Coda tronca, sguardo furbo e l'asso nella manica sotto il cofano. L'erede della CR-X si fa ibrida, e a due anni di distanza dal primo concept si delineano i contorni produttivi. La buona notizia è che non ci sono grandi cambiamenti estetici.
ONORARE LA PATRIA Il Salone casalingo per i big jap rimane sempre un appuntamento da rispettare. All'interno dello stand Honda, il più grande per superficie espositiva, in mezzo a motociclette, produzione corrente e simpatici prototipi di taglio fumettistico... ritorna la CR-X. O meglio, si chiama CR-Z e con la nonnina, che aveva guadagnato tanta immagine e tanta fama pure in Europa, non ha in comune nulla se non l'approccio filosofico. Due posti, coda tronca, musetto furbo e una promessa scritta in faccia: innovare nel settore delle piccole sportive come aveva fatto l'antenata. Solo che invece di puntare tutto sul V-Tec e la fasatura variabile ora arriva l'ibrido. Scelta coerente con gli umori contemporanei e con l'esigenza di divertirsi con giudizio.
BIANCOVESTITA A vederla vestita di bianco la prima impressione è di già visto. In effetti sono passati oltre due anni dalle prime foto del concept. Ma per il resto solo buone notizie: la CR-Z quasi pronta per la produzione ha un faccino simpatico e l'aria svelta di una teenager. Occhietti affilati, una bocca espressiva che invece di richiamare il single frame Audi sembra strizzare l'occhio ai bolidi da corsa del passato. Per il resto solo tanta pulizia, non solo per il look immacolato e le volumetrie raccolte con sbalzi ridotti. Le fiancate corrono via semplici come il cofano e puntano verso l'alto, senza inutili arzigogoli.
FIANCO ALTO Coerentemente con le mode attuali e le esigenze di ben figurare nei crash test le vetrate laterali, indietreggiando, lasciano spazio alle superfici piene. Anche gli specchietti sono appuntiti e minimalisti, ma il colpo di coda arriva nella vista da dietro. Il richiamo della foresta, con un taglio netto come la CR-X che fu, appare evidente, ma non si tratta di mero plagio o replica pantografata di linee già viste. Il diffusore che chiude il paraurti parla il linguaggio della moderna cura aerodinamica. Mentre i gruppi ottici stanno in disparte, raccolti ai lati estremi della carrozzeria, per abbracciare anche la fiancata.
BOLLA DI VETRO E su tutto domina il padiglione dal taglio iper-aerodinamico, che prima scende dritto a proseguire il tetto senza soluzione di continuità e poi sembra mozzato come una fetta di salame. La vetrata posteriore, che copre la superficie del bauletto nella totalità e che crea un motivo di movimento stilistico abbracciando i fari, sembra una bolla di vetro e gioca al vedo non ti vedo con le trasparenze. Un'interpretazione sportiva e moderna che, insieme ai cerchi a petalo, quasi una suggestione floreale, rimandano dritti dritti alla motorizzazione ibrida della CR-Z.
NIENTE ESERCIZI Perché, senza una vera novità tecnologica e concettualei lineamenti estetici originali si ridurrebbero a mero esercizio di stile per l'ennesima sportiva. Invece, come testimonia l'interno, che vede una plancia di taglio spaziale memore della lezione Civic con giochi al led pure sui pannelli porta, sotto la CR-Z c'è un cuore ibirdo. Un motore a benzina con motore elettrico secondo i principi IMA (Integrated Motor Assist) della Casa, soluzione in grado (sulla carta) di conciliare i piaceri del piede con quelli del portafoglio.
SCELTA FURBA Come dire che in casa Honda si gioca di anticipo e si vuole arrivare per primi sul mercato con una sportiva dal pedigree ecologico. Probabilmente il successo di vendite della Insight deve aver convinto anche le ultime resistenze. In attesa dei dettagli tecnici, sono probabili anche differenti motorizzazioni o livelli di potenza per intonazioni più o meno sportiva, sono una certezza i tempi: entro il 2010, mentre per i prezzi i vertici Honda avevano parlato di circa 25.000 euro. Nostalgica, innovativa e di modiche (di questi tempi) pretese.