COME FUNZIONA Gli attuali sistemi ADAS per la guida assistita di Livello 2 sono quelli che consentono all’automobile di rimanere all’interno della carreggiata di marcia, e - con l’ausilio del cruise control adattivo - di regolare la velocità in base al traffico, e di gestire in autonomia partenze e ripartenze. Allo stato attuale delle cose, i sistemi ALKS (Autonomous Lane Keeping Systems, sistemi autonomi per il mantenimento di corsia) richiedono sempre che il guidatore tenga le mani sul volante, derogando a lui la responsabilità in caso di incidente; in caso contrario, agli avvertimenti acustici e sonori segue la disattivazione completa del sistema. Le cose, però, potrebbero presto cambiare, almeno nel Regno Unito.
IL PIANO UK Il governo inglese, per voce del Ministro dei Trasporti Rachel Maclean, ha annunciato un piano per equiparare i sistemi ALKS alla guida autonoma, rendendo di fatto possibile il loro funzionamento senza che il conducente tenga le mani sul volante. Almeno inizialmente, questa possibilità si applica solo sulle autostrade, e solo fino a una velocità massima di 60 km/h (e in futuro fino a 120 km/h).
I BENEFICI Nell’immediato, sostiene il Ministro, le nuove norme potrebbero portare a una riduzione dei congestionamenti legati al traffico di almeno il 35%, e relativo calo delle emissioni. Ancora, aumenterebbe la sicurezza: secondo una ricerca del legislatore, infatti, l’errore umano è la causa determinante in oltre l’85% degli incidenti.
I RISCHI E LE DOMANDE Non dobbiamo essere noi a ricordare che una decisione del genere comporta una enorme cautela, e proprio per questo - almeno all’inizio - il limite massimo consentito per la guida senza mani è di 60 km/h, quindi solo per le tratte più lente (ma più congestionate). Rimangono comunque due grandi temi non risolti: la tecnologia, che in alcuni casi non è in grado di rispondere con la stessa efficacia di un automobilista esperto, per esempio nel caso di ostacoli improvvisi o di detriti sulla strada. Da questo punto di vista le case dovranno rendere i loro sistemi ancor più sicuri ed efficienti, e conformi a standard molto rigidi. C’è poi la questione di responsabilità legale, civile e penale: di chi è la colpa se l’auto va a sbattere e il conducente non aveva le mani sul volante? Tralasciando i casi più eclatanti (e ancora tutti da capire), il problema non è di poco conto: il governo vorrebbe che la responsabilità non cadesse sul conducente, ma siamo abbastanza sicuri che le case automobilistiche non la vedono nello stesso modo.
ANCORA PRESTO? Insomma, come dice anche Matthew Avery, direttore delle ricerche presso il centro Thatcham Research, che collabora con Euro NCAP per i test sulla sicurezza delle auto, “C’è ancora molto lavoro da fare, sia da parte del legislatore sia da parte dell’industria dell’automobile, prima che un veicolo possa essere classificato come autonomo e possa circolare liberamente sulle strade inglesi”. Avery ricorda anche che “la definizione di ‘guida autonoma di livello 2’, che richiede il costante controllo del conducente, è spesso fuorviante, male interpretata e mal utilizzata, con risultati spesso tragici”. Più corretto, dunque, utilizzare la definizione di guida assistita.