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Anteprima: Jeep Treo concept


Avatar Redazionale, il 17/10/03

21 anni fa -

L'auto per i Beach Boys del 2004. Oppure per tutti i giovani metropolitani che vogliono un mezzo molto active ma sono stanchi di lottare all'ultimo metro per il parcheggio. Più corta di una Seicento, più pulita di una Vespa, molto più maschile di una Smart. È la citycar di domani, con un frontale a sette feritoie.

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COUNTRY MUSIC Dici Jeep e pensi alle stradone americane, agli sterrati dei ranch con tanto di sottofondo di musica country. O ai Cherokee e Grand Cherokee che girano per le vie italiane con manager e signora. Ma lo stampo duro e puro, versatile e spartano intorno a cui si sono nate quelle sette aperture può imprimersi anche a una carrozzeria molto più piccola, come quella della Treo.

TOKIO

Il concetto lo dice già il nome: tre sono i passeggeri che possono accomodarsi all’interno della supermini statunitense, forse non a caso presentata a Tokio. Nella patria delle minicar da poco più di 3 metri, la proposta Jeep si ferma ad una quota di 323 cm di lunghezza, nove meno di una Seicento. Ma riempie quei centimetri con ruotone così grandi e un corpo d’acciaio così scolpito da non lasciare dubbi sull’engineering che c’è dietro.

TECHNO

Chi pensava che le ultra-piccole di oggi dovessero essere per forza dei cubetti coreani alti e lunghi sbagliava. Perché la Treo è moderna, modernissima con pneumatici da 19 pollici e sospensioni parzialmente a vista, ben assettata su un’impronta a terra che sembra quella di un furgoncino. Eppure è piccola come le utilitarie di qualche lustro fa. Con una serie di soluzioni tecnologiche e funzionali che possono far venire in mente una sola parola: futuribile.

ELETTRICA

La meccanica è molto lontana dalle convenzioni che dominano il segmento automobilistico d’entrata. Niente piccolo motore trasversale, i propulsori sono due e sono elettrici. Ognuno collegato ad un asse, così si ottiene un effetto da trazione integrale permanente; con la differenza che la ripartizione di coppia può essere gestita limitando l’erogazione di una delle unità motrici.

FUEL CELL

Per il momento non si parla di pacco batterie, piuttosto alla Chrysler preferiscono spiegare che in futuro ci saranno le fuel cell, le celle di combustibile che producono energia elettrica pulita. Un’ottica tipicamente urbana, anche perché l’auto è alta venti centimetri da terra (praticamente come un fuoristrada) e non ha di che temere certe insidie cittadine, chiamate anche marciapiedi.

CENTRO STORICO

Ma il progetto non è solo quello di una vettura da centro storico, perché nei volumi compatti della Treo ci si potrà andare pure fuori città. Lo dimostra la telaistica: pneumatici 185/65 R 19, un metro e 49 di carreggiate. Praticamente quanto l’intera larghezza di altre colleghe. E un passo di 2 metri e 45 che finora si era visto solo su urban-car con fiancate molto più generose.

TRE SEDILI

Nell’abitacolo ci sono tre sedili (quello posteriore ribaltabile) e quella funzionalità che si può estrarre da tre metri e ventitré. Sulla plancia, un modulo contiene autoradio/navigatore/climatizzatore e un’altra unità raggruppa sterzo, tachimetro, comandi e pedaliera. Finché la pedaliera sarà montata: la prospettiva infatti è quella di passare al drive-by-wire. Cioè alla guida attraverso comandi elettrici senza attacchi meccanici agli organi. Con o senza pedali, gli interni sono pensati per montare componenti interscambiabili fra gli esemplari guida a sinistra e quelli anglosassoni.

TRASPARENZE

Ma non in tutto i progettisti sono stati così attenti alla produzione. Dietro al cruscotto si intravedono sette striscioline trasparenti che corrispondono alle feritoie sulla mascherina, non proprio una garanzia in fatto di sicurezza. Anche se ad assorbire gli urti dovrebbero pensarci le ruote stesse un po’ come sulla Smart. Vezzi da concept-car.

ORECCHIE

Singolari pure i due spoiler che spuntano dalle fiancate come le orecchie di Capitan Spock, più simili a due pinne che ad un alettone. Servono a sostenere due mountain-bike Rubicon griffate Jeep, che dall’altra parte appoggiano su un’originale piattaforma ribaltabile posteriore. Le due appendici laterali incorporano i gruppi ottici, ma a luci spente c’è il rischio di "ghigliottinare" le teste ai passanti…

FUORI TUTTO

Alettoncini compresi, l’ingombro trasversale fuori tutto è di 1,68 m. E fuori tutto è un’espressione quantomai appropriata a descrivere un’auto con i parafanghi applicati come si faceva una volta, addirittura avvitati tipo Jeep militare. Altri dettagli rétro sono i fari anteriori e i ganci che spuntano evidenti dal fascione davanti, ma i pedoni più di tutto apprezzeranno quelle coperture delle ruote che risparmiano dagli schizzi. Almeno da quelli…

Pubblicato da Silvio jr. Suppa, 17/10/2003
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