Dalle supersportive alle compatte. Il futuro "elettrico" porta anche i costruttori di auto esclusive a studiare una mobilità più sostenibile. Ecco come sarà la city car del 2015 secondo Lotus.
ATIPICA Dimensioni compatte, passo corto, non un filo di muscoli o alettoni. Aggiungeteci che si abbevera con una cannuccia spinata che risucchia watt da una comune presa di corrente. Direste mai di essere di fronte a una Lotus? Probabilmente no, se non fosse per il marchio stampato sulla targa e la garanzia che quelli che si vedono sono di bozzetti ufficiali. Trattasi di una city-car elettrica proiettata nel futuro (precisamente nel 2015), realizzata abbandonando in via del tutto eccezionale il campo delle supersportive bruciabenzina.
LIGHT Lunga due metri e 60 centimetri, larga un metro e sessanta: le sue dimensioni oscurerebbero una Smart ma resta pur sempre più piccola di una IQ. E di entrambe è più alta, nonostante le linee avvolgenti tentino di esibire qualche taglia in meno. Quattro posti l'offerta di seduta dichiarata, da riscrivere più realisticamente 3+1. Detto questo, l'unico comune denominatore con le roadster di Casa sta nella leggerezza dei materiali utilizzati: telaio in alluminio di tipo spaceframe (che garantisce rigidità e resistenza a dispetto del peso leggero) e portiere in lega di magnesio che scorrono lungo speciali cerniere.
MULTIMEDIALE Le luci a led servono invece a conferirle un aspetto visionario rispetto alle comuni city car, lo stesso dicasi per i pannelli solari da cui è composto il padiglione, che oltretutto vanno in soccorso della batteria per prolungare l'autonomia del mezzo. Nulla di sbalorditivo, però, se confrontato all'abitacolo, dove una dock station posta a fianco del volante serve a comandare una molteplicità di device: i pod, cellulare, radio e navigatore, oltre ai normali input di un pannello strumenti. Per determinare il senso di marcia si utilizza invece il paddle a destra del volante: avanti o indietro, solamente premendo o sollevando la paletta con un dito.
CENTOCELLE Oltre ad essere leggero e robusto, il telaio di tipo spaceframe asseconda bene anche le esigenze di alloggio delle cento celle di litio che compongono il pacchetto-batteria; e soprattutto si dimostra flessibile, prestandosi all'eventuale aggiunta di altre 100 celle come range extender qualora i 50 chilometri scarsi di autonomia garantiti dalle prime 100 non fossero abbastanza. Tenendo sempre in conto che parliamo di un'auto pensata per i brevi spostamenti quotidiani, capace di una velocità di punta non superiore ai 105 km/h.
A TERZI Una volta prosciugata la batteria, si allaccia l'auto alla presa di corrente e si lasciano passare tre ore e mezza, tante quante ne richiede una ricarica completa. Altri dettagli del progetto li scopriremo solo quando (quasi certamente a Francoforte) verrà presentato ufficialmente questo prototipo. Che per Lotus resterà unicamente un puro esercizio di studio e di stile, ma che costruttori terzi potrebbero decidere di produrre in serie in un futuro non troppo lontano.