Stop alla collaborazione con Magneti Marelli per i sistemi Uconnect. Servizi in cloud ad Harman, quelli di bordo a Google Android
SWITCH Il cambiamento era nell’aria, dopotutto la cessione della propria divisione hi-tech ai giapponesi di Calsonic Kansei, qualche correzione in corsa doveva pur esprimerla anche all’interno della flotta di modelli FCA. Niente più tecnologia Magneti Marelli: dietro l’ecosistema Uconnect si celerà una piattaforma tutta nuova, affidata a due colossi come Samsung lato connettività, e a Google per i software di bordo. Primi effetti del cambio di rotta a partire dall’estate, tuttavia lo "switch" sarà completo solo dal 2022, data entro la quale tutte le auto del Gruppo ospiteranno la nuova architettura.
VERSO IL 5G Più nello specifico: fuori bordo, Uconnect “2.0” sfrutterà un'architettura basata sulla piattaforma cloud Harman Ignite, tecnologia del Gruppo Samsung. Servizi di assistenza come intervalli di manutenzione, ricerca di stazioni di rifornimento o di ricarica, avvisi sul traffico e notifiche sulle offerte di alberghi e ristoranti, grazie al know-how della tech company sudcoreana saranno più veloci e più precisi. Prevista anche la ricezione degli aggiornamenti software over-the-air (OTA), così da beneficiare sempre della release più recente. La piattaforma Samsung supporta il passaggio al 5G, è omologata per tutte le regioni ed è compatibile con qualunque provider di servizi del mondo. Il sistema sarà infine in grado di interagire con le infrastrutture delle smart city del futuro, persino coi dispositivi di domotica.
GOOGLE POWER Quanto all’esperienza di bordo, Uconnect sfrutterà d’ora in poi la tecnologia di Google Android, potendo così a sua volta ricevere aggiornamenti da remoto tramite una rete cellulare integrata e snocciolare contenuti all’avanguardia, già sperimentati da altri Gruppi auto, quindi dal buon grado di affidabilità. Maggiore sarà l’integrazione wireless con smartphone e tablet. Già a braccetto con Google nello sviluppo dei sistemi di auto a guida autonoma, FCA rafforza così l’alleanza con Big G. Una partnership col numero uno al mondo, per assicurarsi un ruolo di primo piano in quella incognita che ancora (in buona parte) risulta la mobilità del domani.