Si fa presto a dire "Fusion" in musica è roba scritta e suonata da chi si intende di jazz, ed è capace di combinare ritmo e raffinatezza. Ma la fusione è anche e soprattutto quella energetica, un processo dalle conseguenze impressionanti, senza contare che chi non è un fisico pensa prima di tutto alle mille combinazioni di sapori possibili in cucina: in fondo, sempre di fusione si tratta. Ma che accade quando la fusione si applica agli schemi convenzionali relativi al mondo dell'auto, e si miscelano i concetti di SUV, di station compatta e di utilitaria? Che succede se si tracciano linee all'americana inscritte in dimensioni europee?
Una delle risposte possibili è quella tentata dalla Ford con la sua nuova concept, appena presentata a Francoforte: Fusion, per l’appunto. Certo, detto questo sarebbe lecito aspettarsi un mostriciattolo baroccheggiante e presuntuoso, di quelli da archiviare dopo il salone pensando: "andrà meglio l’anno prossimo". E invece forse questa volta…
Che significa non lo sappiamo, fatto sta che è questa la qualità primaria dell’utenza cui Ford si rivolge col progetto Fusion. Ma prescindendo dai motti e dalle lusinghe degli uffici marketing (è pur sempre il loro lavoro!) va detto che alla Ford Fusion non manca certo carne da mettere al fuoco, né in termini di design né di innovazione tecnica.
In ogni caso, i "visivamente istruiti" che sceglieranno la Fusion avranno forse apprezzato la sobrietà complessiva del design, le linee leggere al punto da sembrare non completamente scandite, come il bozzetto di un ritratto. Questa concept si disinteressa davvero di qualsiasi orpello, è semplice ma riesce in tutto e per tutto ad apparire "diversa".
In senso verticale, la Fusion è praticamente divisa in due, e tale divisione è sottolineata dalla doppia verniciatura: la parte inferiore, color titanio, dà una certa idea di imponenza tipica del SUV, grazie soprattutto ai passaruota ben marcati e, all’anteriore, ai fendinebbia e alla griglia di dimensioni generose. Nella parte superiore, di un grigio metallizzato più chiaro, la Fusion non si differenzia poi molto da (per restare in casa Ford) una Mondeo Station Wagon, seppure con qualche elemento innovativo in più, in particolare il cofano anteriore spiovente ma morbido e i gruppi ottici a trapezio non affusolati. A completare il quadro, aggiungendo un pizzico di american style al tutto, pensano i cerchi cromati a sei razze, semplici ma d’effetto.
La Ford Fusion è equipaggiata con un motore piuttosto potente, rispetto alle dimensioni ridotte (che dovrebbero essere non lontane da quelle della Daihatsu Terios) dell’auto: 110 i cavalli erogati, ma c’è da sospettare che si tratti di poney, visto che il propulsore è piccolo piccolo. Già, si tratta di un’unità a iniezione diretta di benzina (tecnologia in Ford caratterizzata dalla sigla DISI) da soli 1,1 litri di cubatura; in pratica 1 cavallo ogni 10cc.
C’è da sperare che l’impianto di raffreddamento sia molto efficiente, ma considerando il fatto che la Fusion non nasce per fare lunghi viaggi, e che il risparmio di carburante possibile con un propulsore di questo tipo è veramente notevole, quella dei tecnici Ford pare proprio la scelta giusta.