Non ha motore né cambio, e forse non li avrà mai: è un progetto folle, ma anche genialmente innovativo. La Autonomy concentra in sé speranze e ambizioni per un futuro di mobilità più pulita, e ci riesce soprattutto ora che è solamente un abbozzo.
Uno degli spettacoli imperdibili del Salone di Detroit 2002 sono stati i volti basiti dei visitatori quando il presidente GM Rick Wagoner, dopo aver annunciato un’eccezionale rivoluzione del settore automobilistico, capace di ridurre praticamente a zero le emissioni inquinanti e i consumi di benzina, tolse i veli ad una specie di grosso skateboard in alluminio.
Ma l’illuminato capo della General Motors non era in vena di scherzi, e lo strano ragno a quattro ruote altro non era che lo chassis della nuova Autonomy, concept presentata senza motore né trasmissione, ma - non si capisce bene su che base lo si affermi - in grado di percorrere, quando sarà completa, ben 100 miglia con un gallone di benzina: facendo due conti, parliamo di 42 chilometri con un litro di verde.
In fondo, un po’ di fantasia è quello che ci vuole per smuovere un panorama non greve ma piattino, fatto di tante roadster potenti e rétro, di berline accessoriate come l’Enterprise e SUV da 1001 cavalli. Insomma, Detroit 2002 aveva bisogno dell’Autonomy e del suo concentrato di buoni propositi. Anche perché bisogna riconoscere che non si tratta di un’idea del tutto campata per aria, ma di un progetto basato sulla tecnologia delle fuel cells, le "cellule di carburante" ormai arcinote, grazie alle quali è possibile trasformare la benzina prima in idrogeno e successivamente in energia elettrica.
Il problema di tale sistema? È pesante e ingombrante: per avere una proporzione, è come portarsi nell’abitacolo un frigorifero di quelli americani a due ante, con tanto di tritaghiaccio. O, almeno, questa era la situazione fino a qualche mese fa, quando GM ha presentato un prototipo della Opel Zafira così equipaggiato. Ma il colosso automobilistico promette che entro fine anno sarà pronta una Autonomy formato berlina, con cinque posti e bagagliaio. Non solo: la classica tre volumi non vi stimola a sufficienza? Va bene, allora potrete decidere, a seconda dell’umore e della situazione, di montare sul telaio una carrozzeria da sportiva o da sport utility.
Questo sarà (o sarebbe) possibile tramite il drive by wire, ovvero la rinuncia alle componenti meccaniche che collegano sterzo e pedali allo chassis, consentendo qualcosa di simile ad una guida radiocomandata. E c’è dell’altro: proprio in forza del drive by wire, non solo chi siede al tradizionale posto del conducente, ma qualsiasi degli altri quattro passeggeri potrà, col proprio joystick, diventare il conducente della Autonomy. Il tutto potrebbe essere bell’e pronto nei concessionari nel 2010, forse anche nel 2008.
Ci sforziamo, beviamo d’un fiato il nostro calice di ottimismo quotidiano, ma proprio non riusciamo a crederci. Sarebbe bello, però. Nell’attesa, ci doteremo di un box doppio, giusto per avere un posto dove poter ammonticchiare le eventuali carrozzerie.