Saver+ promette un risparmio di 200 litri dopo 45.000 chilometri in rapporto a uno pneumatico che rientra nei limiti minimi previsti dal regolamento europeo sull’etichettatura, quasi il costo di un nuovo treno di gomme. Ma senza pregiudicare il grip, con 16 metri in meno in una frenata da 60 a 20 km/h sul bagnato rispetto alla solita pecora nera del labelling. Ma migliora anche rispetto a se stesso o, meglio, rispetto al suo predecessore Energy Saver senza il +: meno 60 litri e meno 6 metri.
DANNO I NUMERI Il merito è della ricerca che un produttore come Michelin può permettersi. Qualche dato è interessante: 6.000 tra ricercatori, ingegneri, chimici, sviluppatori, biologi, agronomi, collaudatori ed esperti di tribologia (non sono studiosi di tribolazioni, è la scienza fisica che tratta dell’attrito e dei suoi effetti), meccanica dei fluidi, acustica e metallurgia in Europa, America e Asia, 592 milioni di euro l’investimento in Ricerca e Sviluppo, 400 strumenti di simulazione differenti, 1 giro completo della Terra ogni 12 minuti circa durante i test di durata su strada e di endurance, per un totale di 1,8 miliardi di chilometri l’anno, 75.000 test condotti ogni anno con i client per 96 milioni di chilometri solo per le auto.
PUZZLE Ogni pneumatico è composto di 200 componenti distinti, tra cui: elastomeri, plastificanti, additivi chimici, agenti rinforzanti, rinforzi metallici e tessili. Per ottenere la formula magica e mettere alla prova il risultato Michelin esegue 4 tipologie di test: test di laboratorio su materiali e semifiniti, test su macchinari di prova, test su strada e su pista (soggettivi e oggettivi) e test di prova sul campo con i clienti.
TOTAL PERFORMANCE Grazie ai 6.000 volenterosi Michelin si cimenta dal 2010 nella quadratura del cerchio e della gomma ed entro il 2012 avrà rinnovato l’80% della gamma seguendo il programma Total Performance, ovvero come migliorare ogni performance senza penalizzare ma, anzi, migliorare le altre. E non è un compito da poco ma dichiara di essere riuscita nell’intento con il nuovo Energy Saver+. Mettere insieme esigenze differenti non è facile, dal risparmio energetico alla sicurezza.
ANTAGONISTI Se si desidera ridurre il consumo di carburante ci si scontra con l’esigenza di ottenere anche una durata chilometrica soddisfacente. Per ottimizzare la durata, la soluzione più semplice consiste nell’impiegare più mescola sul battistrada. Questa opzione però, aumenta il consumo di carburante, perché è maggiore la quantità di mescola che si deforma a ogni giro dello pneumatico. Anche aderenza su asciutto e su bagnato hanno esigenze tecniche differenti. Sull’asciutto la gomma migliore è la gomma slick, liscia e con il massimo di impronta a terra, gomma che sul bagnato galleggia come un canotto, dove invece il battistrada deve avere tanti spigoli per tagliare l’acqua e tanti canali per smaltire l’acqua.
BUONI CONTATTI Per mettere d’accordo tutti Michelin Energy Saver+ aumentando la superficie di contatto del 10% rispetto a Energy Saver per miglioare il grip su asciutto e bagnato e migliora anche la struttura delle tele per mantenere ben piatta l’area di contatto. La mescola EcoGrip è nuova e limita il riscaldamento della mescola diminuendo il fabbisogno di energia. Si rimodella anche i fianchi e ha nuovi legami (molecolari) per un rapporto più duraturo. Così sull’etichetta sfoggia una classe B nei consumi e classe A nella frenata sul bagnato.
PERFORMANCE TOUR La prova finale per l’Energy Saver+ è con al concorrenza. Ad aprile è partito dal centro Dekra di Clermont Ferrand il Performance Tour, sei Golf equipaggiate con sei pneumatici concorrenti ed equivalenti nelle caratteristiche. Il tour si è concluso ora a Stoccolma dopo 34.480 chilometri e la massima escursione termica, varianza di curve e velocità. Il risultato è che l’Energy Saver+ si è comportato più che bene per frenata sul bagnato, durata e consumi.
MISURE DA LAVORO La gamma Michelin Energy Saver+ sarà disponibile in 14, 15 e 16 pollici, con codici di velocità T, H e V e in 58 dimensioni diverse. Energy Saver+ ha anche un fratello che lavora sodo, con spalle forti per sostenere il peso di veicoli commerciali leggeri, Michelin Agilis+, anch’esso con un + che significa un risparmio di 150 litri su 60.000 chilometri rispetto al precedente Agilis: 270 litri in meno su 60.000 chilometri e meno 17 metri nella frenata 60-20 su bagnato rispetto alla pecora nera tra i concorrenti nel labelling.