La ATS Sport 2015 strizza l'occhio ai gentleman driver e agli habitué delle piste, con un telaio raffinato e un motore strapotente di derivazione motociclistica.
UN PO’ DI STORIA Bisogna essere appassionati veri per avere memoria del nome ATS, marchio che nei primi anni Sessanta ebbe l’ardire di debuttare nel mondo della Formula Uno e di lanciare un guanto di sfida nientemeno che alla Ferrari. L’iniziativa non ebbe grande fortuna, nonostante dietro il progetto ci fossero due nomi di primissimo piano dell’automobilismo, come Giotto Bizzarrini e Carlo Chiti, e al volante delle macchine da corsa ci fossero piloti di gran classe, ovvero Phil Hill e Giancarlo Baghetti. Caduto nel dimenticatoio, il marchio ATS, sigla che sta per Automobili, Turismo e Sport, è stato rispolverato qualche anno fa per dar vita, in quel di Borgomanero, a una produzione in piccola serie di auto sportive, come la ATS Sport 1000, una barchetta racing ma capace anche ottenere un’eventuale omologazione su diversi mercati.
VIA COL VENTO Dopo i primi esemplari prodotti a partire dal 2012, l’ATS Sport si aggiorna profondamente e non solo per aumentare il suo potenziale pistaiolo, ora che ha ottenuto il passaporto tecnico CSAI/FIA per gareggiare in tutto il mondo. Perso per strada il numero 1000, la sportivetta novarese si appresta a debuttare al Festival of Speed di Goodwood con una carrozzeria (in fibra o, a richiesta, in carbonio) ottimizzata dal punto di vista aerodinamico. Grazie anche all’effetto suolo e all’ enorme ala posteriore, il carico aerodinamico può raggiungere i 1.150 kg, a fronte di un peso di soli 480 kg. Quanto basta per poter dichiarare, come se niente fosse, che la macchina può raggiungere i 3G di accelerazione laterale in curva.
GRIFFATISSIMA Il telaio della ATS Sport è tubolare in acciaio con roll-bar al cromo molibdeno, crash box anteriore a nido d’ape e telaio ausiliario posteriore in alluminio (e a richiesta si può avere l’intero telaio in 25 CrMo, per limare ulteriori 45 kg sulla bilancia). Le sospensioni sono a triangoli sovrapposti, con ammortizzatori regolabili Ohlins, così come regolabili possono essere anche le barre antirollio. Altre firme di prestigio sono sugli eventuali fari Hella a Led, sui freni Tarox con pinze anteriori a sei pistoncini e sulle cinture Sparco, da cui può venire anche il volante estraibile. Alla strumentazione pensa invece AIM, che può fornire anche il sistema di telemetria per analizzare le performance.
TRAPIANTO DI CUORE La ATS Sport si può acquistare nuda e cruda, senza motore, o spinta da un quattro cilindri di derivazione motociclistica. A donarle il cuore è nientemeno che la Suzuki Hayabusa, cuore che può essere lasciato in configurazione originale, 1300 con quindi circa 185 cv, portato a 1.400 e 235 cv oppure in versione 1.600 da 255 cv. In altre parole ciò significa che la macchina può avere 380, 480 o 540 cv/tonnellata, per prestazioni monstre. Basti pensare che si parla di un crono che può scendere fino ai 2,5 secondi nello 0-100 e di una velocità massima di oltre 250 km/h, anche se su una macchina così tutto dipende dal set-up scelto dal cliente.
SU MISURA All’acquirente è offerta anche ampia possibilità di personalizzare la ATS Sport grazie per esempio a cerchi con dado centrale, impianto di estinzione, freni maggiorati, assetto racing Ohlins TTX e retromarcia. Se non si cade in tentazione e si punta sul fai-da-te per motorizzare la macchina, i prezzi partono dai 33.000 euro, mentre per una Sport bell’e pronta all’uso si devono stanziare almeno 48.850 euro, cifre da intendersi tasse escluse.