Ora è ufficiale: l'Italdesign di Giorgetto Giugiaro è del Gruppo Volkswagen e sarà quasi certamente guidata da Walter de' Silva. Ma oltre al 90,1% delle azioni ecco cosa si porta a casa il Gruppo tedesco.
L'UNDICESIMO Le prime indiscrezioni risalivano a settimana scorsa, la notizia ufficiale è fresca di stamane: Giugiaro passa a Volkswagen e diventa così l'undicesimo marchio del colosso teutonico. Con questa operazione Wolkswagen ha fatto suoi anche i brevetti e i diritti del marchio dello storico carrozziere torinese.
SOTTO IL SEGNO DEL TORO Inizialmente si parlava solamente di acquisizione di una parte delle azioni di Italdesign per mano dei tedeschi. A distanza di pochi giorni, si scopre invece che VW si è presa quasi tutta la torta (per l'esattezza il 90,1%), lasciando nelle mani di Giugiaro una quota minoritaria che sfiora il 10%. Le azioni di Italdesign sono state rilevate dalla Lamborghini Holding S.p.A., controllata di Audi, uno dei principali brand del Gruppo tedesco.
ALLEATI STORICI Al di là del mantenere il controllo sulla quota del brand a lui rimasta, non è chiaro quale futuro avranno Giorgetto e Fabrizio Giugiaro, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Italdesign prima dell'acquisizione. Voci dicono che continueranno ad avere un ruolo attivo nell'azienda, ma sono molto più insistenti le voci che vogliono Walter De Silva a capo dell'Italdesign targata Vw. Volkswagen e Giugiaro hanno alle spalle anni di collaborazione e, prima ancora di questa fusione, l'azienda torinese stava collaborando coi tedeschi alla realizzazione della UP!.
NON SOLO BUSINESS Giugiaro aveva anche stipulato, qualche mese fa, un accordo da 500 milioni di dollari con il costruttore cinese HK Motors per la produzione, entro il 2018, di 6 milioni di vetture ibride. L'acquisizione da parte di Volkswagen rappresenta l'ulteriore prova di forza di un costruttore che, forte dei recenti successi, punta dritto alla leadership a livello mondiale. Guardando oltre il business, però, Volkswagen si porta a casa anche un pezzo di storia del design dell'automobile, un patrimonio stilistico che va ben oltre le logiche commerciali.
DA GIORGETTO ALL'ITALDESIGNL'Italdesign nacque nel 1968 da Giorgetto Giugiaro ed Aldo Mantovani con il nome di SIRP (Società Italiana Realizzazione Prototipi). Dopo aver lavorato con Bertone e Ghia, Giugiaro iniziò così l'ennesima avventura, creando una nuova tipologia di società che fornisse alle Case automobilistiche servizi completi, a partire dal design fino all'ingegnerizzazione del prodotto.
A TUTTO CAMPO Una formula che è stata premiata fino ai giorni nostri, con una serie di successi che ha portato l'Italdesign ad essere una grande realtà industriale che, nel centro di Moncalieri (15 km a sud da Torino), conta oggi 975 impiegati e dispone di sofisticate apparecchiature per la progettazione, a partire dalle 800 workstation dotate di sistemi CAD. Il presidente Giorgetto ed il figlio Fabrizio, a capo della divisione design e sviluppo modelli, guidano ora progetti non confinati al solo campo dell'auto, spaziando anche nel settore delle navi, dei treni e dei prodotti industriali di largo consumo.
OLTRE IL CONFINE L'azienda cominciò con il progetto dell'Alfasud, a cui seguirono numerosi altri modelli realizzati per il gruppo Fiat. Tra i tanti spiccano i grandi successi della prima Panda e della Lancia Delta, seguiti dalla Maserati Quattroporte del 1976 e dalle recenti 159, Brera e Grande Punto. Ma il rapporto con il costruttore italiano rappresenta solo una parte dell'immenso lavoro dell'Italdesign, che già dai primi anni collaborò anche con le Case straniere, dando vita ad auto come la DeLorean DMC-12, la Lotus Esprit, la BMW M1 e, soprattutto, la prima serie della Golf, degna erede del Maggiolino che nel 1974 salvò la Casa di Wolfsburg da una brutta crisi.
AMICI D'INFANZIA E' proprio con la Volkswagen che già dagli albori si è istaurato un rapporto speciale, grazie alla Golf ma anche alla prima serie di Passat e Scirocco, cui seguirono altri modelli del Gruppo, come l'Audi 80 ed alcune Seat. Tante auto di serie a cui si affiancano altrettante concept car, dalle recenti supersportive Volkswagen W12 fino alle Bugatti EB 112, EB 118 ed EB 218.
STRETTO LEGAME Il legame tra questi due grandi nomi è dunque radicato nel tempo e non ha perso vigore neanche negli ultimi anni, nonostante il grande sviluppo dei centri di design interni al Gruppo. Grazie anchealla lunga amicizia con l'italiano Walter de' Silva, a capo di tutto il reparto design del Gruppo Volkswagen, Giorgetto continua ad avere ancora oggi un grande peso nello sviluppo dei modelli tedeschi, tanto più che lo stesso Piech, patron del Gruppo e grande estimatore del progettista italiano, chiede sempre il suo parere prima di lanciare una nuova auto.
I VANTAGGI DI VW Nonostante la stretta collaborazione con l'Italdesign e i già numerosi centri stile del Gruppo, in Volkswagen non si sono però accontentati, volendo fortemente questo acquisto. La decisione risulta ben comprensibile alla luce del progetto 2018, che prevede di portare la Casa tedesca al vertice della classifica dei costruttori, con una produzione di 10 milioni di veicoli l'anno. Già nel corso del 2010 il Gruppo Volkswagen introdurrà sul mercato ben 60 tra nuovi modelli e restyling, un numero che ha comportato un lavoro smisurato per i centri della Volkswagen e che, vista la crescita preannunciata, ha reso necessario un ampliamento del reparto progettazione.
NON SOLO DESIGN Il team di Giugiaro, con la sua esperienza e capacità nel mondo del design, diventa così la chiave ideale per creare una vasta gamma di modelli in grado di piacere al pubblico ed avere uno stile eterogeneo, nonostante la sempre crescente condivisone delle componenti meccaniche. Accanto alla qualità del design italiano, l'Italdesign apporterà poi al colosso di Wolfsburg tutte le conoscenze sviluppate nel settore dell'ingegnerizzazione, altro fiore all'occhiello dell' "atelier" torinese. Nonostante siano spesso mantenute segrete, le collaborazioni di Giugiaro in questo campo sono infatti molto sviluppate, tanto che l'ultima generazione della Mini e la C3 Pluriel hanno beneficiato del suo intervento.
ECO-ATTRAZIONE L'ulteriore piatto del Marchio torinese che ha ingolosito la Volkswagen è stato senza dubbio illungo studio sulle tecnologie ibride ed elettriche svolto negli ultimi anni da Giugiaro. Le conoscenze sviluppate con la Namir, ultima supersportiva presentata lo scorso anno a Ginevra, e con le sue progenitrici, saranno infatti un'ottima base per arricchire lo studio della futura gamma ecologica del Gruppo.
CONTROTENDENZA I vantaggi per Volkswagen sono dunque tanti, mentre è più difficile comprendere le motivazioni che hanno portato alla cessione da parte di Giorgetto. In casa Italdesign sembra infatti che la crisi non si sia fatta particolarmente sentire, tanto che l'ultimo bilancio del 2008 riportava ricavi in crescita del 6.2%, con un fatturato di 136 milioni di Euro. Un risultato dovuto principalmente alla natura stessa dell'azienda che, a differenza di altri costruttori italiani, nella sua attività non si è mai dedicata alla produzione delle vetture, limitandosi al solo campo della progettazione.
MAXI CONTRATTO Nel gennaio di questo anno è stato inoltre firmato un contratto di ben 375 milioni di euro, il più grande mai realizzato nella storia dell'Italdesign. Con questa nuova commissione Giugiaro si è preso così in carico l'intera progettazione di 8 modelli ibridi della HK Motors (nuovo marchio americano sostenuto da capitali cinesi), assicurandosi liquidità e lavoro per almeno i 5 anni necessari alla messa in produzione delle vetture.
ALLA RICERCA DELLA TRANQUILLITÀ Non motivi economici dunque ma, probabilmente, una mossa per assicurarsi un futuro più tranquillo e sicuro sotto le ali di un Gruppo che si appresta a diventare la più grande realtà nel settore automobilistico. L'attività dell'Italdesign non verrà comunque stravolta, con Giorgetto e il figlio Fabrizio ancora al timone dell'azienda. Certo è però che l'Italia, dopo aver già ceduto realtà industriali come Lamborghini e uomini del calibro di Walter de' Silva, perde ora un altro pezzo del suo grande patrimonio industriale, forse il più importante a livello di progettazione.