Un nome, una garanzia. Dopo i successi degli Anni '60, Carroll Shelby torna a firmare una supercar su base Ford Mustang. Negli States questa belva da oltre 450 CV arriverà nel 2006, mentre in Europa ci toccherà convivere ancora con l'invidia...
IN CARNE E OSSA A distanza di un anno la Ford torna ad animare il Salone di New York e lo fa ancora una volta con una coupé su base Mustang. Dopo la GT-R dello scorso anno, a tenere banco è ora la Shelby Cobra GT500, dalla quale, udite! udite!, prenderà le mosse una versione destinata a entrare in listino nell'arco di un anno al massimo.
COUPE' D'AUTORE
Nonun semplice fenomeno da baraccone dunque, maun succulento antipasto, confezionato, come già dice il nome, con l'aiuto del guru dell'automobilismo sportivo americano, il sempreverde Carrol Shelby, sempre pronto dire la sua anche con 82 primavere sulle spalle. E' lui il gran maestro chiamato dalla Ford a dirigere nell'occasione il gruppo d'ingegneri dello Special Vehicle Team.A STRISCE
La carrozzeria della GT500 ripropone i tratti salienti della Mustang di serie, anche se le modifiche a innumerevoli dettagli la promuovono sul campo dal rango di sportiva a quello di vera e propria supercar. La prima, lampante novità è la colorazione, che rispolvera la doppia striscia longitudinale in stile Le Mans delle mitiche Shelby Mustang degli Anni '60, abbinata per l'occasione a un fiammeggiante rosso corsa.BOLLENTI SPIRITI
I fascioni paraurti sono inediti. Quello anteriore si spinge in avanti come se volesse tagliare per primo un traguardo immaginario ed ospita un'enorme presa d'aria che replica specularmente la forma trapezoidale e la retinatura della mascherina. Poco più sopra si aprono due squarci destinati a rendere meno bollenti gli spiriti sotto il cofano, mentre nella parte bassa fa capolino uno spoiler tanto discreto quanto affilato.SPAZIO AL COBRA
Ben più vistoso è invece l'alettone che sormonta il bagagliaio a mo' di cresta e fa da tettoia alla scritta Shelby. Questa campeggia a lettere cubitali sulla coda, come se il doppio scarico e gli estrattori inferiori per l'aria non fossero sufficienti a rendere ben identificabile la GT500. Questa però non è l'unica firma lasciata dal vecchio Carrol. Il fatto che in questa Mustang ci sia il suo zampino è reso evidente dalla scomparsa del cavallo selvaggio, rimpiazzato a destra e a manca da un ancor più inquietante cobra, storico simbolo delle realizzazioni di Shelby.BRANCO SELVAGGIO
Per un cavallo che scompare dalla carrozzeria, molti altri ne spuntano sotto il cofano. A spingere la Cobra GT500 c'è un muscolosissimo V8 bialbero a 32 valvole sovralimentato da 5,4 litri. Accreditato di oltre 450 CV di potenza e di 610 Nm di coppia, è abbinato a un cambio manuale a sei marce che trasmette il moto alle ruote posteriori. Queste sono da 19 pollici e ospitano freni da 356 mm all'anteriore e da 330 al posteriore. Per le sospensioni la Ford va sul classico che più classico non si può. Davanti spazio dunque a uno schema tipo McPherson mentre dietro c'è addirittura un assale rigido con barra Panhard che promette emozioni e guida vecchia maniera.OLD STYLE
Un clima vagamente rétro si respira anche nell'abitacolo. Il volante a tre razze dà un tocco old style cui fanno eco i sedili conun motivo a salsicciotti d'altri tempi. Ovunque la pelle nera regna sovrana e nobilita l'interno altrimenti un po' spartano della Mustang. La plancia ha un disegno pulito, in cui svettano le quattro bocchette d'aerazione e la strumentazione analogica, tutte bordate da cornicette a effetto titanio.ALLA FINESTRA
Se negli Stati Uniti stanno già leccandosi i baffi in attesa di poter guidare la Shelby Cobra GT500, a noi europei non resta che stare alla finestra a guardare, con le dita ben incrociate. Il consiglio è di non farsi troppe illusioni... Nell'attesa, si può contemplare più da vicino usandola come sfondo per il proprio computer.SCARICA I WALLPAPER
Puntate il mouse sulla foto che preferite e con il tasto destro scegliete "Imposta come sfondo". Automaticamente l'immagine diventerà il vostro nuovo wallpaper.
Pubblicato da Paolo Sardi, 30/03/2005
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