La nuova due volumi del Biscione cerca il giusto equilibrio tra comfort e sportività per arrivare ai vertici del segmento C. Tra le sue carte migliori ci sono un inedito pianale modulare e un'elettronica di ultima generazione..
RADIOGRAFIA Nel giro di qualche settimana si potrà finalmente ammirare dal vivo la nuova e attesissima Giulietta. A quel punto sarà difficile non concentrarsi sulle forme della sua carrozzeria, andando alla scoperta del profilo migliore e di tutti i giochi di luce possibili alle varie angolazioni. Meglio allora tirarsi avanti e dedicarsi sin d'ora alla scoperta dei segreti più nascosti di quest'Alfa, facendole una bella radiografia e cercando di capire cosa si nasconda sotto le sue lamiere.
PUNTA IN ALTO La macchina è stata progettata innanzi tutto con l'intento di tenere alto il buon nome dell'Alfa Romeo in materia di handling e di feeling per il guidatore, a partire da uno sterzo chirurgico. Il tutto, però, provando a porsi comunque ai vertici del segmento C anche in fatto di sicurezza e di comfort, di guida e climatico. Senza dimenticare, poi, anche il cosiddetto parametro NVH, tanto caro soprattutto agli americani (la sigla liofilizza i concetti di Noise, rumore, Vibration e Harshness, letteralmente asprezza, ruvidità).
IL TERZO PILASTRO Per sapere se i tecnici siano riusciti o meno a creare questo magico equilibrio bisognerà provare la Giulietta su strada ma si può già dire che in Alfa si sono impegnati a fondo per raggiungere l'obiettivo, con il supporto e la tecnologia di tutto il Gruppo Fiat. La nuova due volumi del Biscione nasce su una piattaforma battezzata "Compact", che amplia la famiglia dei pianali di ultima generazione aggiungendosi a quello "Mini", usato nel segmento A, e a quello "Small", che fa da base per i segmenti B e L0. Il pianale Compact, tra l'altro, ha la caratteristica di essere modulare. Consente cioè di ottenere configurazioni diverse, con passo più lungo oppure più corto, variando semplicemente elementi centrali del pavimento e dei longheroni laterali, ed è quindi pronto per eventuali sviluppi ulteriori della gamma.
FA LA DURA Oltre a doti di trasformismo degne di Arturo Brachetti, il telaio "Compact" vanta anche una notevole rigidezza in rapporto al peso, praticamente invariato rispetto ai pianali meno prestanti del passato. Ciò grazie soprattutto all'impiego mirato di materiali quali alluminio (come per la traversa anteriore), magnesio (nel sottoplancia) e acciai alto e ultra resistenziali. Alcuni elementi sono addirittura in acciaio temprato, stampato a caldo, mentre nella zona anteriore e in quella posteriore, vi sono parti in Xenoy, materiale plastico nobile, leggero e dotato di ottime capacità nell'assorbimento dell'energia in caso d'urto.
BRACCIO D'ALLUMINIO L'alluminio è largamente utilizzato anche a livello dei bracci delle sospensioni. Quelle anteriori sono tipo McPherson, progettate prestando grande attenzione alla resistenza ai carichi laterali, mentre quelle posteriori adottano uno schema multilink, che promette un ottimo rendimento senza rubare spazio al vano bagagli. Se gli ingegneri sperano di raccogliere gli stessi consensi avuti a suo tempo dalla 147 e di diventare un punto di riferimento in materia di pulizia e piacere di guida è però anche per lo sterzo, ad assistenza elettricae integrato con il DNA.
ELETTRONICA AL POTERE Le tre lettere sono in questo caso le iniziali di Dynamic, Normal e All-weather (qualsiasi tempo), che identificano i programmi di funzionamento dell'elettronica di bordo selezionabili tramite un apposito manettino. A loro corrispondono risposte sportive, confortevoli e super-soft del motore, dello sterzo, dello sterzo, del controllo elettronico della stabilità VDC, del differenziale elettronico Q2 e dell'eventuale cambio robotizzato.
SOTTO PRESSIONE A livello di assistenza, antibloccaggio e ripartizione, l'elettronica dà da sempre una grossa mano anche sul fronte dei freni. La Giulietta ha però un ulteriore asso nella manica. E' la funzione Pre-Fill, attiva in modalità Dynamic, che precarica l'impianto a livello di pressionequando i sensori del VDC intuiscono dal comportamento del pilota che è imminente una frenata d'emergenza, accorciando così i tempi d'intervento delle pastiglie e di conseguenza gli spazi d'arresto. Un bell'aiutino nella guida sportiva dovrebbe venire anche dal sistema Dynamic Steering Torque, studiato per "suggerire" al pilota la correzione giusta, rendendo più leggero lo sterzo nella direzione in cui è giusto girare il volante per controllare meglio la macchina. Ce n'è abbastanza per non vedere l'ora di fare un giro…