Incontro ravvicinato con Carlo Simongini, presidente e amministratore delegato della Mazda Italia, l'uomo che sta cercando in tutti i modi di convincervi della qualità superiore dei suoi prodotti. C'è da credergli?
D. Provi a descriversi con parole sue...
R. Ho poco più di 40 anni, ho tre bellissimi figli e una bellissima moglie. Sono originario di L’Aquila con una laurea alla Bocconi di Milano. Prima della Mazda ho lavorato in Ford e poi in Ducati dove per quattro anni sono stato vice president a livello mondiale. Ho lasciato la Ducati per motivi personali e ho lanciato il portale Clickar, che poi è stato acquistato e integrato nel gruppo Fiat. Dal luglio 2002 sono in Mazda.
D.
Chi controlla oggi la Mazda?R. E’ una società quotata alla borsa di Tokyo, con il 33% delle azioni di proprietà Ford. Il gruppo americano ha il potere di definire la maggioranza del consiglio di amministrazione, quindi di influenzarne la gestione, però con le regole della borsa. Le altre sono distribuite tra banche, fondi di investimento e piccoli azionisti. Direi che abbiamo il vantaggio di essere parte del gruppo Ford e Ford ne rispetta l’autonomia. C’è autonomia assoluta con in più le sinergie che un alleato così grande porta.
D.
Come si lavora con i giapponesi?R. Mazda è un’azienda in cui la presenza giapponese è ridotta rispetto ad altre aziende del Sol Levante. Almeno a livello internazionale. L’azionista di riferimento è Ford e questo comporta che gli uomini di vertice abbiano una provenienza internazionale, anche giapponesi naturalmente. Ma non è una tipica azienda dove la cultura giapponese predomina su tutto. Dove predomina la cultura del Sol Levante è nell’area tecnica, perché sono loro che comandano sul prodotto.
D.
Il 100% di crescita in un anno. Come spiega questo miracolo?R. Prima di tutto abbiamo aumentato la conoscenza del marchio Mazda tra il pubblico da un indice di 23 nel giugno 2002 a un indice di 90 nel settembre 2003. Mentre prima gli italiani credevano che la Mazda producesse solo pile, adesso tutti sanno che costruiamo auto. Poi abbiamo puntato sugli uomini, costruendo una squadra di successo, un’organizzazione di concessionari molti uniti, molto legati tra loro.
D. E il prodotto non conta?
R.
D. I vostri prezzi sono particolarmente aggressivi. Dov'è il trucco?
R. Nessun trucco, siamo aggressivi ma produciamo anche profitti. Le ragioni sono sostanzialmente due. Il primo è la svalutazione dello yen rispetto all'Euro. Tutte le Mazda - tranne la Mazda2 che viene prodotta in Spagna - sono costruite in Giappone e ciò ci permette di beneficiare della crisi dello yen.
D. L'altro motivo?
R. Abbiamo costi di produzione molto bassi, dovuti al fatto che le auto le facciamo bene. E farle bene costa meno che farle male... Questo ci permette di offrire modelli con cinque anni di garanzia a prezzi inizialmente molto contenuti. La nostra politica è infatti quella di partire con prezzi bassi per poi alzarli via via. Riusciamo così a gratificare due volte il cliente, che risparmia al momento dell'acquisto e contiene la perdita di valore dovuta agli anni.
D. Può spiegarsi meglio?
R. Come noto, il valore dell'usato viene calcolato in funzione del prezzo corrente, comprensivo cioè dei vari aumenti avvenuti nel corso degli anni. Va da sé che avendo pagato inizialmente poco, il nostro cliente sarà avvantaggiato nel tempo. Si troverà sempre in mano un'auto sì svalutata, ma con una perdita del valore reale contenuta se confrontata al prezzo d'acquisto iniziale.
D. Quattro nuovi modelli nel 2003 sono un record. Pensate di darvi una calmata nel 2004 o arriveranno altre novità?
R. Sì, ci saranno altre novità, ma non avremo modelli nuovi. Saranno novità mirate a consolidare questa gamma, come la Mazda3 Diesel, che presenteremo in questo periodo.
D. Dove si posiziona oggi la Mazda nel mercato dell’auto?
R.
D. C’è un’auto della concorrenza che le piacerebbe avere in listino?
R.
D. Qual è stata la sua prima auto?
R.
D. E quella a cui è rimasto più legato?
R.