È ispirata al concetto nato in Francia, la Giugiaro Parcour: muoversi in maniera efficiente, veloce e sicura, qualunque sia l’ambiente che ci circonda. Ecco perché la Parcour è un po’ SUV, un po’ GT
CHE IDEA! Nasce da un concetto di origine francese, il parcour appunto: potersi muovere liberamente, in maniera efficiente, veloce e sicura, in qualunque condizione. Da un’idea degli anni ’80 nasce la Giugiaro Parcour, un’auto che tenta di fare bene un po’ tutto: off-road, città, guida invernale e persino guida in pista. Com’è possibile? Facile: a spingerla, un motore centrale di origine Lamborghini, V10 5,2 litri di cilindrata capace di 550 cavalli, ma quello che conta è l’assetto, regolabile attraverso un semplice pulsante. Pigiandolo, si cambia letteralmente tutta la dinamica dell’auto.
ALL-TRACKER Fulcro di tutta la faccenda Giugiaro Parcour sono le sospensioni, qualcosa di mai visto prima: l’ispirazione arriva dal cosiddetto “push rod”, schema tipicamente utilizzato sulle supercar stradali, sulle GT da competizione e sulle formula. In questo tipo di sospensione un puntone, collegato al braccetto, spinge la molla attraverso un rocker (un rinvio). La novità di questo sistema invece è stata sostituire il puntone con un ammortizzatore. In sostanza, questa sospensione potrebbe essere definita un “push rod 2.0”, con ben otto ammortizzatori installati, due per ogni ruota.
ANIME DIVERSE Il risultato è che quando la Giugiaro Parcour è in pista o per strada lavorano solo quattro ammortizzatori, quindi la sospensione può essere considerata come un normale quadrilatero. Grazie a un complesso sistema idraulico, però, il rocker può essere sbloccato, da quel momento tutti gli otto ammortizzatori lavorano simultaneamente, variando la rigidezza della sospensione e l’altezza della Parcour (da 210 a 330 millimetri in base all’impostazione selezionata). In questo modo è possibile affrontare i terreni accidentati tipici dell’off-road in assoluto comfort (grazie anche alla trazione integrale permanente e alle ruote da 22”), dopo una bella sessione in pista: la Parcour infatti brucia lo 0-100 in soli 3,6 secondi e raggiunge i 320 km/h. Il peso però non è proprio piuma: a causa delle complessità meccaniche, si parla di 1.550 chili a secco.
INTERNAMENTE FUNZIONALE Funzionalità ed ergonomia sono i concetti che hanno guidato il design degli interni. Tutti i comandi sono stati raggruppati sul volante e sull’elegante plancia che separa il guidatore dal passeggero. Per sfruttare al massimo lo spazio interno, i due sedili sono posizionati più indietro possibile e sono fissi; il guidatore può comunque adattare volante e pedaliera, entrambi regolabili elettronicamente. Nel vano ricavato alle spalle dei due sedili è così possibile alloggiare tre borse. Quadra il cerchio il monitorn LCD centrale, completo di tutte le informazioni e da cui si seleziona la modalità di guida: Comfort, Sport, Off-Road e Ice.
LA SENZA TETTO Ci credono talmente tanto in questa Parcour che ne hanno già fatto la versione roadster. Come spiega infatti Fabrizio Giugiaro “Una vettura sortiva come la Parcour, non poteva non avere una versione aperta”. L’impostazione è molto simile a quella del coupé ma in questo caso lo stile è stato ripensato partendo dal motore. Di fatto in questa versione non c’è soluzione di continuità tra abitacolo e vano motore, sono praticamente un tutt’uno. Chiaramente, per ovviare all’assenza del tetto sono stati irrobustiti i montanti anteriori e posteriori in fibra di carbonio, che oltre alla funzione aerodinamica hanno anche quella di roll-bar in caso di ribaltamento. Dulcis in fundo, la roadster è in grado di trasportare due paia di sci grazie al portasci applicabile. E se non volete farvi mancare proprio nulla, sappiate che esistono gli sci personalizzati Giugiaro Design. Detto questo, nasce una domanda: inventata l'auto totale, saranno in grado i costruttori di pneumatici di relizzare una gomma totale? Restiamo in ascolto.