Costa il doppio della Chiron. Con i suoi 5 milioni di euro (tasse escluse) la Divo è la Bugatti più costosa in produzione. Il video live
FACCIAMO UNA DOMANDA Se vi dicessi di pensare all’auto più eclusiva, raffinata e potente che sia oggi in produzione, la risposta quasi certamente sarebbe una e una soltanto: Bugatti Chiron, con i suoi 1.500 cavalli per 420 km/ora di punta massima e un prezzo stellare di 2,4 milioni di euro.
COME UNO YACHT Ma in Bugatti hanno deciso di mettere in listino un’auto che costa come uno yacht di 30 metri. Si chiama Divo ed è nata per togliere alla Chiron lo scettro di regina. Con i suoi 5 milioni di euro (tasse escluse) per sole 40 auto prodotte al mondo, è la Bugatti più esclusiva in commercio e noi l'abbiamo ripresa in questo video live dal Salone di Parigi 2018.
MA CHE AVRA' PER COSTARE COSI? Ma cosa avrà di così tanto speciale la nuova Bugatti Divo per costare il doppio di un’auto già "over the top"? Bella domanda: vediamo di fare chiarezza. Non è fatta d'oro zecchino e non ha una colata di diamanti sulla carrozzaria. Il segreto è da ricercare nell'aerodinamca. Inizio col dire che la Chiron per quanto elitaria e con un accelerazione devastante non è mai stata agile e veloce tra le curve come una 911. Questo è sempre stato il suo tallone d’Achille.
8 SECONDI MENO Ed ecco perché i tecnici Bugatti sono partiti proprio da questo punto per sviluppare la nuova vettura. Pensate solamente che sul circuito handling di Nardò la Divo ha migliorato di 8 secondi (una quaresima praticamente) il record della Chiron.
MENO PESO Il segreto? Un carico aerodinamico maggiore di 90 kg (per un totale di 456 kg) e un'accelerazione laterale in grado di toccare 1,6 g. Parte del merito va all’ala posteriore larga 1,83 metri ovvero il 23% in più della Chiron. Tutto nuovo anche il muso scavato da una serie di aperture che favoriscono il raffreddamento degli 11 radiatori ma anche una deportanza al suolo notevolmente maggiore.
PIU' RUMORE NELLE ORECCHIE Sulla bilancia la Divo è anche più leggera. Per ridurre il peso, il materiale di isolamento è stato ridotto all’osso, le sellerie di pelle hanno lasciato posto all’Alcantara e gli altoparlanti dell’impianto audio sono stati sostituiti con speaker più leggeri. Via le tasche delle portiere e della console centrale. Sembra strano pagare di più per avere meno, ma tant'è in funzione della prestazione.
IL BAMBINO NON LO VOGLIO La dieta dimagrante ha previsto l’adozione di specifici cerchi in lega (anche se io me li sarei aspettati di carbonio), la cover dell'intercooler in fibra di carbonio e l'eliminazione dei vani portaoggetti. Il risultato? 35 kg in meno. Detta così viene da sorridere. Sarebbe come portare un bambino seduto di fiaco. Ma alla Bugatti questo bambino proprio non lo vogliono e, anche se può sembrare una sciocchezza, 35 kg meno aumentano il piacere di guida tra le curve. A secco la Divo ferma l’ago a 1.955 Kg.
NACA SUL TETTO Scenografica, poi, la presa d’aria Naca grande quasi quanto tutta la superficie del tetto che ottimizza i flussi aerodinamici. Per non parlare della pinna che corre al centro della coda simile a quella delle vetture LMP1 della Le Mans Series.
NON PASSA I 400 Alla voce propulsore, invece, nulla è stato modificato rispetto alla Chiron. Sotto il cofano posteriore alberga il W16 8.0 litri quadriturbo da 1.500 cavalli. Rispondono presente anche il cambio automatico doppia frizione a sette rapporti e la trazione integrale permanente che permette di sbrigare la pratica 0 -100 in 2,4 secondi (esattamente lo stesso tempo della Chiron). L’aumento della deportanza, invece, ha ridoto la velocità massima a 380 km/h (meno 40 km/h).
L'ARMA TOTALE? A questo si potrebbero fare mille considerazioni su quanto, la spesa aggiuntiva di 2,6 milioni (rispetto alla Chiron,) sia o meno giustificata nonostante i cavalli siano gli stessi e la velocità massima anche inferiore. Ma il punto è che tra le curve, stando a quello che dicono in Bugatti, la Divo le darebbe la paga. Insomma dovrebbe essere l'arma totale. E voi, come la vedete? Si avvicina al vostro concetto di sportiva? Ecco le foto da Parigi 2018.
Picture-Credit: Stefan Baldauf / Guido ten Brink