Anche #Suzuki ammette #test irregolari su #consumi e ed #emissioni, ma non c'è manipolazione. Ecco perché
SORRY Test irregolari su emissioni e consumi: dopo Mitsubishi, anche Suzuki chiede scusa. E’ il secondo scandalo in pochi giorni che riguarda le Case giapponesi. Il busillis, stavolta, riguarda una discrepanza tra il metodo di prova utilizzato dalla Casa e quello richiesto dal governo nipponico. L’indagine riguarda 16 modelli (di seguito l’elenco completo) costruiti per il mercato giapponese, in totale circa due milioni di veicoli. Non sono invece coinvolte, per il momento, automobili destinate all’estero.
UN ERRORE, NON UN TRUCCO Suzuki ammette di aver sbagliato (l’utilizzo di criteri non conformi al protocollo del MLIT – Il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture dei Trasporti e del Turismo nipponico) ma respinge al mittente qualsiasi accusa di manipolazione. Secondo la Casa, infatti, l’errore non è stato fatto nell’ottica di falsare i dati e, soprattutto, non è tale da indurre a ricalcolare i dati di omologazione, talmente è minima la discrepanza tra i risultati ottenuti con i due differenti criteri.
GIU’ IN BORSA Visto il caso Mitsubishi, passato in sordina, e vista l’entità (attuale) del problema, su Hamamatsu non si prevedono tempeste da dieselgate, ma temporali passeggeri. Il solo fatto di non aver seguito le regole, però, è già costato qualcosa a Suzuki; alla Borsa di Tokyo il titolo ha chiuso a -9,4% (dopo aver toccato il -15%) e non si escludono scossoni al vertice dell’azienda.
I MODELLI
Alto
Alto Lapin
Wagon R
Hustler
Spacia
Every
Carry
Jimny
Solio
Ignis
Baleno
SX4 S-CROSS
Swift
Escudo 2.4
Escudo
Jimny Sierra