Le auto con la spina si moltiplicano. L'ultima si chiama Volt e contamina energie e propulsori. Un po' elettrica, un po' ibrida, a benzina, etanolo o diesel. Volendo, domani, anche a idrogeno. La concept sfoggia anche muscoli da sportcoupé e stile di rottura. Uccideranno anche lei?
PER FAVORENon uccidetela. E soprattutto non diteci che è troppo costosa e troppo complessa per essere costruita. La novità targata GM accende la lampadina di Detroit puntando su un nuovo concetto di green-car. Non fatevi ingannare dal nome: un motore elettrico trasmette potenza e movimento alle ruote anteriori, ma non solo. Si attacca alla presa di corrente per ricaricarla come un telefonino, e se proprio andate lontano c'è un motore a benzina, di bocca buona, pronto a correrle in soccorso.
CONTAMINAZIONI DI STILE E, ancora, Volt rivoluziona lo stile delle auto ecologiche. Chi ha detto che non possono essere aggressive e muscolari? Chevrolet contamina il contaminabile. A cominciare dalle forme. Gli stilisti americani rompono la scuola che vuole le green-car vestite in modo sobrio, o comunque rievocativo della loro correttezza sociale. I cambiamenti arrivano, anche, innovando e suggerendo nuovi accoppiamenti. Linee muscolari certo, ma anche ricerca stilistica. Understatement e aria da primina della classe non abitano qui.
MUSCOLARE Una presenza scenica da autentica star. Volt non ha paura di osare e di farsi guardare. La bocca larga all'anteriore non lascia pensare a piccoli motori elettrici. Fari accigliati e incassati disegnano uno sguardo corrucciato, ma anche minaccioso. Il cofano lungo richiama memorie Hot Rod, come la cintura alta. Gli specchi montati sul cofano, appena prima del montante, richiamano gli Anni 60 e spostano in avanti la figura. La cintura è altissima, appena mitigata dal proseguimento su piani diversi della zona vetrata laterale. Nell'abitacolo possono accomodarsi quattro umani.
LA BASE E' COLLAUDATA Maxiruote ai quattro angoli con deicerchi scolpiti. Archi passaruota che ampliano ulteriormente la presenza scenica. Il retro stilizzato attorno ai fari sottili. Sono tutti particolari, che parlano di stile. E segnano anche un preciso cambio di rotta: se ci fosse sotto un V8 nessuno avrebbe da ridire. Si stenta a credere che l'ossatura telaistica sia in comune con l'Astra. Se si arrivasse, come intenzione GM, alla fase produttiva si risparmierebbe qualcosina (milioni di dollari) sfruttando la stessa piattaforma...
LIBERA E AUTONOMA Meglio, tutti denari buoni per la ricerca tecnologica. Basta guardare la scheda tecnica per sorprendersi. Partendo proprio dai propulsori. Un nuovo concetto di auto verde. Iniziando dall'unico elemento essenziale: l'autonomia. Perchè le auto possono essere belle da guardare e zeppe di soluzioni hi-tech, ma l'automobilista chiede, in primis, libertà di muoversi. Libero da vincoli, confini e reti di distribuzione ancora inesistenti. Volt risponde. Con autonomia solo elettrica per 64 chilometri, e una spina. Per attaccarla alla presa del garage.
OTTO SU DIECI In tre sole ore le tacche della batteria indicano il massimo. A quel punto, secondo le stime GM basate su uno studio del Dipartimento dei Trasporti USA, otto automobilisti si dieci sarebbero liberi, di muoversi senza consumare carburante per andare al lavoro e tornare (in base alla ricerca il 78% degli americani non percorre più di 60 chilometri al giorno). Spendendo, certo, qualcosa in più di bolletta, ma risparmiando alla pompa e senza ammorbare l'aria cittadina. Non mancano neppure i cavalli. Sono 160 e bastano per spingere la Volt a 200 km/h di punta massima. E per scattare, nel classico zero-cento, in 8,6 secondi. Autonoma e svelta.
CHE COPPIA! Non ci riferiamo solo alla coppia, istantanea e sempre piatta, di 320 Nm. Ma all'accoppiamento elettrico e propulsore a benzina. Sì perchè oltre al motore elettrico e alle batterie c'é pure un micromotore a scoppio. Un mille a tre cilindri, turbocompresso, che funziona da generatore (53 KW). Significa che il motore a scoppio non trasmette potenza alle ruote, ma serve "solo" per ricaricare le batterie (posizionate sotto il pianale). I vantaggi di tale ardita soluzione? Non serve il cambio ad esempio, tanti organi meccanici e complicazioni in meno. E si usa sempre il motore elettrico per spostarsi, attingendo ai 45 litri del serbatoio solo per rinvigorire le batterie quando necessario.
RISULTATI Mica male la pensata, che consente anche una modularità progettuale potenzialmente infinita. Vicino alle ruote ci deve stare solo il motore elettrico. Mentre quello a scoppio può essere posizionato dove serve, per equilibrare le masse o assecondare abitabilità, stile e versatilità. A seconda della bisogna. E i numeri sfornati da GM impressionano positivamente. Tanto per fare due esempi, con le batterie al massimo e il pieno di verde si arrivano a coprire oltre 1000 chilometri. Se si percorrono 100 chilometri di fila la media consumo di carburante diventa bassissima: oltre 60 km si fanno senza attingere al serbatoio.
TRIFLEX Le meraviglie tecnologiche non finiscono qui. Lo stile di rottura della Volt si accompagna alla tecnologia E-Flex. In poche parole il propulsore può bere svariati tipi di carburante. Dalla benzina al bioetanolo. O essere sostituito da un microdiesel. E ancora, volendo, può essere rimpiazzato da una fuel cell per avere un'auto ad idrogeno. Il tavolo di lavoro, sarebbe meglio dire pensatoio, GM si lascia le strade aperte. E pensa globale: con pochi adattamenti potrebbe essere venduta in Brasile, dove vanno pazzi per l'etanolo, o in Svezia, dove apprezzano il Biodiesel.
PLUG-IN HYBRID Si confermano le ultime sensazioni che vedono le green car declinarsi nelle più svariate forme. Con i tecnici pronti a seguire idee nuove e a volte estemporanee. La Volt potrebbe essere anche definita una Plug-In Hybrid. Le ibride con la spina, per ricaricarle di notte. Molti americani le stanno già usando "fatte in casa", aggiungendo alla Prius una spina elettrica da collegare alla presa di casa. Per ricaricare nottetempo batterie maggiorate e aumentarne l'autonomia.
TEMPO Serve solo un pizzico di pazienza. Gm sostiene di aver bisogno ancora di qualche anno per mettere a punto il sistema E-Flex. E pure le batterie agli ioni di Litio. Principalmente per ottimizzarne la durata, il raffreddamento e la stabilità. Specialmente in condizioni estreme di freddo/caldo. Ma l'obiettivo ambizioso è quello di arrivare nell'arco di quattro anni alla produzione in serie, rivolgendosi al mass market. Senza limitarsi, come accade spesso, ad un piccolo progetto pilota.
CASALINGA "La Volt torna sempre a casa". Bob Lutz, istituzione vivente di casa GM, pare entusiasta del progetto Volt e la chiosa si riferisce al problema principale di tutte le auto elettriche. L'autonomia. Brillantemente risolto dalla nuova creatura, erede spirituale della EV1. "Qualcosa di diverso da tutti gli altri progetti di green car". Il futuro sta arrivando? Forse, insieme a batterie potenti, prese della corrente e motori di bocca buona. Alessandro Volta, colpevole di aver inventato la pila, ringrazia. Dopo tante vie, ora ha anche un'auto...