Non basta più non soffrire di cinetosi e sapersi destreggiare con GPS, navigatori, tripmaster e road-book. Oggi i navigatori devono saper fare anche i cameraman
NAVIGARE Il fenomeno è veramente dilagante. Fino a qualche tempo fa i navigatori, categoria da sempre un po’ votata al sacrificio, dovevano soprattutto avere un buon stomaco. Coraggio certo, ma uno stomaco di ferro, in grado di consentire la lettura del road-book, la sincronizzazione del tripmaster, il controllo dei cronometri, nei rally più seri gestire i punti di assistenza e rifornimento e tutta la logistica della gara, ma nei raduni e nelle manifestazioni non competitive, più che navigatori erano dei passeggeri, che sicuramente non soffrivano di cinetosi, ma poco più che dei turisti a bordo, pronti a dedicarsi alla pausa di ristoro o a imbellettarsi meglio per la cena di gala conclusiva.
WEBCAM CHE PASSIONE Oggi i tempi sono cambiati. Di ritorno da una delle più belle edizioni del Raduno Internazionale 4x4 città di Gradisca, dove quasi seicento fuoristrada si sono sbizzarriti nel più bel percorso fuoristradistico, reso ancor più suggestivo dalla presenza della neve, ho iniziato ad analizzare un po’ più in dettaglio le foto scattate. Così mi sono accorto che alle normali mansioni richieste ai navigatori, se n’è aggiunta una nuova, che ha determinato una sorta di sindrome da webcam. Vi ho messo una breve carrellata per permettere a tutti di guardare non solo le belle 4x4 impegnate negli arditi passaggi, ma anche di scrutare un po’ dentro l’abitacolo, per scorgere il pullulare di telefonini e webcam di tutti i generi. Perché oggi documentare il proprio passaggio, dal rock crawling, al guado più insidioso, sembra essere diventato il compito principale del buon navigatore da raduno.
NOTO CON PIACERE Avevo notato i più evidenti, quelli che con il telefonino coi colori della Union Jack, si sporgevano dal finestrino per documentare il guado, ma non avevo scorto tutti quelli, e sono la stragrande maggioranza dei navigatori, che con le fotocamere più disparate e con sistemi più o meno artigianali di fissaggio della videocamera, erano intenti a riprendere la prodezze del proprio pilota.
AMORE MIO Come tutte le mode e i fenomeni culturali, anche questo ha le sue sfaccettature. Ci sono i soliti esibizionisti, per i quali l’impresa vera deve diventare la loro, cioè quella di effettuare la ripresa, mentre di contro ci sono quelli, o spesso quelle, che sono costrette, solitamente dal fidanzato-pilota, a fare le riprese nelle condizioni più disagiate. La foto scelta come copertina è emblematica dei due modelli, perché racchiude entrambi gli stereotipi in un unico scatto: l’esibizionista davanti, e la fidanzata-navigatrice nella vettura che segue. Il primo, più che spavaldo, quasi seduto sul finestrino, la seconda, intirizzita dal freddo, ben più timidamente si allunga un po' fuori dalla vettura, sicuramente costretta dal fidanzato-pilota a imitare le gesta del precedente. Non vorremmo essere nei suoi panni quando il fidanzato-pilota scoprirà che le lunghissime riprese sono, per lo più, un costante primo piano che passa dallo specchietto retrovisore al parafango. Invece un po’ più sadicamente, avremmo voluto che, anche solo il telefonino, fosse finito a mollo nella fluttuante corrente delle gelide acque, in fondo sarebbe bastato un sobbalzo imprevisto, che nei guadi è la norma. Non se ne abbia a male il malcapitato protagonista, che certamente sulla rete avrebbe raccolto più “I like” se maldestramente fosse caduto in acqua lui, forse non ci ha pensato, ma potrebbe essere un suggerimento per la prossima volta.
LO SPERO PER TE La consolazione per tutta la categoria di navigatori e navigatrici arriva alla fine, due scatti in cui LEI sembra farsene un baffo delle prodezze di LUI, intenta a proseguire, come se niente fosse, la sua telefonata. In questo caso l’augurio è al pilota: che la conversazione fosse...con la mamma!