Shooting brake o metrochic? La fuga di immagini e notizie anticipa la première della piccola Audi. Contorni fatti di immagine e sportività. All'assalto del territorio presidiato dalla Mini.
PRIMO ANELLO Si parte dal single frame grigliato e dai quattro anelli. Il nome d'arte dice Metroproject Quattro e doveva essere svelata a Tokyo. Invece la solita fuga di notizie viola l'embargo stampa. E siamo qui a guardare e parlare della prossima A1, svelata nei contorni glamour.L'anello mancante, quello d'ingresso nel marchio luxury del Gruppo Volkswagen. E si possono trarre conferme e indicazioni per il futuro: Audi punta decisa verso la copertura delle nicchie e sportività.
PICCOLA Non solo una piccola auto: la A1 sembra pensata apposta per fare immagine e consentire l'accesso al mondo anelluto ai giovani e anche a chi magari prima doveva rinunciarci. Non solo però una compatta per utilizzi metropolitani o comunque a corto raggio, che cita nei principi stilistici e tecnici il Dna del casato, ma un'auto che continua a correggere il posizionamento del marchio in senso sportivo. Basta ripensare alle ultime nate A5 e A4. E ora A1.
BEN PIAZZATA Il concept si sostanzia in una tre porte ben piazzata, con la cellula abitativa disegnata da due archi in colore alluminio, completata da vetrate continue e non interrotte dai montanti nelle fiancate. Le spalle che si allargano sotto la linea di cintura. All'anteriore due fari tagliati secchi accompagnano la solita linguaccia metallica. Un cofano bello largo e piatto si sviluppa in larghezza partendo a punta. Mentre al posteriore il padiglione scende svelto fino ai fari da navicella spaziale, appena inseriti negli spazi metallici, come i due tubi di scarico. Uno per fianco.
E AMMICCANTE Tutte le proporzioni, i tagli delle lamiere e le soluzioni stilistiche sembrano un inno al piacere e al gusto della guida. Tanto che i tempi della A2 - con il suo cofano sigillato, razionale e innovativa ma lontana da look emozionali - sembrano morti e sepolti. Una controriforma stilistica e di pensiero, richiesta dal mercato e dai gusti dei clienti. Le auto ammiccanti si vendono sempre, quelle intelligenti forse.
UTILITARIA? NO GRAZIE Un design semplice senza leziosità e proprio per questo ben definito. Nulla appare ricollegabile ad un automobile cheap o entry level. Anzi, complici l'aria da shooting brake e le misure (lunghezza 391 cm, larghezza 175 e altezza 140) tutto lascia pensare ad un giocattolone. Pensato per fare concorrenza alla piccola auto premium della BMW... la Mini. Anche il passo allungato all'estremo (246 cm, tanto da "costringere" le ruote ai quattro angoli) segue la scuola di Issigonis.
UN QUATTRO IBRIDO Equipaggiato con il TFSi da 1,4 litri e 150 cavalli, il concept si imbelletta con un make-up ecologico: un motore elettrico (41 cv e 200 Nm aggiuntivi di coppia) alloggiato al posteriore, che porta concetti ibridi anche in casa tedesca. Ma, soprattutto, crea un nuovo genere "quattro". E se il propulsore a benzina trasmette il moto al treno anteriore, qui le potenze elettriche finiscono al posteriore. Lasciando spazio ad alleanze variabili.
E LE CATENE? Se replicasse questo concept nei dettagli, la A1 sarebbe difficilmente categorizzabile: a volte trazione anteriore, a volte integrale. Mentre alle basse andature e utilizzando solo il motore elettrico (autonomia prevista in "emissioni zero" circa 100km) diventerebbe una "tuttodietro" vecchio stile. Qualche dubbio per chi dovrà fare la scheda tecnica nei listini e... per chi dovrà montare le catene in mezzo ad una nevicata.
CAMBI DI INTONAZIONE L'intonazione double face si accompagna al cambio S-tronic che replica, a parte il nome, il doppia frizione DSG Volkswagen. Perfetto come antistress negli ingorghi urbani e divertente tra le curve. L'intonazione sportiva si sostanzia in altri particolari goderecci. Come il volante, tagliato in basso da scuola RS, o le sospensioni magnetiche che arricchiranno il quadro dinamico. Consumi inferiori ai 5 litri per 100 km, e emissioni Co2 112 g/km salvano in parte l'ambiente.
QUATTROPOSTI Pensata come 2+2, non rinuncia a tocchi d'autore nella definizione degli spazi abitativi. Come la plancia, che gioca solo sui toni scuri e gli inserti d'alluminio, il piccolo cruscotto con i due orologi tondi. Tonde sono pure le bocchette d'aerazione, le manopole per governare climatizzazione e funzioni di bordo. E speriamo che rimangano davvero i sedili a guscio e lo sguardo vetrato e luminoso sul motore ibrido al posteriore. Tocchi futuristici e da supercar che democraticamente potrebbero allargarsi a molti.
THAT'S ALL FOLKS Piacere ed emozione. Tocca accontentarsi di questo per ora. In attesa di notizie certe e dettagli sulla commercializzazione. O quasi. Le foto di quello strano telefonino marchiato Audi non sono finite per sbaglio nella gallery. Si tratta fondamentalmente dell'ennesimo tentativo di convergenza auto-uomo-tecnologia. Ci potete telefonare, ci potete ascoltare gli mp3 e una volta inserito nella plancia ci governate tutti i sistemi multimediali: una sorta di MMI system portatile.
NIENTE DISTRAZIONI Interessante, il "telefonino", anche per futuri sviluppi e comodità di gestione. Ma non per distratti o disordinati. Mettette di svegliarvi alla mattina e decidere dal comodino la temperatura del clima della vostra auto. Fantastico. Ma mettete anche di dimenticarlo al ristorante: a casa al freddo, in silenzio e senza musica. Addio piaceri, addio emozioni.
GUARDALA DA VICINO