Pensata in primis per il mercato USA, la Kia Optima associa al vestito raffinato una tecnologia ibrida che concilia prestazioni e coscienza. Ancora da definire eventuali sviluppi per il nostro mercato.
TEMPI MODERNI Non ci sono più le coreane di una volta. E questo si sapeva, come si sa, andando a guardare il mercato automotive su scala globale, che il quinto gruppo a motori del mondo è partito da Seoul per trovare solide basi negli USA e, nel giro di un ventennio, anche in Europa.L’ultima nata,un gran pezzo di berlina lunga 4,8 metri e sicura delle sue forme fin quasi a sconfinare nel glamour, offre lo spunto per la riflessione. A maggior ragione considerando che sotto il vestito c’è un ibrido con i fiocchi, con batterie al litio - le stesse che utilizziamo nel nostro telefonino concettualmente - e tutto quel che serve per giocarsela alla pari con le migliori. Si chiama Optima Hybrid e tra carrozzeria levigata, prestazioni e spirito ambientale, unito ad interni che sembrano curati anche nell’impatto visivo, autorizza a pensare che anche fuori dal Nord America potrebbe essere apprezzata. Ecco i contorni estetici e tecnici.
CHE MATITA Le linee tese, in comune con le versioni normali, che disegnano volumi definiti e un’insieme metallico lontano dalla copia e dal banale, sono il primo indizio di ricercatezza anche della Kia Optima Hybrid. A partire dal muso, dove intorno ai gruppi ottici trapezoidali c’è il marchio di fabbrica del new deal stilistico firmato dal designer (ex Audi) Peter Shreyer: la mascherina dentata e cromatacon un buco nero al centro. Verso l’esterno, con tagli affilati ridondati da alcuni giochi stilistici, come i tagli sul paraurti e le branchie sui fianchi di intonazione sportiva, partono le forme che fanno spazio alle ruote con grandi cerchi portate all’estremità, quasi senza sbalzo, come sulle auto sportive e come aveva insegnato la Bmw Serie 3 di inizio Anni 90.
CODATRONCA Poi ci sono le superfici levigate della fiancata, semplici ma che salgono verso l’alto, con una linea di cintura che in chiusura del finestrino posteriore lascia spazio ad un padiglione da fastback, con un baule alto e corto come vuole la moda giovane imperante anche per le berline che vogliono e devonopiacere a clienti sempre verdi nello spirito al di là dell’età anagrafica. Non ci sono cadute di stile ma, anzi, un dettaglio fuorviante ancorché piacevole. Proprio dal formoso posteriore sbucano due terminali di scarico cromati. Che dicono la verità su prestazioni adeguate ma non sulla natura eco-oriented di questa Optima.
CONDIVISIONE In comune con le altre Optima ci sono le linee, l’architettura con motore e trazione anteriore e sospensioni McPherson all’avantreno e Multilink al retrotreno. Ma motore elettrico, sistema di controllo centrale, batterie ai polimeri di litio sviluppate con LG Chem sono solo alcuni degli elementi che compongono la soluzione ibrida di Kia. Prima di entrare nel dettagli ci sono da segnare sul taccuino prestazioni adeguate alle esigenze di mobilità moderna, con uno zero-cento in 9,2 secondi e una punta massima prossima ai 200 chilometriorari, e consumi che, fidandosi della Casa, si promettono vicini alla soglia dei venti con un litro (5,88 litri per 100 km ad essere precisi). Ci sono alcune ricercatezze aerodinamiche, come la scocca ribassata.
ORGOGLIO COREANO Ma quello che inorgoglisce i tecnici Kia e su cui batte il comunicato stampa ufficiale è lo spirito d’orgoglio per aver realizzato un sistema ibrido d’avanguardia, basato sul propulsore termico di 2,4 litri da 169 cavalli abbinato ad un motore elettrico che eroga in aggiunta l’equivalente di altri 40 cavalli e 205 Nm di coppia. Posizionato tra motore tradizionale cambio, è il primo sistema del genere al mondo raffreddato ad olio. Mentre una frizione speciale ed un cambio automatico a sei rapporti, ma senza convertitore di coppia, rendono possibile il funzionamento in modalità solo elettrica fino anche a 100 chilometri orari. Il tutto per una guida più coinvolgente secondo la Casa rispetto ad altre soluzioni proposte dalla concorrenza, come ad esempio il cambio CVT.
IBRIDO CASA Non manca la frenata rigenerativa mentre un computer di bordo centrale tiene d’occhio tutti i parametri e le varie “periferiche” di sistema come motore, batterie, unità elettrica per ottimizzare sempre consumi e logiche di funzionamento. Chiamando ad esempio il propulsore elettrico a differenti compiti come aiutare lo spunto o ricaricare le batterie in base ad un’analisi in tempo reale delle esigenze. Interessante anche la presenza di una modalità d’emergenza “portami a casa” che, in caso di malfunzionamento del sistema, assicura comunque la percorrenza in modalità elettrica a prestazioni ridotte. Le batterie sono garantite per dieci anni o 240.000 chilometri, mentre di regola la Optima Hybrid si avvia sempre in elettrico.
SFIDE GOBALI Mancano ancora i prezzi, ma come sempre la competitività della proposta sarà assicurata, e così i piani di commercializzazione per il nostro Paese. Ma resta un bell’esempio di berlina contemporanea che si propone senza complessi sul mercato delle sfide globali. Anche con tecnologia ibrida. Segni di consapevolezza tecnologica ma anche di strategie di marketing che posizionano il marchio e le auto coreane non più all’inseguimento e neppure nella mischia. Da inizio 2011 sarà acquistabile nei concessionari degli States che potrebbero apprezzarla, come altre auto del gruppo, premiandone non solo la convenienza di una riduzione dei consumi nell’ordine del 40% rispetto alla versione senza motore elettrico, ma anche uno spirito verde e ammiccante al tecnologico adeguato ai tempi.