QUANTO FILA! Ne verranno costruiti solo 10 esemplari, tutti già venduti alla modica cifra di 8 milioni di euro IVA esclusa, e le consegne inizieranno nel 2022. Tra i clienti, si dice, un certo CR7, al secolo Cristiano Ronaldo: sua, pare, una delle Bugatti Centodieci in via di realizzazione. Qui vedete il primo prototipo per lo sviluppo in serie in fase di assemblaggio presso la sede di Molsheim. Più leggera di 20 kg rispetto alla Bugatti Chiron, la Centodieci utilizza lo stesso motore W16 quadri-turbo da 8,0 litri, ma ha 100 CV in più a disposizione: in totale fanno 1.600 CV, per una velocità massima autolimitata di 380 km/h e un'accelerazione tra le più travolgenti, tra le auto con motore a combustione interna: da 0 a 100 km/h in 2,4 secondi, da 0 a 200 km/h in 6,1 secondi e da 0 a 300 km/h in poco più di 13 secondi. Neanche il tempo di bere un caffè.
Bugatti Centodieci, il motore W16 da 8 litri sviluppa 1.600 CV
OMAGGIO AL PASSATO La Centodieci è un omaggio alla Bugatti EB 110 disegnata 30 anni fa dall'architetto Giampaolo Benedini sotto la gestione di Romano Artioli e la cosa è particolarmente evidente osservando le prese d'aria dietro ai finestrini: “La sfida per noi era non farci prendere dal design della leggendaria EB 110 ed evitare di concentrarci esclusivamente su un approccio retrospettivo. Il nostro scopo era quello di creare un'interpretazione moderna della forma e della tecnologia di quel tempo, ma allo stesso tempo non volevamo perdere il fascino e il carattere della EB 110'', dice Achim Anscheidt, Design Director di Bugatti. Il problema principale era trasformare il corpo molto piatto, a forma di cuneo e dall'aspetto quasi bidimensionale dell'EB 110 in una moderna scultura tridimensionale, per proiettare il fascino delle supersportive di quel tempo nell'età moderna.
Bugatti Centodieci a confronto con Bugatti EB 110 in un bozzetto di Jascha Straub
SCOLPITA DAI RAGGI DI LUCE ''Stiamo creando una serie molto limitata che allo stesso tempo deve soddisfare e persino superare tutti gli standard di qualità e sicurezza di una grande serie'', dice André Kullig, responsabile del progetto tecnico. Infatti, nonostante ne verranno prodotte solo dieci, la Centodieci deve soddisfare tutti gli stessi requisiti tecnici di un Chiron. Particolarmente suggestivo è il lavoro del centro stile, che si coordina con il reparto sviluppo per garantire una perfetta corrispondenza tra la forma esterna e la tecnologia. La curvatura dei componenti è stabilita in base all'incidenza della luce, in modo che l'aspetto sia omogeneo in tutte le condizioni di illuminazione: un processo elaborato che comporta tempi lunghi. Non a caso il team ha sviluppato il primo prototipo dopo oltre un anno di progettazione e simulazione.
Bugatti Centodieci, la scocca marciante sul banco dinamometrico a rulli
STEP BY STEP E qui comincia la messa a punto. “Con la nuova struttura ci sono cambiamenti in molte aree, che abbiamo dovuto simulare utilizzando speciali programmi per computer. Sulla base dei dati, siamo stati in grado di stabilire una configurazione di base come punto di partenza per lo sviluppo in serie e per il primo prototipo'', spiega Kullig. Di recente il team ha potuto testare la scocca marciante sul banco dinamometrico a rulli e verificare tutte le funzionalità della trasmissione, per garantire che Centodieci possa passare alla fase successiva. Il prossimo passo è costruire la carrozzeria tenendo conto di tutte le più sottili esigenze tecniche: ''Cosa che richiede un lavoro di sviluppo molto concentrato e intenso'', dice Kullig.
Bugatti Centodieci, l'alettone posteriore fisso e la griglia di ventilazione definita dai gruppi ottici
SOTTO IL VESTITO, TUTTO In particolare, bisogna fare in modo che i nuovi elementi estetici come i fari e le prese d'aria dietro ai finestrini si armonizzino con le esigenze di efficienza aerodinamica e di raffreddamento del motore, tenendo conto che 1.600 CV di potenza equivalgono a 1,176 megawatt e che l'energia dissipata come calore è da tre a quattro volte quella effettivamente sfruttata per il movimento. Ecco perché la parte posteriore è formata da un'ampia apertura di ventilazione, definita dagli otto elementi luminosi dei gruppi ottici. E l'ala posteriore è fissa, non più a scomparsa, così da sgombrare la strada ai flussi d'aria provenienti dal motore e replicare più fedelmente lo stile dell'EB 110 Super Sport originale. ''Nei prossimi mesi, oltre a costruire gli esterni e a eseguire simulazioni più avanzate nella galleria del vento, non vediamo l'ora di uscire sulla pista di prova per iniziare a mettere a punto il telaio'', afferma Kullig. Chi mai potrebbe dubitarne?