Dai vicoli di Chicago alle spiagge della California, passando per il Salone di Detroit. La gangster-mobile, perde due porte e il tetto ma non la voglia di essere al centro dell'attenzione.
SCARAMANZIA Esattamente quattro anni dopo il lancio della fortunata versione a cinque porte, la Chrysler sceglie ancora il Salone di Detroit per il debutto in società della più recente e ardita proposta nella famiglia PT Cruiser, ovvero la Convertible. Intendiamoci, la vettura è una novità ma fino a un certo punto: in effetti qualcosa del genere è apparso nei Saloni di mezzo mondo sin dal lontano 2001, ma sempre spacciato come concept car. La notizia sta dunque più che altro nell’ufficializzazione dell’inizio delle vendite, fatto che comunque era a sua volta nell’aria da tempo.
HAPPY DAYS Anche passata al microscopio, la versione definitiva della Convertible non mostra differenze di rilievo con la show car già ammirata altre volte anche in questo sito. Con due porte e il tetto in meno la PT Cruiser perde la sua tipica aria da auto da gangster per assumerne una molto più scanzonata. Vedendo la portiera che si apre, ora non ci si aspetta più di vere comparire Al Capone bensì, al limite, Ralph Malph e Potsie di Happy Days...
OLD STYLE Il frontale è quello di sempre, con la grande mascherina a forma di scudo medievale che si sviluppa per tutta l’altezza del muso, sopra e sotto il massiccio paraurti. Ai suoi lati, i parafanghi bombati danno quell’inconfondibile tocco old style al look della PT Cruiser e guidano lo sguardo verso la fiancata.
STESSA FARINA Questa mantiene un taglio a cuneo, con una linea di cintura insolitamente alta per una cabriolet moderna. Che la PT Cruiser non scopiazzi nessuno è in fondo cosa risaputa e anche la Convertible propone una ricetta che fa uso solo della farina del suo sacco. Il risultato è una carrozzeria simpatica, cui però gli amanti delle linee filanti potrebbero rimproverare forme troppo abbondanti, specie al posteriore.
LA PROVA DEL 9 Visto da dietro, il bagagliaio ha un design che pare studiato in un mobilificio: la silhouette è un po’ da cassapanca. Ma la cosa si perdona volentieri visto che, se non altro, borse e valigie si caricano a meraviglia. Si parla infatti di un volume utile di circa 377 dm cubi, un valore eccellente per una scoperta. Senza dimenticare inoltre la possibilità di ribaltare lo schienale del divano (divisibile in due parti uguali) e di sistemare i sedili in nove diversi modi a seconda delle esigenze di carico del momento.
BELVEDERE Per i passeggeri posteriori è annunciata una disponibilità di spazio record per le gambe, con molti centimetri di vantaggio dichiarato sulla più vicina rivale. Senza stare a fare paragoni (e poi a chi viene in mente un’altra giardinetta cabriolet ?!?), sembra in effetti difficile che da chi sta dietro arrivino molte lamentele. Il piano di seduta, tra l’altro, è rimasto alla stessa altezza che sulla PT Cruiser berlina (e quindi sensibilmente rialzato) e regala un panorama da terrazza belvedere quando la capote è abbassata. Nessuna novità invece nella parte anteriore dell’abitacolo, che ricalca pari pari quello personalissimo della PT cinque porte.
SCHIACCIATA A proposito di capote e continuando con le differenze, una volta chiusa (tramite apposito tastino magico) questa ha un andamento ben diverso da quello del tetto metallico. Corre infatti più bassa per migliorare l’aerodinamica e la silenziosità, che pare siano state lungamente studiatenella galleria del vento in ogni condizione d’impiego.
ROLL-BAR Quando si rinuncia all’aria tra i capelli, sotto la tela resta occultato anche il vistoso roll-bar che oltre a proteggere gli occupanti ha il compito di rinforzare e irrigidire la struttura del telaio. Ciò va a tutto vantaggio della sicurezza e del piacere nella guida cui dovrebbero dare un fattivo contributo anche piccoli aggiustamenti dell’assetto.
PEPATA Negli States, dove la benzina costa come la nostra acqua minerale, la PT Cruiser Convertible viene offerta con tre motorizzazioni, tutte da 2,4 litri di cilindrata. Alla base della gamma vi è la Standard che monta un aspirato da 150 CV a cambio manuale. I due gradini superiori prevedono invece l’installazione di un turbocompressore con differenti tarature. Nella versione intermedia, detta Touring e l’unica munita di cambio automatico, i cavalli sono 180, che salgono a 220 per la pepata e sontuosamente accessoriata GT. Quanto basta, insomma, per non deludere neanche i piedi pesanti e i palati fini.
PREZZI La PT Convertible, la cui produzione inizierà a breve nello stabilimento messicano di Toluca, ha prezzi che vanno negli Stati Uniti dai 19.995 dollari della Standard ai 27.565 dollari della GT. Quanto costerà da noi (nella probabile eventualità che venga importata) non è ancora dato di saperlo, così come non è ancora chiaro quali motorizzazioni potrebbero essere adottate nel nostro Paese.
IN EUROPA Visto che lo scarso spessore di questa nicchia di mercato potrebbe rendere poco vantaggioso l’approntamento di modelli specifici, non è da escludere che la Chrysler decida pescare nel mazzo delle unità commercializzate in America. Se insomma la Convertible vi stuzzica, iniziate a scegliervi un benzinaio simpatico: c’è il rischio finiate col vederlo spesso…