Alea iacta est (o quasi), il dado è tratto. Perché aspettare, quando hai le tecnologie per precorrere i tempi? Il Parlamento Europeo si è già espresso, il Consiglio Ambiente degli Stati membri Ue sta per esprimersi: se non sarà il 2035, sarà il 2040. Ma la direzione è stata presa, il Continente mette l'auto sotto carica e non ha più senso opporsi alla rivoluzione. Questa, almeno, la visione Jaguar, solo l'ultimo dei Costruttori ad annunciare la scadenza entro la quale si libererà dai carburanti, per giurare amore eterno alla mobilità a emissioni zero. Stop a diesel e benzina dal 2025, ogni nuova Jaguar sarà elettrica. Scelta affrettata? Secondo Jaguar, no. Secondo Jaguar, questa chiamasi lungimiranza. Ma richiede collaborazione. In primis, quella delle istituzioni.
PIONIERI “Con I-Pace – spiega il CEO di Jaguar Land Rover Italia Marco Santucci - abbiamo lanciato il primo full electric SUV di lusso nel 2018, molto prima della concorrenza, di fatto aprendo una nuova era per le auto elettriche. Quella di vendere solo EV dal 2025 è una scelta in linea con il nostro spirito pioneristico e innovativo e con la strategia Reimagine: puntiamo a stabilire nuovi parametri di riferimento in termini di qualità, tecnologia e sostenibilità''.
CAVALCA L'ONDA In un momento delicato per il mondo auto, opporsi ai cambiamenti - dice Jaguar - è inefficace. Parola d'ordine, cavalcare le novità: ''Quando arriva il vento forte, c’è chi costruisce muri e chi mulini''. E costruire mulini, per il marchio inglese, significherà muoversi a 360 gradi. Cioè preoccuparsi del tema dell'uso responsabile delle risorse (un esempio è la partnerhip con Pramac per lo sviluppo di un'unità portatile di stoccaggio dell'energia a zero emissioni alimentata da batterie I-Pace di seconda vita), sviluppare sistemi di guida automatizzata di nuova generazione (vedasi la collaborazione con Nvidia per la nuova piattaforma software-defined Nvidia Drive), inoltre la mitigazione dell'impatto ambientale anche tramite l'impiego di materiali ecosostenibili, proposito in nome del quale Jaguar ha stretto un accordo con Kvadrat, azienda leader di settore. Senza dimenticare l'argomento dell'accessibilità economica tramite nuove formule di acquisto, vedi le recenti partnership con BNP Paribas Personal Finance per i finanziamenti, con Arval per i noleggi e la gestione della flotta e con BNP Paribas Cardif per i prodotti assicurativi.
FUORI I COLPEVOLI Capitolo occupazione: le associazioni denunciano la possibilità che la transizione al full electric comporti, solo in Italia, la perdita di 70 mila posti di lavoro. Un problema che Jaguar non sottovaluta, ma che - sostiene - non si debba addossare solo all’auto elettrica. ''Il fenomeno è iniziato da tempo: già nel decennio 2007-2016, quando la diffusione delle vetture a batteria era ancora tutta da realizzare, si sono prodotte in Italia la metà delle auto del decennio precedente''. La salvaguardia dei posti di lavoro non può, quindi, che avvenire con il sostegno dei Governi.
L'ESEMPIO USA ''È impensabile - spiegano da Jaguar - che si cerchi di salvare l'occupazione bloccando il progresso e la diffusione delle nuove tecnologie. Un solo esempio per tutti: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nell'ambito dell'American Jobs Plan da 2.000 miliardi di dollari destinato al rilancio dell'economia e dell'occupazione, ha investito 174 miliardi solo per vincere la corsa globale dei veicoli elettrici contro la Cina e l'Europa. Non solo: al summit Cop26 si è delineata poi una svolta precisa per la riconversione ecologica attraverso cinque cardini: elettricità pulita, veicoli elettrici, acciaio verde, idrogeno e agricoltura sostenibile. L'obiettivo è rendere la transizione verso la mobilità elettrica più facile per tutte le nazioni entro il 2030 e creare 20 milioni di nuovi posti di lavoro''. Traguardo ambizioso, ma con un Giaguaro come amico.