Ok, lo stemma sulla calandra è quello Renault ma che questa compatta suvveggiante sia del ramo rumeno del Gruppo è fuori discussione. Nome a parte, quel che interessa è che segna un altro passo della Casa rumena verso lo sterrato, in attesa di un vero e proprio Suv low cost.
SULLA CATTIVA STRADA Un passettino alla volta, quelli della Dacia si stanno avventurando sempre più sulla cattiva strada. Niente di male, sia chiaro. Pensare allo sconnesso è nel loro Dna: che la Logan e le sue sorelle siano pronte ad affrontare anche le buche più dure non è certo una novità. Lo abbiamo sperimentato anche sul campo, in terra russa, durante il raid "La via della Logan". Spingersi verso lo sterrato vero e proprio potrebbe nel futuro prossimo aprire loro nuove nicchie di mercato.
GIU' DA GUERRA In attesa che arrivi una vera e propria Suv low cost, di cui si vocifera da tempo, a strizzare l'occhio al fuoristrada leggero è l'ultima nata della Casa rumena, la Sandero. Già al momento della presentazione alla stampa, la Dacia ha mostrato un kit estetico capace di rendere più grintoso il look e di proteggere i lamierati nei rapporti occasionali con il fuoristrada leggero. Adesso è invece la volta di unaversione specifica da avventura, chiamata Stepway, almeno per il momento riservata ai mercati dell'area Mercosur dell'America Latina, dove debutterà a ottobre con il marchio Renault.
IN PUNTA DI AMMORTIZZATORI La Stepway si riconosce per l'esclusivo paraurti che mette in rilievo la presa d'aria frontale a nido d'ape, per i passaruota con bordi in plastica e per la corazza che garantisce l'integrità degli organi meccanici quando si va a "toccare sotto". Questo rischio è comunque reso remoto anche dalle sospensioni, che si mettono in punta di... ammortizzatori e aumentano l'altezza da terra rispetto alle Sandero standard. A fare da ciliegina sulla torta ci sono poi un terminale di scarico cromato e barre portatutto che culminano in un alettone molto grintoso.
LA STRANA COPPIA Quanto al motore, sul mercato carioca la Stepway sarà proposta con il solo 1.600 1.6V da 112 cv Hi-Flex, un quattro cilindri che, come il nome lascia vagamente intuire, adotta una dieta a base di bioetanolo. Se mai un domani questa Sandero dovesse arrivaredalle nostre parti, è scontato l'accoppiamento con motori a benzina o turbodiesel o, casomai, a doppia alimentazione benzina-gpl, come già le versioni Dacia tutte casa e famiglia.