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RC Auto

L'assicurazione Tesla? Un fiasco. Le testimonianze dei clienti


Avatar di Lorenzo Centenari, il 22/11/23

1 anno fa - L'indagine che raccoglie le (pessime) esperienze dei primi clienti USA

Assicurazione RC Auto Tesla? Pessima. Le opinioni dei clienti USA
Polizza assicurativa stipulata con il Costruttore stesso, indagine raccoglie le esperienze dei clienti Tesla Insurance. Infuriati

Ricordate quando si iniziò a parlare di assicurazioni RC Auto sottoscritte con le Case auto anziché con compagnie assicurative di stampo tradizionale? Scrivemmo un articolo (lo riportiamo sotto questo contenuto) in cui tratteggiamo gli scenari più probabili, citando Tesla ed Elon Musk come possibili pionieri. Bene: come volevasi dimostrare, Tesla ed Elon Musk, pure in campo assicurativo, puntualmente si sono distinti come precursori. Tuttavia il progetto Tesla Insurance (come d'altronde altri progetti Tesla) sembra non essere partito sotto buoni auspici. Le testimonianze raccolte da un reportReuters fanno luce su un servizio, a quanto pare, di pessima qualità. Almeno per ora.

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TE LO ASSICURO! Tesla lanciò la sua prima assicurazione interna a metà 2019. Musk reclamizzò funzioni come tariffe più basse delle media, poiché basate su come effettivamente guidano i proprietari di Tesla e sull'affidabilità del Tesla Autopilot, inoltre - in caso di collisione - addirittura riparazioni in giornata. La realtà, per i clienti, si rivela tuttavia molto diversa.

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RESTI IN LINEA L'indagine Reuters cita il caso di tale Mark Bova, che acquista una Model S del 2018 all’inizio del 2023 e sottoscrive l’assicurazione Tesla. Tempo due settimane e l'Autopilot fa cilecca, l'auto sbanda, colpisce un guardrail e si ribalta. Bova rimane ferito, l'auto finisce distrutta. L'esperienza con l’assicurazione Tesla si rivela un incubo: sette mesi di attesa per il rimborso del veicolo distrutto, ancora nessun risarcimento per i circa 50.000 dollari di spese mediche. Contattato telefonicamente il dipartimento sicurezza Tesla, il cliente attende ore e viene ''riagganciato'' quattro volte. Finalmente qualcuno risponde e gli promette una chiamata entro due settimane. Quattro mesi dopo, Bova sta ancora aspettando.

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SOTTO ORGANICO Bova non è il solo a essere insoddisfatto dell’assicurazione Tesla. Reuters parla con dozzine di clienti Tesla Insurance, ne esce l’immagine di un servizio di difficile gestione. Un cliente di San Francisco spiega come siano state necessarie 15 chiamate per cercare di contattare un perito, dopo che l'auto di sua figlia era stata travolta da un assicurato Tesla. Pare infatti che il personale sia in difficoltà a tenere il passo con il carico di lavoro derivante dalla gestione di migliaia di clienti: i numeri esatti non sono disponibili, in California erano circa 50.000 veicoli nel 2021.

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COLLISIONI FANTASMA Tempi lunghi, ma anche il problema costi: Tesla Insurance prevede aumenti automatici delle tariffe basati sui dati raccolti dai sensori del proprio veicolo. Un sistema chiamato ''Safety Scores'' (Punteggi di Sicurezza) utilizza i dati del veicolo in tempo reale per analizzare il comportamento del conducente. Tesla sta tuttavia attualmente affrontando due azioni legali collettive che affermano come i sensori Tesla stiano “producendo falsi avvisi di collisione che possono abbassare i punteggi e gonfiare i premi”. Chanda Santiago, un assicurato  Tesla Insurance, racconta a Reuters una storia di falsi allarmi e colpi spontanei dei freni. E di un premio mensile, guarda caso, recentemente aumentato di quasi il 50%, a circa 190 dollari. Forse, un giorno, l'assicurazione verrà stipulata con il Costruttore del proprio veicolo. Ma la case history di Tesla, per adesso, sembra poco incoraggiante.

ARTICOLO ORIGINALE (4 MAGGIO 2021)

PRIMI SEGNALI DI CAMBIAMENTO La sempre più presente tecnologia all’interno delle nostre automobili potrebbe avere ripercussioni anche in ambiti a cui non viene immediato pensare, come quello delle assicurazioni (qui la nostra guida pratica al mondo delle RCA). Un paio di anni fa il capoccia di Tesla Elon Musk aveva annunciato che la sua casa avrebbe presto cominciato a offrire ai suoi clienti la possibilità di assicurarsi direttamente con Tesla, con un risparmio sul premio assicurativo della RCA di circa il 20/30 percento rispetto alle cifre di mercato. Un’idea che non si è ancora concretizzata, ma che sta conquistando sempre più interesse, anche presso le altre case automobilistiche.

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NON È COLPA DEL 5G Se la cosa dovesse prendere piede, l’impatto per le compagnie assicurative sarebbe notevole. Il problema, secondo quanto riferisce Daniel Schreibe, presidente della compagnia di assicurazioni Lemonade (che lavora con algoritmi di intelligenza artificiale) è che le compagnie assicurative tradizionali hanno sempre avuto, storicamente, un approccio abbastanza approssimativo: si può dividere la popolazione in grandi gruppi a diversi livelli di rischio (guidatori giovani per le RCA, fumatori per le assicurazioni sulla vita, ecc.), ma è molto complicato calcolare il fattore di rischio - e quindi il premio assicurativo - di una singola persona. Ed è qui che entrano in gioco le automobili.

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SCATOLA NERISSIMA Sempre più connesse e tecnologiche, le automobili raccolgono una quantità di dati smodata, come direbbe Mel Brooks. Molti più dati di quelli rilevati dalle “scatole nere” che molte compagnie ormai offrono. Pensate banalmente alla velocità media che un automobilista tiene rispetto a quella della strada che percorre, ma anche alle piccole variazioni nella velocità, segno di una tendenza ad accelerare bruscamente (comportamento più rischioso), oppure a quanto spesso, e con quale forza vengono usati i freni, oppure ogni quanto tempo entra in funzione il controllo di trazione. Sono dati che possono essere utilizzati per analizzare i fattori di rischio in maniera più accurata e precisa. E sono dati che, al momento, stanno saldamente nelle mani (e nei server) delle case automobilistiche

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E LA PRIVACY? Più tecnologiche e connesse sono le auto, maggiori sono i dati da analizzare. Una casa come Tesla (ma non è l’unica, ovviamente) può tranquillamente tracciare il comportamento di chi guida in tempo reale, come fanno gli smartphone con la nostra attività fisica, e costruire un profilo di rischio personalizzato con un dettaglio inimmaginabile solo qualche anno fa. E che, giustamente, potrebbe premiare chi guida in maniera responsabile e attenta. C’è anche la questione della privacy, naturalmente, che meriterebbe un discorso a parte (e che ci porterebbe un po’ troppo fuori strada).

NUOVE SFIDENel breve e medio periodo”, conclude Schreibe, “ci aspettiamo che tutte le case automobilistiche offriranno direttamente assicurazioni ai clienti che acquistano le loro auto connesse”. Se così fosse, alle compagnie assicurative toccherebbe la non facile sfida di trovare una risposta adeguata, per non rischiare di essere travolta dall’onda tecnologica.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 22/11/2023
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