Motore V10, quattro ruote sterzanti e richiami all'esperienza F1. Ma non c'è più Ayrton Senna a definire il set up... Rimane la sigla fatta di tre lettere: ASC, Advanced Sport Car. E rimane l'idea di mostrare al mondo una via diversa alla supercar. Acura, leggasi Honda, sposta in avanti i concetti di design, tecnologia e prestazioni. Con un quesito: riuscirà a entrare nel cuore degli appassionati come accaduto con la NSX?
9 MINUTI E 37 SECONDI Il tempo impiegato da Wiston Wolf in Pulp Fiction per attraversare Los Angeles e risolvere i problemi di John Travolta e Samuel Lee Jackson. Merito anche della fida Acura NSX. La prima sport car giapponese in grado di far tremare cavallini tedeschi e italiani.Due anni il tempo trascorso tra la fine produzione e il salone di Detroit 2007. Dove, sotto le insegne del brand luxury della grande H, si ripresenta una supersportiva mozzafiato. Si chiama Advanced Sport Car, ASC per gli amici, e Takeo Fukui, Presidente e Amministratore Delegato Honda, la descrive come la sintesi perfetta tra emozione e tecnologia. L'anticipazione della New Sportcar eXperimental che verrà.
ESOTICA Una concept emozionante. Le linee nascono dal polo stilistico americano. Nel tempo il marchio luxury Honda si è rinforzato ed ora siede nell'olimpo dell'alto di gamma senza complessi d'inferiorità. Per la cronaca anche la vecchia NSX era conosciuta sotto le insegne Acura negli States. I richiami emozionali e stilistici al passato sono solo accennati. L'immagine è fredda, glaciale, definita come l'argento metallizzato del concept. Lontana da emozioni latine o esagerazioni ipersportive.
FELINA Il muso sottile lascia spazio ad una calandra piena e appuntita nel centro, con due prese d'aria scavate lateralmente e soprattutto uno sguardo felino. I due gruppi ottici a led sono sottili e affilati come una Katana. E richiamano le piattezze della prima NSX ante-restyling 2002, quella con i fari a scomparsa. Nel frattempo l'illuminotecnica si è evoluta e non servono più. Il cofano molto lungo suggerisce suggestioni americane, leggasi Corvette, e le superfici si inseguono in un insieme di nervature fino a creare un gioco di superfici concave e convesse.
AERO DA CACCIA Come nel prototipo Remix, frutto sempre del centro stile americano, il cockpit regala suggestioni aeronautiche. Sembra una capsula in vetro che abbraccia per tre quarti, fino al lunotto, tutto il volume abitativo. L'effetto è drammaticamente stilistico ed evocativo.Spezza, fino a creare uno stacco deciso, le linee delle lamiere e ammicca al passato. Si tratta di reinterpretazione e non di copia, la ASC cita con nonchalance senza cadere nel manierismo. E, al variare dell'angolo d'osservazione, regala slancio, figure snelle o muscolose. Basta guardare il procedere liscio ma anche importante delle fiancate, senza intagli ad appesantire la figura.
LISCIA E ALLARGATA E poi arriva il retrotreno, con uno sbalzo che quasi non esiste, finisce subito dietro le ruote, ad esibire finalmente il testosterone. Partendo dal basso si trovano i quattro scarichi, disposti due per lato uno sopra l'altro, come due Hamburger. Poi c'è un'altra apertura nera, a tutta larghezza, dove si nascondono i fanali posteriori stilizzati all'orientale e raccordati da una barra centrale rossa. Anche qui, citazione del passato, liberamente reinterpretata.
FINEZZE Rimangono i dettagli, quelli che possono anche fare la differenza tra un lavoro buono o un capolavoro. Mancano gli specchi e le maniglie, vedremo sul modello definitivo. Sono state evitate tutte le esagerazioni più o meno pacchiane di richiamo racing. Niente prese d'aria, niente scavi, snorkel o fregi strani. Tantomeno alettoni. Una moderna supercar affida le proprie qualità di guida e aerodinamiche ad accurati studi di fluidodinamica.
EMOZIONE O PERFEZIONE Anche i cerchi a zampa di ragno sono inequivocabilmente grintosi ma esili. Mentre l'estrattore aerodinamico posteriore, in fibra di carbonio come tutto il sottoscocca, si lascia appena vedere, a differenza di utilitarie al peperoncino che lo esibiscono come un trofeo. Un sapore di perfezione meccanica e stilistica aleggia intorno alla supersportiva Acura. Qualcuno potrebbe lamentare una mancanza di emozione. Questione di gusti.
DIECI CILINDRI Se la NSX testimoniava l'eccellenza motoristica raggiunta nella F1 dell'epoca, e contribuì in misura decisiva a valorizzare il V-tec, anche la ASC non nasconde lo stretto collegamento con il mondo delle corse. Oggi Honda è presente nella massima serie in forma diretta con un proprio team, la nuova Supercar viene annunciata con un V10 di stretta derivazione pistaiola. Quattro cilindri in più rispetto al passato. Bocche cucite su cilindrata, prestazioni e tutti i dettagli che accendono le discussioni da Bar.
GIRANO TUTTE Si sa invece che cisono quattro ruote sterzanti, dovrebbero aggiungere l'agilità necessaria a confermare la ASC regina delle curve. Mentre per la trazione si vocifera sia solo al posteriore. Nessuna debolezza verso le tentazioni integraliste. Le misure complessive del corpo vettura: 4,61 metri la lunghezza, si sfiorano i 2 metri con la larghezza, mentre l'altezza non va oltre l'1,22.
CERAMICA I cerchi d'alluminio spazzolato sono da 19 davanti e da 20 dietro. Calzano scarpe grosse (255/40 davanti e 295/35 dietro) e promettono agilità e grip da intercettore. Il passo misura 2,76 metri. Nota tecnica di rilievo al reparto frenante, dischi autoventilanti in carbo-ceramica e pinze a 8 pistoncini. Tutto lascia intendere che la ASC voglia ripercorrere le orme della NSX, eccellente supercar proprio per il bilanciamento complessivo.
AYRTON Spesso le Case lo fanno trapelare ad arte. Specialmente sulle auto di serie i collegamenti con il mondo racing sono più pretesi che reali. Ma la storia dice che Ayrton Senna partecipò realmente alla definizione della NSX svolgendo anche numerosi collaudi e "suggerendo" set-up per assetto e sterzo. La stessa strada è stata seguita dalla Ferrari per la Enzo, con Michael Schumacher.
SPICCHI DI GLORIA Quando una supercar entra nei cuori si intravedono tanti piccoli segnali. Della partecipazione a Pulp Fiction e di Ayrton Senna s'è detto. Pure Gordon Murray, genialoide progettista di Formula 1 negli Anni 80 e padrino della McLaren F1, una delle supercar di riferimento per i puristi della guida, attribuisce alla NSX il merito di aver costretto tutti i costruttori di supercar a ripensare i loro gioielli. E anche gli appassionati di videogame e dell'ultrarealistico Gran Turismo sanno che con la supersportiva Honda, senza grandi potenze, si battevano i record sul giro con una facilità disarmante.
QUESTIONE DI MARCHI Le aspettative sono molte per la riedizione, quando arriverà? Nulla è ancora confermato. Forse la vedremo in veste definitiva al prossimo Salone di Tokyo, questo autunno. E per noi europei si apre un altro quesito. Sarà venduta con il marchio Honda o costituirà il debutto Acura, ultimo marchio mancante dopo l'annuncio di Infiniti, che segue Lexus, nello sbarco sul nostro continente? Dettagli forse,l'importante è che arrivi. Tanto la chiameremo tutti solo con le tre letterine magiche, ASC o NSX.
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