La presentazione ufficiale alle Olimpiadi di Tokyo, a luglio. Una tecnologia pensata principalmente per flotte e biciclette
CHE SIA LA VOLTA BUONA? Si fanno maturi i tempi per il debutto delle gomme senza camera d’aria? Bridgestone ne sembra convinta, e il loro arrivo sul mercato potrebbe non essere poi così lontano. Del resto, in un modo o nell’altro, tutti i produttori sono impegnati nello sviluppo di soluzioni analoghe, Michelin in primis.
APPUNTAMENTO A TOKYO In questa sorta di gara a chi arriva prima, Bridgestone sembra messa bene: alle prossime olimpiadi estive di Tokyo di luglio la casa (che dell’evento è sponsor ufficiale) porterà una serie di biciclette pieghevoli a disposizione dei turisti, e su cui sarà montata una versione piccola e più leggera delle gomme senza camera d’aria.
Le gomme senza camera d'aria di Bridgestone sulle biciclette a Tokyo
COME FUNZIONANO Gli pneumatici realizzati da Bridgestone non si bucano e non hanno bisogno di essere gonfiati: al posto della tradizionale camera d’aria, il copertone si poggia su raggi di resina termoplastica ad alta resistenza realizzati in materiali riciclati. Le gomme più grandi riescono a reggere un peso di 2.200 kg (ciascuna), e sarebbero già sono pronte per essere presentate ai rivenditori.
PER LE FLOTTE Il primo mercato a cui punta Bridgestone non è quello delle auto private, bensì dei veicoli commerciali e delle flotte, come conferma anche Jon Kimpel, direttore della divisione dedicata alle nuove soluzioni di mobilità: “questa soluzione gli risolve un sacco di problemi, e gli permette di risparmiare soldi”. Le statistiche portate da Kimpel parlano chiaro: i furgoni hanno un problema alle gomme ogni 12mila km, e questo porta inevitabilmente a sprechi di tempo (e di denaro).
NON È LA PRIMA VOLTA Bridgestone aveva presentato i primi prototipi di gomme senza camera d’aria già nel 2011, e successivamente nel 2013 al Tokyo Motor Show. Nel corso degli anni sono migliorati tutti i parametri delle gomme, dalla resistenza al carico alle prestazioni su strada, la sostenibilità dei materiali e la resistenza al rotolamento (e conseguente riduzione di consumi ed emissioni). Che questa sia la volta buona? Non sarebbe un sogno potersi muovere senza la preoccupazione di tener sotto controllo la pressione, o peggio ancora di una foratura improvvisa?