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Retroscena:

Lamborghini Reventòn Roadster, come è nata


Avatar Redazionale, il 06/11/09

15 anni fa - Dall'idea iniziale, ai primi disegni fino al rivoluzionario metodo di progettazione. Ecco come si lavora in Lamborghini attraverso il racconto della nascita della Reventòn Roadster.

Dall'idea iniziale, ai primi disegni fino al rivoluzionario metodo di progettazione. Ecco come si lavora in Lamborghini attraverso il racconto della nascita della Reventòn Roadster.

DIETRO LE QUINTE Non servono tante parole per capire quanto sia esclusiva la versione scoperta della Reventòn: basta guardarla. Design mozzafiato, prezzo idem, e il fatto che sarà prodotta in soli venti esemplari contribuiscono a darle un'aria da diva come poche altre. Quello che però non molti conoscono è come si è arrivati a definirne le linee e le proporzioni. Ce lo racconta in esclusiva Filippo Perini, Capo del Centro stile Lamborghini, partendo dalla prima versione, la Coupé, presentata due anni fa, fino alla Roadster, di cui sono iniziate le consegne il mese scorso.

OCCHI NUOVI "Il brief iniziale era quello di realizzare una vettura veramente esclusiva, partendo dalla base della LP 640-4", racconta Perini, "Le uniche limitazioni che avrebbero influenzato il design esterno riguardavano i gruppi ottici, le portiere e il cofano, che per motivi di tempi e costi sarebbero dovuti rimanere analoghi a quelli della Murcièlago iniziale". Ma se una vettura deve essere esclusiva deve esserlo fino in fondo e fu così che dopo aver avuto la garanzia dai fornitori di rispettare i tempi e i costi prestabiliti, Perini convinse Audi ad annullare questo vincolo, ottenendo così l'autorizzazione a realizzare una forma della vettura del tutto inedita.

QUASI VOLA"L'idea di fondo" continua Perini, "era quella di esordire con un modello cabrio, proprio per sottolineare l'esclusività di questa vettura. Dopo alcune valutazioni preferimmo però non rischiare, optando per la più classica Coupé, che a seguito dell'indiscusso successo successivo ha spianato le porte alla sorella senza tetto". La ricerca concettuale durò 10 giorni, partendo da alcune foto di ispirazione che esprimevano il carattere della Casa. Denominatore comune di molti scatti su cui il team di Perini iniziò a lavorare era l'aviazione militare. Fu così che dai tratti del caccia F22 iniziò a delinearsi la forma della nuova supercar. Un'ispirazione che il Centro Stile di Casa ha enfatizzato nelle linee della carrozzeria ma anche negli interni, dove per la strumentazione, oltre alla classica impostazione analogica, si può scegliere una grafica aeronautica.

ILLUSIONE VIRTUALEIl Centro Stile di Sant'Agata Bolognese conta meno di 10 designer, e nelle fasi iniziali ognuno presenta le proprie proposte con le tecniche che predilige. Il lavoro su carta dura però poco e la progettazione passa quasi subito ai modelli virtuali, che vengono realizzati dagli stessi designer. Viene eliminato così il passaggio ideatore-matematizzatore in modo da cancellare ogni filtro stilistico e conservare intatta l'idea iniziale.

DI CORSA ALLA META E' proprio grazie a questo metodo di lavoro che nel febbraio 2007 la Lamborghini riuscì ad arrivare al Salone di Francoforte (in ottobre) con il modello definitivo. Le potenzialità del software permisero ai designer di Sant'Agata di avere in poco tempo un'anteprima molto realistica così da proporla alla clientela. Che nel caso della Reventòn fu particolarmente entusiasta, al punto da acquistare tutti gli esemplari in programma prima ancora della loro messa in produzione.

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GIOCO D'AZZARDO Un processo del genere presenta indubbiamente dei vantaggi in termini di tempo, ma presenta anche grandi rischi. La mancanza di modellini in scala ridotta, solitamente utilizzati nelle fasi intermedie per la valutazione dei volumi e delle varie viste, comporta un passaggio diretto dal computer agli stampi industriali, così che un piccolo errore potrebbe costare molto caro. "L'assenza di modelli in scala" racconta Perini, "ha inoltre comportato studi aerodinamici basati sulla sola simulazione virtuale, ma grazie ai software di Audi e all'esperienza fatta con la madrina Murciélago, si è riusciti ad ottenere un coefficiente di penetrazione addirittura migliore di quest'ultima".

VIA IL TETTO Perini quasi si vergogna a dirlo, ma se la Coupé è stata sviluppata nel tempo record di 8 mesi, la versione scoperta è costata solamente 10 giorni di lavoro al team del centro stile. In effetti gli interventi sono stati limitati alla zona del cofano motore, che ripropone la sfaccettatura delle superfici del resto della carrozzeria. In particolare quattro scaglie di cristallo mostrano il maestoso propulsore, sorrette da una "spina dorsale" seghettata che, a ridosso dei sedili, si collega ad un piccolo spoiler su cui trova posto la terza luce di stop.

CUORE RINNOVATO La Reventòn si ripropone così dopo due anni con una veste nuova ed un cuore più pompato. L'incremento della cavalleria segna infatti un +20cv, grazie all'adozione del motore 6.5 della LP 670-4 SuperVeloce, che a 8000 giri/min sviluppa 670cv. Il lieve incremento di peso per l'irrigidimento strutturale penalizza un po' le prestazioni, così che invece dei 340 km/h della versione Coupé bisognerà accontentarsi dei "soli" 330 orari. Nessuna perdita invece nello spunto, con il cronometro che si ferma ancora a 3.4 secondi nello 0-100.

SICUREZZA PESATA La grande rigidità della cellula di sicurezza, in acciaio ad alta resistenza e carbonio (la stessa della coupé), ha fatto sì che ci volesse un minimo intervento anche per contrastare la mancanza dei montanti posteriori. I rinforzi necessari a garantire la sicurezza degli occupanti hanno così comportato un incremento di peso complessivo di 25 kg, portando l'ago della bilancia a quota 1.690. Per completare l'opera in Lamborghini hanno montato due pop-up dietro i sedili, pronti a sollevarsi in ogni possibile situazione di ribaltamento.

SI RIFÁ IL TRUCCO Nuova la linea, nuovo il motore, e nuova anche la tinta esterna. "Grigio Reventòn" è il nome del colore pensato per quest'ultima Lamborghini, opaco e molto simile a quella della Coupé, tranne che per una leggera differenza di sfumatura. Grazie a particolari particelle metalliche immerse nella tinta, la verniciatura trasmette un'impressione di profondità molto particolare che, assieme alle superfici taglienti, rende unica l'intera carrozzeria. 


Pubblicato da Davide Varenna, 06/11/2009
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