Gli anni della pandemia sono stati difficili per tutti, e lo scenario attuale è tutt’altro che chiaro: la guerra innanzitutto, con tutto quello che si porta appresso anche in termini industriali, ma anche la pandemia, che non è affatto un capitolo archiviato, e poi la crisi dei semiconduttori e delle materie prime... “Se fino a qualche anno fa riuscivamo a pianificare tutto quanto in maniera molto precisa e puntuale, gli eventi di questi anni rendono tutto molto più complesso. È un problema che coinvolge tutti i costruttori, e che anche Mazda affronta con il massimo dell’impegno, con la tenacia e la determinazione tipicamente giapponesi”, ha dichiarato in maniera molto schietta e onesta Claudio Di Benedetto, Marketing & PR director presso Mazda Motor Italia.
OBIETTIVI POST-PANDEMIAMazda che esce tutto sommato abbastanza bene dalla pandemia: rispetto al 2021 la casa giapponese sta registrando una crescita, a livello europeo, del 13,5% a fronte di un’industria che guadagna poco più del 2% su base annua, e con una quota di mercato che si attesta attorno al 2,5%. L’obiettivo di vendite del 2022 è di 200mila unità, valori analoghi a quelli pre-pandemia. In questo senso fa ben sperare anche il successo dei pre-ordini della nuova ammiraglia CX-60, il primo SUV ibrido plug-in di Mazda: le prevendite sono state aperte il giorno della presentazione ufficiale, lo scorso 8 marzo 2022, e a oggi è già stato raggiunto l’obiettivo di preordini fissato per settembre, mese in cui l’auto arriverà fisicamente nelle concessionarie italiane.
OBIETTIVO 2050 Come tutti gli altri costruttori, anche Mazda sta lavorando verso una graduale e progressiva elettrificazione della propria gamma, ma senza gli eccessi di altri costruttori. “Il cammino che ci porta a un futuro elettrico non si inizia dall’oggi al domani, non è un interruttore che puoi accendere a comando”, continua Di Benedetto. “Per Mazda è un passaggio graduale, ed è per questo che il nostro continua a essere un approccio multisoluzione, con offerte di motorizzazioni per tutte le esigenze, dalle elettriche pure ai motori a gasolio, con tutto quello che c’è di mezzo, dalle plug-in ai mild-hybrid”.
NUOVI MOTORI TERMICI Non è un caso, insomma, come ci hanno raccontato gli ingegneri di Mazda prima di lasciarci le chiavi di CX-60 per la prima prova su strada per la stampa europea, che nei prossimi mesi arriveranno due propulsori nuovi di pacca per il SUV D giapponese, entrambi mild hybrid a 48V: un 6 cilindri benzina da 3 litri e un 3.3 sei cilindri a gasolio, con due livelli di potenza, con emissioni inquinanti particolarmente basse.
OBIETTIVO 2050 L’obiettivo più a lungo termine di Mazda è il 2050, quando la casa giapponese punta a diventare carbon neutral per tutto quello che coinvolge sviluppo, produzione, stabilimenti, prodotti (auto) ecc. Da qui al 2030, invece, i piani sono più definiti e graduali. Entro il 2025 arriveranno tre modelli solamente elettrici (tra cui, molto probabilmente, la seconda generazione di MX-30 e una piccola da città), cinque modelli ibridi e cinque modelli plug-in. Dal 2025 in poi, invece, debutterà il nuovo pianale Skyactive EV Scalable Architecture, flessibile e adatto a diversi tipi di carrozzeria, lunghezza e dimensioni, con motorizzazioni prevalentemente elettriche. Mazda prevede infatti che, dal 2025, le BEV avranno in tutta Europa un boom di vendite analogo a quello che abbiamo visto in questi anni nei paesi del Nord, Norvegia in particolare.
MX-30 MY2022 Nel corso dell’anno sono previste importanti novità per l’unico modello a batteria della casa giapponese: il piccolo SUV MX-30, che dal giorno del suo debutto ha venduto circa 20mila unità in tutta Europa, verrà presentato in versione MY2022 con qualche modifica in abitacolo e una maggiore potenza di ricarica.
IL RITORNO DEL WANKEL La gamma di MX-30 si amplierà poi, sempre entro la fine dell’anno, con una nuova versione plug-in range extender, chiamata Rotary R-EV, e che segnerà il ritorno sulla scena del rotativo Wankel. Il motore non sarà collegato alle ruote di trazione, ma fungerà solo da generatore per le batterie (la cui capacità non è ancora stata dichiarata), che potranno essere ricaricate anche dalla presa di corrente. Una soluzione vista per esempio su BMW i3 Range Extender, e in parte nella nuova Nissan Qashqai e-Power (che, però, non ha la presa di ricarica).