Due porte in più della coupé, quattro quinti del motore della M5. E un trapianto facciale. Torna dopo un salto generazionale la berlina piccolina con la M. Per rispondere con il suo V8 alle dirimpettaie teutoniche e per regalare l'interpretazione della muscle car alla tedesca.
DOLCENONDOCILE Nell'albero genealogico M3 è già esistita una versione "quattro porte". Al tempo della seconda generazione (nome in codice E36), quella che segnò il passaggio dalle crudezze pistaiole a toni sempre strapotenti ma lievemente addolciti. All'epoca si trattava di un vero prodigio di understatement. Tolti specchi e cerchi, il riconoscimento diventava roba da maniaci. Poi l'oblio.
PORTICINE Oggi, dopo aver preso il respiro e saltato la terza ondata, ecco che torna la M sul corpo da berlina della 3 contemporanea. Fisico e cuore muscolare in abito da lavoro. Con tutte le porticine al posto giusto, a prova di montaggio di seggiolino per neonati nel divanetto posteriore. La M3 sedan trova compimento in un trattamento estetico lontano dalle esagerazioni ma anche dalla normalità di una qualsiasi 320d.
TRAPIANTO La versione quattro porte riprende tutto il corpo vettura della berlina conosciuta, e.... il muso della coupé. Trapiantato con cura anche dei particolari, vedi le branchie laterali, ma senza crisi di rigetto. Le proporzioni funzionano. Qualcosa di inedito e nuovo anche in campo stilistico. Pensato per stabilire un collegamento visivo immediato tra le M, indipendentemente dalla carrozzeria.
DERIVATA Azzardo o mirabile intuizione? L'operazione chirurgica riesce a creare quasi una terza variante. Nel passaggio dalle due alle quattro porte la M3 mantiene l'aria da supercar derivata dalla serie. Elemento essenziale per un futuro di successo: l'understatement col muso corretto evita che qualcuno aggiungendo spoiler e cerchi faccia la stessa figura con... molti mila euro in meno. Non solo le linee del frontale, non solo il motorone da 4 litri, non solo il tastino magico sul volante per cucirsi addosso erogazione ed elettronica su misura: rimane quasi tutto quello che si trova sulla scheda tecnica della M3 coupé. Anche lo sguardo accigliato. E i cerchi, ripresi pari pari.
GOBBA E non manca il powerdome gibbuto sul cofano con le due fossette ai lati, che sulle berline europee manca dai tempi delle Rekord diesel. Qui riguadagna un ruolo nobile e rimanda a suggestioni d'Oltreoceano. Oltre che essere funzionale: fa spazio agli otto cilindricon potenza specifica superiore alla fatidica soglia dei 100 CV/litro, con quattro farfalle per ognuna delle due bancate.
MUSCLE CAR? E alla fine, perdonateci l'irriverenza, cos'altrosarebbe una M3 a quattro porte se non una muscle car in salsa teutonica? D'accordo le raffinatezze bavaresi fatte di prodigi meccanici ed elettronici sono diverse dalla ricetta americana "non c'è nulla come i centimetri cubi". Ma alla fine dentro il corpicino di un'auto come ce ne sono mille tra i parcheggi aziendali... si nascondono cuore e scheletro, comprensivo di sospensioni in allumino, da centometrista.
COSA PERDE E pazienza se rispetto all'affresco disegnato dalla coupé ci sono due nei: il tetto in carbonio che manca in questa guisa e che comporta un lieve innalzamento del baricentro, mentre l'unico disagio estetico viene da quei fanalini posteriori troppo colorati e miserelli anche sulla versione base, immaginiamoci qui. Invero riequilibrati dai tubi di scarico in formato quadripartito e dal diffusore. Nel cambio, per chi bada al sodo e alla praticità, c'è comunque da guadagnarci. Con un bagagliaio a prova (quasi) di vacanza.
BILANCIA La rinuncia al tetto in materiale alleggerito e le due porte aggiuntive comporta solo un lieve aumento di peso. BMW dichiara alla bilancia 1680 kg. Solo 25 in più della due porte. Abbastanza poco per contenere tracolli prestazionali e dinamici. Rimangonoconfermati i 414 cavalli a 8400 giri. Come il cambio manuale a sei marce, il controllo di stabilità DSC evoluto e il differenziale sulle ruote posteriori. Lo zero-cento viene bruciato comunque in 4,9 secondi. E il bilanciamento dei pesi rimane un ottimo 50-50 tra asse anteriore e posteriore.
COMPETIZIONE Pensandoci bene, specialmente nei colori mimetici come il grigio metallizzato, la M3 potrebbe essere definita una M5 liofilizzata. Un posizionamento che potrebbe farle guadagnare i favori di chi non vuole esagerare (del tutto) in prezzo, dimensioni e cilindri. E dietro la scelta BMW si intravede una strategia di copertura delle nicchie ma anche un'attenta analisi della "competition". Ad aver fatto superare ogni indecisione devono essere stati i riscontri di critica e di pubblico entusiastici raccolti da berline muscolari come Audi RS4 e Mercedes C 63 AMG.
UNA FAMIGLIA DI M L'allargamento ad oltranza in corso della famiglia M è un fatto acclarato. L'indice di natalità farebbe felice qualsiasi condottiero di esercito, pronto a contare su ruote giovani e forti per vincere la guerra delle strapotenze su strade e piste mondiali. M6 coupè e cabrio, M5 berlina e touring, M3 berlina e coupè (con cabrio e forse pure touring in rampa di lancio). Mentre la M3 CLS, quella fedele allo spirito della nonnina e davvero desiderata dai duri e puri, richiederà ancora un po' di pazienza.