Dopo le anticipazioni di ieri, la fusione tra i due colossi dell'auto FCA e PSA è ufficiale: gli scenari futuri, i rischi e le prospettive
MATRIMONIO ITALO-FRANCESE L’avevamo anticipato, e in effetti così è stato: dopo le voci trapelate nella giornata di ieri, nella notte è stato ufficializzato l’accordo di fusione tra il gruppo francese PSA e quello italiano FCA, con quote di proprietà al 50% per ciascuno.
COMUNIONE DEI BENI La fusione, che era nell’aria già da parecchio tempo, permetterebbe a questa nuova realtà di diventare il quarto più grande gruppo automobilistico del mondo per auto vendute dietro a Toyota, Volkswagen e Renault-Nissan. La società avrà sede in Olanda e sarà gestita da un consiglio di amministrazione composto da 11 membri (cinque da PSA e altrettanti da FCA), presieduto da John Elkann e con Carlos Tavares come amministratore delegato. I consigli di amministrazione delle due società hanno dato mandato ai rispettivi team di concludere le trattative con l’obiettivo di raggiungere nelle prossime settimane un protocollo d’intesa vincolante.
QUALI MARCHI? Sotto il cappello di FCA ci sono ben dieci marchi: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep, Lancia, Ram e Maserati. Il gruppo italiano ha 102 stabilimenti in giro per il mondo, quasi duecentomila dipendenti e lo scorso anno ha piazzato sul mercato 4,8 milioni di auto. Cinque i marchi nel portfolio di PSA: Peugeot, Citroen, DS Automobiles, Opel e Vauxhall. Gli stabilimenti sono 45, 211.000 i dipendenti, e 3.9 i milioni di auto vendute nel 2018.
TUTTO BENE? QUASI Nel comunicato stampa pubblicato stamattina si parla di possibili risparmi annuali per le società pari a 3,7 miliardi di euro, provenienti dalle sinergie che si verrebbero a creare da un’allocazione di risorse più efficiente nella realizzazione e condivisione di piattaforme e tecnologie, oltre che da risparmi sugli acquisti. Il comunicato stampa tiene doverosamente a precisare che queste sinergie non si basano sulla chiusura di stabilimenti. Come ogni fusione, tuttavia, c’è da aspettarsi una certa ridondanza in alcuni comparti; le brutte notizie, insomma, arriveranno solo in un secondo momento. Il fatturato previsto viaggia nell’ordine dei 170 miliardi di euro, con un utile operativo di 11 miliardi. 2,8 miliardi il costo stimato per realizzare queste sinergie, che si stima arriveranno all’80% nel giro di quattro anni.
VANTAGGI PER TUTTI La fusione tra le due case costruttrici è destinata, almeno nelle intenzioni, a portare benefici a entrambi in due settori strategici per il mercato. Sul fronte dell’elettrificazione della gamma e della mobilità sostenibile sono i francesi quelli con i maggiori vantaggi, cui potrebbero attingere i modelli italiani. D’altro canto, FCA è un passo avanti per quanto riguarda la guida autonoma in virtù della collaborazione con Google-Waymo. Ancora, i francesi troverebbero in FCA un “passaggio” per sbarcare dall’altra parte dell’oceano, mercato sul quale hanno sempre stentato a mettere piede. Con questa fusione si è aperto un nuovo capitolo nella storia del mercato automobilistico: aspettiamo di leggere le prossime pagine.