Persino Sorento non è nulla a confronto. Qualcuno comunque il nome l'avrà pur deciso, per cui: benvenuta "Opirus". Si chiama così l'ultima Kia, un'ammiraglia nientemeno, che la Casa coreana si appresta a lanciare al Salone di Ginevra.
Perché spendere cento quando gli stessi vantaggi si possono avere con una cifra dimezzata? Tradotto per gli automobilisti: perché investire una fortuna per un’ammiraglia quando con una cifra molto inferiore si possono ottenere gli stessi margini di spazio, un comfort di alto livello, allestimenti di pregio e una linea lussuosa? Ecco in poche parole la filosofia Kia, che dopo la Carnival, la Sorento e la Rio, si butta sul segmento più difficile, quello del lusso.
Una sfida audace per un marchio popolare, ma la Kia non è nuova a questi exploit. Carnival e Sorento insegnano; la monovolume contende il mercato alla Voyager della prestigiosa Daimlerchrysler, mentre per la 4x4 Kia c’è una lista d’attesa così lunga da rimandare fino a luglio ogni velleità di guida, nel caso si decidesse di firmare un contratto oggi. Cinque mesi per entrare in possesso di una Kia, l'avreste mai detto?
Il look simil Jaguar, con la calandra imponente, i fari tondi separati tra loro, l’abitacolo ampio, parlano di un’ammiraglia di peso. Abitabilità e comfort sono al vertice della categoria (il pianale è lo stesso della Hyundai Equus, una specie di vettura presidenziale dei paesi dell’est), con spazio in abbondanza per i passeggeri, silenziosità di marcia, sospensioni a controllo elettronico, cambio automatico-sequenziale a cinque rapporti a gestione elettronica, Abs, e tecnologia applicata a piene mani.
A spingere dolcemente la Opirus sulle strade del Bel Paese sarà un V6 di 3,5 litri di prestazioni generose, capace di sprigionare 198 cv a 5.500 giri, con 30,0 kgm di coppia massima a 3500 giri, e una velocità massima di 220 km/h. Non proprio una scheggia, ma capace di diventare grintosa all’occorrenza, con un tempo di 9,2 secondi nello scatto da zero a 100 km/h.