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Alfa Romeo 156 GTA


Avatar Redazionale, il 29/01/02

22 anni fa -

Trentasette anni di prurito alle mani, con lo sguardo fisso sulle foto di quelle gare in giro per l'Europa, delle vittorie al Nurburgring, al Challenge Europeo Marche, a Sebring. E poi giù, a lucidare la Giulia Sprint, acquistata di slancio per respirare il profumo delle gare anche da casa all'ufficio. C'è una novità per gli indomiti appassionati di Alfa, quell'Alfa dallo spirito agonistico che rendeva labile il confine tra strada e pista. Torna la GTA, dopo trentasette anni appunto, dopo l'ultima creazione dell'Autodelta (reparto corse del Biscione), anno 1965.

Si trattava di attendere il modello giusto, che meritasse la sigla pesante senza procurare mormorii tra i fedelissimi. C’è. È la 156, che dopo il lancio dello scorso ottobre sarà messa in vendita a partire dal 23 marzo (a 45.000 Euro, con 2000 esemplari all'anno), con l’ambito acronimo che sta per "Gran Turismo Alleggerita", della Gt di allora con portiere e cofano in alluminio. Torna attuale lo slogan che ruggiva negli anni Sessanta: "Una vittoria al giorno con la macchina di tutti i giorni". Perché lo scopo rimane lo stesso: proporre un’auto nata per l’uso quotidiano, ma con sensazioni e feeling da cordoli e chicane.

Cromosomi tutt’altro che esasperati nell’aspetto esterno: a caratterizzare le due versioni (berlina e station wagon) ci sono prese d’aria maggiorate e paraurti con accenno di spoiler, davanti; parafanghi larghi – sopra le ruote da 17 pollici – e minigonne sulle fiancate; spoiler accennato, paraurti con estrattore che convoglia il flusso dell’aria verso il retro e coppia di terminali di scarico ovale e cromata, nella coda.

L’indole è tutta sotto la carrozzeria. Il motore è l’inedito V6 di 3179 cc e 24 valvole da 250 cavalli di potenza a 6200 giri al minuto, mentre una taratura delle sospensioni completamente nuova, un impianto frenante di maggior potenza (con ABS e ripartitore elettronico della forza frenante EBD, di fianco al sistema antislittamento ASR Anti Slip Regulation) e uno sterzo più diretto, completano l’opera di avvicinamento alle vetture da campionato Turismo. Tanto che non c'è traccia di controllo di trazione. Prestazioni: 250 orari di punta e 6,3 secondi da zero a cento.

Le sospensioni, appunto. Davanti non c’è il quadrilatero alto adottato dalla 156 normale, ma una traversa inferiore rinforzata, un montante ruota specifico caratterizzato dalla diversa posizione del fissaggio del tirante guida, un assetto più basso, molle ammortizzatori con una nuova taratura e una barra stabilizzatrice di maggior diametro. Dietro c’è poi un Mc Pherson con una diversa posizione dei punti di attacco alla scocca, con una barra stabilizzatrice di maggior diametro e una taratura specifica per molle, ammortizzatori e rigidezza delle boccole.

Dentro: sedili sportivi e avvolgenti con "nasello" – che poi è la parte del cuscino su cui appoggiano le cosce – regolabile, le razze del volante segnate da inserti in metalluro grigio Peltro, la grafica specifica del quadro strumenti, il pomello e la cuffia del cambio in pelle, la pedaliera in alluminio con riporti in gomma. Per quanto riguarda i cambi, al manuale a sei rapporti a ingranaggi irrobustiti, si affianca l'automatico Selespeed con comandi al volante.

Il tutto in attesa che la 147 si unisca alla ristretta famiglia GTA: la compatta avrà sospensioni irrigidite, altezza da terra ridotta di un paio di centimetri e pneumatici maggiorati, con il sei cilindri di 2500 cc della 156 a pulsare sotto il cofano.


Pubblicato da Ronny Mengo, 29/01/2002
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