Dalle ceneri delle special Anni 20 rinasce la moderna arte del coachbuilding. L'atelier Castagna propone a Ginevra la propria interpretazione della limousine moderna. Forme rétro, cuore ultrapompato e trazione integrale. Per chi vuole distinguersi davvero.
C'ERA UNA VOLTA
Nei lontani e miracolosi Anni 20 le special carrozzate facevano sognare i primi pionieri dell'automobilismo. L'arte del coachbulding, ovvero costruire auto da sogno personalizzate e in tiratura limitata su basi meccaniche esistenti, prometteva molto bene. Poi la crisi americana del '29 riportò tutti con i piedi per terra.BUONE ABITUDINI
Poiché le buone abitudini rimangono e vengono sempre conservate, magari tra pochi adepti, capita che qualcuno riproponga, debitamente aggiornate, idee e miti del passato. Come questa Imperial realizzata dalla Carrozzeria Castagna di Milano. Una concept che ha visto la luce, giusto in tempo per il Salone di Ginevra e che non verrà mai prodotta in serie. Tuttavia, alcuni eccentrici e appassionati potranno farci un pensierino. Gli artigiani milanesi, forti della loro esperienza e tradizione, sapranno accontentarli.MILANO DA BERE
Del resto, la voglia di distinguersi non conosce mai battute d'arresto. E anche nella ex Milano da bere, possedere uno dei tanti Suv sul mercato non è garanzia di esclusività. Una special ispirata alle Isotta Frachini invece potrebbe iniziare ad attirare sguardi interessati. Bisogna anche riconoscere che gli appassionati troveranno nella Imperial molti motivi d'interesse, dallo stile alla meccanica, passando anche per alcune soluzioni "furbe".FASCINO RÉTRÒ
La Imperial si ispira direttamente a una vettura della Carrozzeria Castagna realizzata proprio degli Anni 30 su base Isotta-Fraschini Tipo 8. Costruita tra il 1924 e il 1931, poteva contare allora su un 8 cilindri da 115 cavalli aveva il tetto apribile per i passeggeri posteriori e la verniciatura bicolore. Un must secondo i canoni dell'epoca.TECOLOGIA DI DOMANI
Nel 2006 il mondo è cambiato e i numeri sono diversi, ma la bulimia automobilistica non sembra attenuarsi: la Imperial è lunga quasi sei metri e alta 163 cm. La carrozzeria è un composito di fibra di carbonio, mentre la meccanica viene pari pari dalla Cayenne Turbo S. L'Imperial si muove attraverso "ruotine" da 24 pollici, che vista l'imponenza dell'auto, sembrano comunque piccoline.MASCHERATA
Insomma, il trucco utilizzato da Castagna è quello solito di tutte le repliche. Charme e linee old style uniti a soluzioni al passo con i tempi. Prendiamo i fari. Riecheggiano nella forma quelli d'epoca... ma sono BI-Xeno. O la trazione, integrale per assicurare mobilità da tuttoterreno.TETTO DA PARATA
Una delle caratteristiche distintive della Imperial Landaulet è il tetto apribile. Con questa soluzione, presente nel modello del novecento e fedelmente riproposto nel nuovo millennio, la porzione di tetto in cristallo posteriore si apre, donando il piacere della mobilità en plein air ai privilegiati che potranno farsi scarrozzare, presumibilmente, da un autista agghindato di tutto punto. Un esempio perfetto di auto da parata.LINEE ESTEMPORANEE
Per giudicare un'auto come la Imperial però è obbligatorio resettare i soliti parametri stilistici. L'insieme è di certo charmoso, con la vista frontale a farla da padrone, complice il megaradiatore in stile e i due dolci fari tondi. Meno convincente il posteriore che, nonostante gli scarichi integrati (come i fanali) nel design del parafango, risulta molto, troppo, pesante. Amabile invece la fiancata, caratterizzata, fra l'altro, dalle porte prive di maniglie a vista, con quelle posteriori che si aprono "a libro" e senza montante centrale. Prevista anche una soglia che esce all'apertura della porta per facilitare l'ingresso. Chapeau!DOPPIO BAGAGLIAIO
Le particolarità non finiscono certo qui. La Imperial dispone di due bagagliai. Uno posteriore con un cofano che si apre come il muso dell'Antonov, grazie ad uno snodo idraulico. Un altro, centrale, che può essere addirittura riscaldato. Funzionerà anche come scaldavivande?RANZANI
La trazione integrale dovrebbe assicurare tranquillità nello scaricare la potenza a terra anche sui fondi infidi. Perchè in mezzo ai prati o in sentieri di montagna o nel deserto, la Imperial proprio non ce la vediamo. Insomma, tra tutti i travestimenti possibili per la Cayenne Turbo S questo è di certo il meno prevedibile. Cosa ne direbbe il Ranzani? Passerà forse all'Imperial Landaulet made in Castagna giudicando anche la sua Cayenne Turbo S "da barbone"?Pubblicato da Luca Pezzoni, 06/03/2006
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